2023-03-23
Federico Rocca: «Zevi prende ordini dagli abusivi. Se ne vada»
Federico Rocca (Imagoeconomica)
Il consigliere di Fdi in Campidoglio chiede le dimissioni dell’assessore che si è fatto dettare il Piano casa dal leader degli occupanti. «Per la sinistra è un nervo scoperto. Roberto Gualtieri compra con fondi pubblici gli immobili “rubati”, li ristruttura e lascia dentro chi c’era».Inchiesta sull’acquisizione (poi saltata) del 35% di Compago da parte di Agsm-Aim.Lo speciale contiene due articoli. «Dimissioni dell’assessore Tobia Zevi, consiglio straordinario su casa e patrimonio nel quale chiederemo spiegazioni al sindaco Roberto Gualtieri e all’assessore sulle scelte politiche e sui rapporti evidenziati dall’inchiesta giornalistica, convocazione della commissione trasparenza per capire se il Piano casa del Campidoglio che ci daranno è quello originale o quello corretto da Luca Fagiano». Come spiega il consigliere di Fdi, al secondo mandato, Federico Rocca, è questa la reazione dell’opposizione alla vicenda portata alla luce da un servizio andato in onda su Rete4, nella trasmissione Fuori dal Coro, condotta da Mario Giordano, in cui è stata mostrata la chat tra l’assessore alle Politiche abitative di Roma Capitale, Zevi, il presidente della commissione Politiche abitative, Yuri Trombetti, e Luca Fagiano, storico leader delle occupazioni abusive romane.Che il «Campidoglio prenda ordini dagli abusivi» non sconvolge il gruppo consiliare del Pd che difende il suo assessore.«Tutti gli esponenti del centrosinistra si sono mossi compatti perché per loro è un nervo scoperto e mostrano sul tema occupazioni e abusivi un totale sbilanciamento che fa paura. Senza considerare che sono i romani a dover sopportare questa tolleranza senza intravedere soluzioni. Quindi se si attacca Zevi la levata di scudi è d’obbligo».Proprio lui dice che la chat è stata manipolata e querelerà.«Guardi, sono arrivati a dirci che siamo insignificanti. Andrea Catarci si è scagliato contro il centrodestra e il M5s, accusandoci in una nota di “falsità e malafede, peggio: vivono di scoop spazzatura, e sono così insignificanti da andare dietro ai servizi televisivi”. Anziché nascondersi dietro le offese la sinistra dovrebbe spiegare per rispetto ai cittadini».Quella chat mostra che sicuramente a Roma c’è un problema di contiguità tra Gualtieri, Zevi e i Movimenti per la casa «È decisamente inquietante che un assessore condivida il piano casa con il leader degli occupanti abusivi: è come se io condividessi il piano antimafia con Totò Riina. Non solo, Fagiano alza la voce e l’altro gli dà retta mostrando che genere di rapporto c’è… in un mondo normale non dovrebbe mettere bocca, invece corregge e determina le scelte anche minacciando manifestazioni e promettendo di togliere i voti. Non mi pare il profilo di un’amministrazione libera. Peraltro parliamo di un piano casa che noi non abbiamo mai visto. Far dettare la linea a Fagiano a noi non va bene».Quindi che farete?«Un assessore di fronte ad un rapporto così viziato reso palese in tv, dovrebbe dimettersi subito, a prescindere dalla nostra richiesta di dimissioni. Poi da Zevi non me lo sarei aspettato, invece pare diventato un ultrà di sinistra. Inoltre abbiamo chiesto un consiglio straordinario affinché Gualtieri venga in Aula a spiegare e difendere la credibilità dell’assise comunale e chiarire come viene gestito il piano casa».Di cosa parliamo in particolare?«Intanto mi è appena arrivata la nota mandata al comando della Polizia municipale che non deve far entrare i giornalisti nei campi rom dichiarati inagibili e nei villaggi occupati. Comunque ci sono tre casi emblematici: Porto Fluviale, Metropoliz e Spin Time occupati da decenni, con mandato di sgombero (sono 25 in tutto gli immobili) firmato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e rientranti nei progetti di rigenerazione urbana».Ovvero?«È la risposta di Gualtieri all’esigenza abitativa della Capitale. Sono immobili occupati che il sindaco ha comprato con fondi pubblici, da enti o privati, e vedremo che dirà la Corte dei conti, per ristrutturarli e, senza considerare chi non fa parte dei circuiti organizzati dai movimenti e aspetta da anni un alloggio, tutela gli abusivi e li lascia dentro».Grazie alla residenza?«Esatto, il primo e unico atto firmato da Gualtieri in un anno e mezzo di amministrazione. La direttiva sugli abusivi non dà diritto ad accedere alla graduatoria degli alloggi di edilizia residenziale pubblica come dice la legge regionale del ’99. Loro invece si avvalgono del decreto Lupi che lo consente se l’occupante è residente nella città, ma siccome parliamo di materia delegata, prevale la legge regionale che semmai dovrebbe essere modificata dal governo. Per questo Gualtieri dà la residenza che consente di accedere alla graduatoria ed avere la casa».Ma le occupazioni hanno tutte lo stesso «colore»?«Il 90% delle occupazioni sono orientate politicamente già dai tempi di Veltroni e vanno avanti così. Noi pensiamo che serva dare una mano a chi ha bisogno di un alloggio accompagnandoli nel percorso previsto, ora invece si aiutano in blocco i professionisti delle occupazioni». Un sindaco temerario?«Un sindaco che ha fatto un’unica direttiva, quella sulle residenze agli occupanti, e va avanti su questo tema, spingendo l’acceleratore. Per il resto tutto fermo, in ritardo e senza rispettare le regole. Speriamo che qualcuno se ne accorga e se ne ricordi». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/federico-rocca-2659644691.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="in-procura-la-storia-dei-50-milioni-utili-solo-per-il-sindaco-di-verona" data-post-id="2659644691" data-published-at="1679581446" data-use-pagination="False"> In Procura la storia dei 50 milioni utili solo per il sindaco di Verona La storiaccia dei 50 milioni di euro che la municipalizzata Agsm-Aim, multiutility dell’energia elettrica e del gas controllata dai Comuni di Verona e Vicenza, e ricostruita da La Verità lo scorso novembre, è finita in Procura. Un’inchiesta per false comunicazioni sociali e impedito controllo societario sarebbe stata aperta dalla magistratura proprio per l’operazione (poi saltata) con la quale Agsm-Aim si apprestava ad acquisire una quota del 35 per cento della utility milanese Compago (350 milioni di ricavi e 165.000 clienti gestiti nel 2021). Una manovra che avrebbe permesso ad Agsm-Aim di superare 1 milione di clienti, centrando con un anno di anticipo l’obiettivo previsto dal piano industriale. Ma che si è trasformata in una grossa grana per il sindaco calciatore di Verona Damiano Tommasi (centrosinistra), che aveva sfiduciato Stefano Casali, il presidente del cda che si era opposto alla spericolata trovata finanziaria (voluta invece dall’amministratore delegato Stefano Quaglino). L’acquisizione, avviata da Quaglino alla fine del 2021, viene siglata in piena estate, il 24 agosto 2022, con un contratto che sarebbe scattato il 30 settembre. Tre giorni prima, però, viene bloccata e a Quaglino vengono revocati i poteri straordinari. Compago sarebbe stata sovrastimata, sostengono gli accusatori, dal consigliere delegato, che avrebbe superato i limiti delle sue competenze ingaggiando consulenti oltre budget. La faccenda si è subito trasformata in una questione politica. Il cda di Agsm-Aim è composto da sei membri, a metà tra Verona e Vicenza. I veronesi sono Casali (Fratelli d’Italia), Francesca Vanzo (Lega) e Quaglino. Il voto di Quaglino vale doppio in caso di parità. E per questo motivo fargli saltare delle deleghe avrebbe alterato gli equilibri, con Verona che avrebbe perso potere. Tommasi si è arroccato su questa posizione. E siccome Casali e Vanzo nella sua teoria hanno fatto perdere peso a Verona devono dimettersi. Quaglino, invece, per Tommasi può restare in sella. E con un’operazione tutta politica sfiducia il presidente e Vanzo, ovvero chi ha cercato di fare pulizia, facendo risparmiare all’azienda 50 milioni di euro. In cda i due oppositori di Tommasi saltano. Alcuni giorni fa il Tribunale delle imprese di Venezia, su denuncia del collegio dei sindaci di Agsm, ha aperto un procedimento nei confronti di Quaglino (la prima udienza è fissata per il prossimo 4 maggio). Il bis giudiziario è arrivato con l’inchiesta penale. Proprio per le stesse presunte irregolarità addebitate a Quaglino durante l’acquisizione di Compago, la Guardia di finanza ha avviato una verifica. E avrebbe prodotto una prima informativa già depositata. Le indiscrezioni riferiscono di ipotesi di false comunicazioni sociali e di impedito controllo societario. Con un solo iscritto, per ora, sul registro degli indagati. Il cda della multiutility nel frattempo ha convocato in via d’urgenza l’assemblea per riferire ai soci (i Comuni di Verona e Vicenza). Il delicato momento societario è richiamato in una lettera inviata dal presidente Federico Testa (subentrato a Casali), ex vicepresidente di Agsm prima della fusione con Aim, ex presidente dell’Enea e già deputato del Pd, ai sindaci delle due città, nella quale il manager si dice pronto a «mettere a disposizione il mandato» se non verrà ritrovata compattezza di intenti nei soci, parlando di un «clima» tale da rendere difficoltosa la gestione e incerto il perseguimento degli obiettivi del piano industriale.
Nucleare sì, nucleare no? Ne parliamo con Giovanni Brussato, ingegnere esperto di energia e materiali critici che ci spiega come il nucleare risolverebbe tutti i problemi dell'approvvigionamento energetico. Ma adesso serve la volontà politica per ripartire.