2021-04-11
«Ferragamo celebra la storia della seta con foulard d’autore»
La mostra Seta a Firenze (www.ferragamo.com) e Stefania Ricci, direttrice del museo e della Fondazione Ferragamo (Lorenzo Bringheli])
La direttrice del museo della maison, Stefania Ricci: «Una mostra al momento solo digitale sull'archivio di Fulvia, figlia del fondatore».Gianni Chiarini lancia una linea amica della natura. Twinset la collezione Actitude.Lo speciale contiene due articoli.La storia racchiusa in un quadrato di seta. Una storia che parte 5.000 anni fa, quando un filo sottile e lucente generato dalla bava di un lepidottero ha dato origine al più bello dei tessuti, simbolo di regalità, eleganza e lusso. Ma anche una storia più recente iniziata nel 1960 quando Salvatore Ferragamo, sinonimo delle calzature delle star di Hollywood, pensa alla creazione di una casa di moda per vestire la donna dai piedi alla testa. È Fulvia, quarta dei sei figli di Salvatore e Wanda Ferragamo, prematuramente scomparsa, a dare avvio negli anni Settanta a una produzione continuativa di accessori in seta, da donna e da uomo, caratterizzati da disegni esclusivi, realizzati a Como da Ravasi, Butti e Ostinelli, Ghioldi, Canepa, Ratti e Mantero, tessiture selezionate in base alle specialità di stampa in cui eccellevano. Era però sempre Fulvia, in qualità di direttore creativo delle collezioni in seta, a dare l'idea di partenza e a curare le combinazioni cromatiche.Da allora la produzione della casa fiorentina è diventata immensa e vanta un archivio straordinario dal quale s'è potuto trarre materiale per una mostra d'eccellenza dal titolo emblematico, Seta. Una mostra, a Palazzo Spini Feroni a Firenze, che ha lo scopo di raccontare l'unione perfetta di intuizioni creative e di alto artigianato industriale che sta dietro alla produzione di un foulard. «L'idea della mostra nasce dall'archivio seta, per noi importantissimo», spiega Stefania Ricci, direttrice del museo e della Fondazione Ferragamo e storica dell'arte, in azienda dal 1984. Il museo è stato a lungo lungo diretto dalla stessa persona, Fulvia Ferragamo, che si è inventata questo reparto esclusivo e aveva un'impronta molto riconoscibile. Questo ha aiutato a dare un'identità molto forte». Se dovessimo tradurre l'archivio in numeri?«Solo di foulard se ne contano circa 5.000, 7.000 cravatte, più tutti gli altri accessori. E in archivio non c'è tutto perché viene tenuto un campione e non per tutte le varianti di colore, altrimenti servirebbero grandi spazi. Erano stati fatti anche pupazzetti con la seta di scarto delle cravatte, cuscini per la casa, portacenere con la stampa dei foulard». Una mostra già «scritta».«C'è sempre stata l'idea di una esposizione dedicata a questo settore. Appena finita quella sulla sostenibilità si è subito pensato di dedicare la mostra a Fulvia e a tutto il suo lavoro. È stata anche l'occasione di riunire i due archivi, quello che c'era già a Firenze con quello che lei teneva a Milano. Alla base della mostra c'è la raccolta in forma di collage di quelle che erano le fonti di ispirazione dettate da tante idee diverse: l'acquisto di un catalogo o una mostra dove Fulvia Ferragamo trovava elementi interessanti. Quelle pagine venivano fotocopiate, ridisegnate e trasformate in collage. Questi fogli sono stati riuniti in 1.065 libri». Con quei fogli cosa avveniva?«Venivano utilizzati in un moodboard, sempre suggerito da Fulvia, dove i disegnatori sviluppavano dei bozzetti che lei rivedeva e correggeva. Teniamo conto che per fare un disegno nuovo per un foulard ci voleva più di un mese».Per diventare preziosi oggetti di seta.