2024-11-16
Fegati esplosi per Rfk alla Sanità Era meglio l’alfiere dei baby trans?
Stampa e virostar liquidano come «no vax» Kennedy, reo di voler abolire le porte girevoli con Big Pharma. Tacevano quando Rachel Levine, transgender pupillo di Biden, tolse i limiti d’età per gli interventi sui minori.Robert F. Kennedy jr ministro della Sanità. Una nomina «choc» (Corriere della Sera), perché Donald Trump ha scelto uno «scettico sui vaccini» (Cnn), anzi, proprio un «no vax», che per di più «ha tradito la famiglia», sostenendo la candidatura del tycoon (Repubblica). In effetti, benché debba occuparsi di salute, il figlio di Bob ha già messo a rischio quella di alcuni suoi connazionali: il capo dei Cdc è in fibrillazione e sembra messo male il fegato di Alan Friedman, che lo definisce «un mostro, malato, squilibrato, pericoloso». Pericoloso, Rfk lo è di sicuro per il giro d’affari delle aziende che producono vaccini: le azioni di Moderna sono subito scese di oltre il 5%, quelle di Gsk e quelle di Pfizer di più del 2, quelle di Biontech del 6, quelle di Novavax addirittura sono crollate del 7%. Attenzione: il «mostro», anni fa, non faceva così schifo ai dem. Nel 2007, Hillary Clinton incassò il suo appoggio per una corsa alla presidenza, in quanto l’unica in grado di «invertire gli effetti potenzialmente devastanti del riscaldamento globale». Nessuna accusa di complottismo pendeva su di lui all’epoca. Prima del «tradimento». Oggi, il programma di Kennedy è un abominio: «Abbiamo un’opportunità storica», ha scritto su X, «di mettere insieme le migliori menti della scienza, della medicina, dell’industria e del governo per porre fine all’epidemia di malattie croniche». Un pazzo. «Non vedo l’ora di lavorare con gli oltre 80.000 dipendenti del Dipartimento della Salute per liberare le agenzie dalla nube soffocante della cooptazione da parte delle aziende, così che possano perseguire la loro missione di rendere di nuovo gli americani il popolo più sano della Terra». Un criminale. «Insieme, possiamo ripulire dalla corruzione, fermare le porte girevoli tra industria e governo e riportare le nostre agenzie sanitarie alla loro ricca tradizione di standard aureo e di scienza basata sull’evidenza». Un deviato. «Fornirò agli americani trasparenza e accesso a tutti i dati, affinché possano compiere scelte informate per sé stessi e le loro famiglie». Intollerabile: la gente dovrebbe decidere in autonomia, anziché dipendere dagli oracoli di Anthony Fauci?Mandate i soccorsi a Washington. Mandate Burioni (Rfk alla Sanità, ha twittato, è come «Dracula alla direzione dell’Avis). Mandate Rezza (Kennedy, ha commentato l’ex Cts, ha «posizioni un po’ estreme», però gli toccherà «venire a compromessi» con Big Pharma). Mandate Bassetti («Saranno anni bui per medici e scienziati di Oltreoceano», è il suo macabro vaticinio). Mandate i Caschi blu dell’Onu a salvare gli Stati Uniti. Tutti rimpiangono Joe Biden: lui sì che prendeva decisioni oculate. Ad affiancare il ministro Xavier Becerra, aveva piazzato un’assistente segretaria, ossia una specie di alto consigliere, di assoluto prestigio. Non una cialtrona come l’avvocato Rfk, che ha studiato solamente ad Harvard, alla London school of economics, all’Università della Virginia e alla Pace University. Al dicastero era approdata Rachel Leland Levine: medico, ammiraglia pluridecorata. Transessuale. Insegnante di psichiatria e pediatria. Ed è proprio dei minori che la pasionaria arcobaleno si è occupata con ardente zelo.La scorsa estate, alcuni documenti pubblicati dal New York Times avevano mostrato che il suo staff al dicastero, nel 2021, esercitò forti pressioni sulla World professional association for transgender health (Wpath), organizzazione già di per sé profondamente ideologizzata, che si occupa di redigere le linee guida globali per la gestione dei casi di disforia di genere. Materiale che fa testo pure per il nostro Istituto superiore di sanità.I collaboratori della Levine - che non è una no vax e quindi è intoccabile - chiedevano di eliminare i requisiti dell’età minima per accedere agli interventi chirurgici di transizione. Sarah Boateng, capa dello staff dell’assistente segretaria, in una mail aveva espresso perplessità per la bozza del documento, che associava a ciascuna procedura medica una soglia anagrafica: ciò, scriveva la collaboratrice dell’ammiraglia trans, avrebbe potuto portare a una «legislazione devastante per la salute trans». La comunicazione faceva esplicito riferimento a Levine: «Lei si domanda se le età specifiche possano essere eliminate». L’ esperta di pediatria «era molto preoccupata dal fatto che prevedere delle età (per lo più per gli interventi) possa condizionare l’accesso alle cure per la gioventù trans e, forse, anche per gli adulti». Un altro passaggio inchiodava la funzionaria: «Sembra che la situazione negli Usa sia terribile e lei e l’amministrazione Biden erano preoccupati che inserire delle età nel documento peggiorerà le cose. Ci ha chiesto di rimuoverle».L’impegno diede i suoi frutti: all’inizio, le linee guida suggerivano un’età minima di 17 anni per sottoporsi a chirurgia sui genitali o ad asportazione dell’utero; 16 anni per l’accrescimento del seno o per interventi al viso; 15 per le mastectomie; 14 per i trattamenti ormonali. Intendiamoci: non era un approccio garantista. Ma per Levine quelle cautele erano già eccessive. Così, dalla versione definitiva del breviario, scomparve ogni limitazione residua. Vi è chiara, adesso, la logica di quelli che s’indignano per Kennedy jr? «Malato» sarebbe chi vuole cancellare i conflitti d’interessi nella sanità, non chi fa cancellare i limiti di età per gli interventi sui baby trans. Chi invoca trasparenza, non chi briga per imporre l’agenda Lgbt. Chi invoca il consenso informato, non chi lascia che i ragazzini inghiottano ormoni e si facciano distruggere i genitali. L’importante è credere nei vaccini.Dio salvi l’America dai mostri. Ma da quelli veri.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco