2023-04-06
La fidanzata di Schlein usa il gossip per sbandierare il manifesto Lgbt
Elly Schlein e Paola Belloni (Ansa)
La partner del segretario del Pd si lamenta sui social di esser stata violata nella sua privacy. Sceglie una foto posatissima, parte con la tiritera e si accredita come nuova figurina nel presepe arcobaleno.Pronta, anzi prontissima. Paola Belloni, la compagna di Elly Schlein, si lamenta via Instagram di esser stata violata nella sua privacy e si definisce letteralmente «travolta» dai giornali che hanno svelato la sua identità e pubblicato le sue foto. E tuttavia regala al vasto pubblico di Internet e dei social media un piccolo manifesto ideologico con i colori arcobaleno che, insieme alla foto posata e al profilo social aperto, fanno pensare che Donna Paola possa essere una first lady con i fiocchi. Unica contraddizione (apparente) questa partenza con piagnisteo. Ma forse anche questo fa parte del gioco. Come fa parte del gioco che tra i primi like al suo post sia arrivato puntuale il triplo applauso della cantante Paola Turci, che ha preso il posto di Silvio Berlusconi nel cuore di Francesca Pascale. La sarda Belloni ieri ha rivitalizzato il suo profilo Instagram con il quarto post in carriera. Ha scelto una bella ed elegante foto in giacca blu, con espressione seria e compresa e fondo da fotografo. E con una citazione indiretta della compagna Elly, l’ha titolato in modo brillante: «Non mi hanno vista arrivare e quindi hanno tirato fuori i teleobiettivi». Poi si rivolge, formalmente, ai «cari giornalisti» di Diva e Donna, rigorosamente con la schwa, e parte all’attacco: «Comunicare a mezzo stampa l’intimità affettiva di una persona è un atto ingiusto e si chiama outing. Io ne son stata travolta, ma per fortuna non annichilita, perché ho una rete amicale e familiare che mi sostiene». Belloni aggiunge che non sa come sarebbe andata se non avesse avuto questa rete. Alla nona riga, superato lo shock personale da paparazzi, ecco l’agenda politica del partner che voleva tanto restare nell’ombra: «In Italia non abbiamo il matrimonio egualitario, non abbiamo tutele per i figli e le figlie di famiglie omogenitoriali, non abbiamo una legge contro l’omolesbobitransfobia». Questo fa aggiungere alla Belloni che «Siamo un Paese dove migliaia di “Spatriati”, per dirla con Desiati, (Mario, vincitore dello Strega 2022, ndr) vivono o lasciano le proprie province pieni di graffi e di segreti». E insomma, per lei «il coming out è una scelta personale, che deriva anche da un’analisi della propria rete sociale». Rete sociale che va detto, per quello che sappiamo di Elly e Paola, non è quella di un paesino delle montagne siciliane di qualche decennio fa, ma quella di una città vispa, divertente, progressista e inclusiva come Bologna. In ogni caso, conclude Paola, «mi rendo conto che essere la compagna di una figura pubblica vi abbia fatto pensare di avere il diritto di esporre me quanto è esposta lei». Ecco, il punto centrale è proprio questo equivoco sul diritto alla riservatezza della cittadina Paola Belloni. Che oggi sembra cascare dal pero, ma da donna intelligente e di buone letture qual è sapeva sicuramente che cosa significa essere il partner di un personaggio pubblico. Elly Schlein guida il principale partito di opposizione italiano e un domani potrebbe tranquillamente diventare presidente del Consiglio, se saprà rivitalizzare il suo partito democratico. È assolutamente evidente che ci sia un grande interesse della stampa e dei media, italiani e internazionali, per la vita privata di Schlein. Il primo motivo, forse poco nobile ma la politica raramente lo è, è che non sono stati fatti sconti a nessuno in una materia del genere. Sappiamo tutto dei matrimoni e delle unioni di Mario Draghi, Enrico Letta, Matteo Renzi, Giorgia Meloni o Giuseppe Conte, per non dire di Silvio Berlusconi e delle Olgettine di sui sappiamo anche troppo, e allora per quale ragione si dovrebbe custodire il segreto sulla compagna del segretario del Pd? Il secondo motivo è più serio e riguarda l’accusa della Belloni sul diritto di «esporla». È esattamente il contrario di come sostiene nel suo post. Le regole e le leggi che governano la professione giornalistica non vietano, ma impongono ai cronisti di raccontare anche i fatti salienti della vita privata dei personaggi pubblici. E questo perché i politici, specie se potenti, da un lato non devono essere ricattabili e dall’altro devono avere una coerenza anche nel privato con quanto vanno sostenendo pubblicamente. Ovviamente ci sono vari limiti, che vanno dalla morbosità all’irrilevanza di alcuni dettagli, ma addirittura le questioni di salute possono essere trattate, naturalmente con il dovuto tatto. Al di là del piagnisteo di ieri, la sensazione è che Paola Belloni, anche se scrive di «voler tornare alla vita privata», possa essere un valore aggiunto per la sua compagna. La loro storia sembra coerente con quanto predica Schlein in materia di diritti civili e l’immediato plauso pubblico di un’altra paladina dei diritti Lgbt come Paola Turci lo conferma. Abbiamo una nuova figurina nel presepe arcobaleno. Del resto, la stessa Belloni, come abbiamo visto, alla prima uscita pubblica ha fatto il suo comizio da gay pride. In ogni caso, alla fine della lamentazione via Instagram, Donna Paola mostra sportività e autoironia: «Ammetto però che la foto con la papalina di lana in testa e con il sacchetto dei bisogni di Pila in mano era notevole. Avete regalato meme alle mie amiche per i prossimi dieci anni». Sì, sì, siamo prontissime anche per i meme, ma non si deve sapere perché siamo ancora tanto affrante.
Roberto Gualtieri, sindaco di Roma (Imagoeconomica)
Il corteo contro lo sgombero del Leoncavallo a Milano (Ansa)