«Sì, dal disegno finale si passa a una rifinitura, di solito eseguita all'interno delle stamperie per dare un segno definito altrimenti, quando si va a incidere, si impastano le forme e i colori, è un'operazione complessa. Poi, le prime prove colore e la scelta delle varianti che su un disegno possono essere anche otto, tenendo conto che possono esserci anche 15 disegni a collezione, ognuno con le sue varianti. Un lavoro dove c'è tanta tecnica ma anche una grande parte artigianale. Il pubblico non si rende conto di quello che c'è dietro, il mestiere della stamperia. Ci piaceva, da un punto di vista museografico, mettere l'accento su oggetti che si possono comperare al duty free, come un foulard o una cravatta, e che rispetto a un abito sembrano più semplici, mentre in effetti hanno dietro un grande lavoro. Abbiamo voluto dimostrare sia la grande passione ma anche l'arte dietro a questi foulard. Il materiale d'archivio è stato la molla per il taglio particolare della mostra in un confronto continuo dall'oggetto al foulard, al disegno, alla fonte d'ispirazione». La scelta di cosa tenere e cosa scartare è stata difficile?«Tanti anni fa avevamo partecipato a un'esposizione sulla seta a Genova: partiva con pezzi del 1400 e a Ferragamo avevano dedicato le ultime sale come l'azienda italiana più rappresentativa. Lì si trattava di mettere molti meno foulard, ma vennero scelti con la signora Fulvia e sapevo benissimo a quali teneva. Gli altri li ho selezionati in base all'importanza anche come fonte di ispirazione. Alcuni sono tratti da dipinti di grandi artisti, altri da un libro del 1600 conservato alla Biblioteca nazionale centrale. E poi sono stata aiutata dalla sorella di Fulvia, Giovanna, e con lei ne abbiamo scelto altri. Le sorelle avevano lavorato molto insieme». In mostra quanti pezzi ci sono?«Oltre un centinaio. Confesso che da alcuni non è stato facile separarsi. Oggi il nuovo progetto espositivo allestito fino al 18 aprile 2022 al Museo Salvatore Ferragamo di Firenze è visitabile online (sul sito https://www.ferragamo.com/museo/it/seta, ndr) e aspettiamo di avere il via per aprire le porte. A gennaio del prossimo anno sarà organizzata alla Biblioteca nazionale centrale la mostra Un battito d'ali dedicata alle farfalle e agli uccelli, quindi vedremo altri foulard con libri a confronto su questo tema particolare. Negli ultimi anni abbiamo cercato di uscire dalle sale del nostro museo per entrare in altre istituzioni di Firenze in modo da rafforzare questo continuo dialogo tra il mondo della cultura e il mondo della moda».Un vero e proprio omaggio al lavoro di Fulvia Ferragamo.«Nessuno ha visto la mostra in presenza ma i figli della signora Fulvia, Consolata, Ginevra, Emanuele e Angelica, che lavora all'interno dell'azienda, a porte chiuse sono venuti per una visita. Qui hanno ritrovato la storia della loro mamma, sono stati contenti e questo è il maggior successo che potevo ottenere». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/ferragamo-celebra-storia-seta-foulard-2652492669.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="lultima-tendenza-e-la-borsetta-realizzata-usando-materiali-riciclati" data-post-id="2652492669" data-published-at="1618104967" data-use-pagination="False"> L’ultima tendenza è la borsetta realizzata usando materiali riciclati La capsule Marcella canabic di Gianni Chiarini e la nuova linea Twinset actitude hanno alla base il comune tema dell'inclusività. Gianni Chiarini ha infatti da diverse stagioni dato vita al progetto Marcella club che è sinonimo di partecipazione, condivisione e libertà di essere sé stesse. Consapevole che è la diversità a rendere unici, da sempre l'obiettivo di Marcella club è stato quello di aprirsi in un abbraccio che possa unire donne di tutte le generazioni, senza limiti di stile. Marcella è una borsa, uno stile, una visione, un progetto, una comunità inclusiva, un'espressione di italianità. Per la primavera/estate 2021, per rafforzare ancor più questo desiderio, il marchio ha presentato la capsule collection ecosostenibile basata sull'idea di produzione circolare Marcella canabic, delineando così una nuova sensibilità ecologica e sociale, rendendosi pronto ad abbracciare un'altra importante sfaccettatura dell'animo femminile fortemente legata a un concetto di sostenibilità. Marcella canabic si presenta come una bag dal design essenziale realizzata in materiali riciclati e metal free, pensata per le donne che adottano uno stile di vita amico dell'ambiente. In parallelo Twinset ha presentato la nuova linea Twinset actitude, che vuole essere la perfetta rappresentazione di un incontro di anime diverse, che si traducono in uno stile sfaccettato e in continuo movimento. Maglieria al centro, tendenze in circolo: sono le due espressioni creative. La prima ne definisce il Dna, le seconde riflettono il cambio del tempo in cui viviamo, tramite colori, volumi e dettagli. Nella collezione l'idea di rilassatezza passa prima di tutto dal movimento: maxi felpe, iper T-shirt e tute perché Actitude è anche onomatopeico: un po' active, un po' attitudine, e parla per chi sceglie con la testa non in base all'età o all'aspetto. Per raccontare e interpretare la nuova collezione, sono state scelte dieci donne: dieci caratteri diversi, dieci differenti personalità e percorsi di vita, ma tutte hanno in comune la determinazione nell'affrontare la vita. Donne comuni e al tempo stesso speciali, che non si sono lasciate abbattere dalle avversità, ma che con forza hanno affrontato le piccole e grandi sfide di ogni giorno. Tra i volti scelti ci sono Nina Rima, modella bionica che dopo aver perso una gamba a causa di un incidente stradale ha fatto di questa menomazione un punto di forza, Laura Marzadori, che a soli 25 anni ha vinto il concorso internazionale per primo violino di spalla dell'orchestra del Teatro alla Scala di Milano, la modella Chiara Scelsi e Benedetta Cimatti, attrice che ha recitato nelle serie tv L'Ispettore Coliandro, La porta rossa e La strada di casa, nei film Un boss in salotto e nell'horror In un giorno la fine ed è nel cast della fiction di Rai1 Bella da morire con Cristiana Capotondi e Lucrezia Lante della Rovere. Dieci anime femminili legate da una forte energia e determinazione nell'affrontare la vita, perché è la giusta attitudine, quella che rende sicure del proprio essere e invincibili.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.
Il risparmio gestito non è più un lusso per pochi, ma una realtà accessibile a un numero crescente di investitori. In Europa si sta assistendo a una vera e propria rivoluzione, con milioni di risparmiatori che scelgono di investire attraverso i Piani di accumulo del capitale (Pac). Questi piani permettono di mettere da parte piccole somme di denaro a intervalli regolari e il Pac si sta affermando come uno strumento essenziale per chiunque voglia crearsi una "pensione di scorta" in modo semplice e trasparente, con costi chiari e sotto controllo.
«Oggi il risparmio gestito è alla portata di tutti, e i numeri lo dimostrano: in Europa, gli investitori privati detengono circa 266 miliardi di euro in etf. E si prevede che entro la fine del 2028 questa cifra supererà i 650 miliardi di euro», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di SoldiExpert SCF. Questo dato conferma la fiducia crescente in strumenti come gli etf, che rappresentano l'ossatura perfetta per un PAC che ha visto in questi anni soprattutto dalla Germania il boom di questa formula. Si stima che quasi 11 milioni di piani di risparmio in Etf, con un volume di circa 17,6 miliardi di euro, siano già attivi, e si prevede che entro il 2028 si arriverà a 32 milioni di piani.
Uno degli aspetti più cruciali di un investimento a lungo termine è il costo. Spesso sottovalutato, può erodere gran parte dei rendimenti nel tempo. La scelta tra un fondo con costi elevati e un Etf a costi ridotti può fare la differenza tra il successo e il fallimento del proprio piano di accumulo.
«I nostri studi, e il buon senso, ci dicono che i costi contano. La maggior parte dei fondi comuni, infatti, fallisce nel battere il proprio indice di riferimento proprio a causa dei costi elevati. Siamo di fronte a una realtà dove oltre il 90% dei fondi tradizionali non riesce a superare i propri benchmark nel lungo periodo, a causa delle alte commissioni di gestione, che spesso superano il 2% annuo, oltre a costi di performance, ingresso e uscita», sottolinea Gaziano.
Gli Etf, al contrario, sono noti per la loro trasparenza e i costi di gestione (Ter) che spesso non superano lo 0,3% annuo. Per fare un esempio pratico che dimostra il potere dei costi, ipotizziamo di investire 200 euro al mese per 30 anni, con un rendimento annuo ipotizzato del 7%. Due gli scenari. Il primo (fondo con costi elevati): con un costo di gestione annuo del 2%, il capitale finale si aggirerebbe intorno ai 167.000 euro (al netto dei costi). Il secondo (etf a costi ridotti): Con una spesa dello 0,3%, il capitale finale supererebbe i 231.000 euro (al netto dei costi).
Una differenza di quasi 64.000 euro che dimostra in modo lampante come i costi incidano profondamente sul risultato finale del nostro Pac. «È fondamentale, quando si valuta un investimento, guardare non solo al rendimento potenziale, ma anche e soprattutto ai costi. È la variabile più facile da controllare», afferma Salvatore Gaziano.
Un altro vantaggio degli Etf è la loro naturale diversificazione. Un singolo etf può raggruppare centinaia o migliaia di titoli di diverse aziende, settori e Paesi, garantendo una ripartizione del rischio senza dover acquistare decine di strumenti diversi. Questo evita di concentrare il proprio capitale su settori «di moda» o troppo specifici, che possono essere molto volatili.
Per un Pac, che per sua natura è un investimento a lungo termine, è fondamentale investire in un paniere il più possibile ampio e diversificato, che non risenta dei cicli di mercato di un singolo settore o di un singolo Paese. Gli Etf globali, ad esempio, che replicano indici come l'Msci World, offrono proprio questa caratteristica, riducendo il rischio di entrare sul mercato "al momento sbagliato" e permettendo di beneficiare della crescita economica mondiale.
La crescente domanda di Pac in Etf ha spinto banche e broker a competere offrendo soluzioni sempre più convenienti. Oggi, è possibile costruire un piano di accumulo con commissioni di acquisto molto basse, o addirittura azzerate. Alcuni esempi? Directa: È stata pioniera in Italia offrendo un Pac automatico in Etf con zero costi di esecuzione su una vasta lista di strumenti convenzionati. È una soluzione ideale per chi vuole avere il pieno controllo e agire in autonomia. Fineco: Con il servizio Piano Replay, permette di creare un Pac su Etf con la possibilità di ribilanciamento automatico. L'offerta è particolarmente vantaggiosa per gli under 30, che possono usufruire del servizio gratuitamente. Moneyfarm: Ha recentemente lanciato il suo Pac in Etf automatico, che si aggiunge al servizio di gestione patrimoniale. Con versamenti a partire da 10 euro e commissioni di acquisto azzerate, si posiziona come una valida alternativa per chi cerca semplicità e automazione.
Ma sono sempre più numerose le banche e le piattaforme (Trade Republic, Scalable, Revolut…) che offrono la possibilità di sottoscrivere dei Pac in etf o comunque tutte consentono di negoziare gli etf e naturalmente un aspetto importante prima di sottoscrivere un pac è valutare i costi sia dello strumento sottostante che quelli diretti e indiretti come spese fisse o di negoziazione.
La scelta della piattaforma dipende dalle esigenze di ciascuno, ma il punto fermo rimane l'importanza di investire in strumenti diversificati e con costi contenuti. Per un investimento di lungo periodo, è fondamentale scegliere un paniere che non sia troppo tematico o «alla moda» secondo SoldiExpert SCF ma che rifletta una diversificazione ampia a livello di settori e Paesi. Questo è il miglior antidoto contro la volatilità e le mode del momento.
«Come consulenti finanziari indipendenti ovvero soggetti iscritti all’Albo Ocf (obbligatorio per chi in Italia fornisce consigli di investimento)», spiega Gaziano, «forniamo un’ampia consulenza senza conflitti di interesse (siamo pagati solo a parcella e non riceviamo commissioni sui prodotti o strumenti consigliati) a piccoli e grandi investitore e supportiamo i clienti nella scelta del Pac migliore a partire dalla scelta dell’intermediario e poi degli strumenti migliori o valutiamo se già sono stati attivati dei Pac magari in fondi di investimento se superano la valutazione costi-benefici».
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