2021-04-12
Il ministro in tv. Nemmeno una domanda su Guerra e Oms
«La Verità» svela la mannaia su report e intercettazioni, il conduttore non fa domandesi è premurato di farlo ritirare dal commercio mesi orsono. In realtà sono parecchie le cose di cui il ministro della Salute non ha molta voglia di discutere. Tra queste c’è la storia del report sulla gestione italiana del coronavirus realizzato da un gruppo di studiosi dell’Oms guidati da Francesco Zambon, pubblicato la primavera scorsa, subito ritirato e mai più ripubblicato. Ci aspettavamo che ieri sera, da Fazio, il ministro facesse anche solo un accenno a questa storia orrenda. Ma niente: silenzio totale, anzi tombale. Fazio, azzerbinato peggio del solito, non ha osato fare mezza domanda sull’argomento. Uno spettacolo indecoroso, offensivo per il servizio pubblico e per l’intelligenza degli spettatori. E dire che, ormai, della vicenda si conoscono dettagli anche molto scabrosi, che meriterebbero un commento istituzionale. Come abbiamo raccontato nel dettaglio nelle scorse settimane, il report di Zambon conteneva alcuni passaggi imbarazzanti per il governo italiano e per un signore di nome Ranieri Guerra, ex direttore della Prevenzione del ministero della Salute e attuale direttore vicario dell’Oms. In particolare i punti dolenti erano due. La gestione italiana della pandemia veniva definita «caotica e creativa» (non proprio un giudizio positivo). Inoltre, si metteva nero su bianco che l’Italia non aveva un piano pandemico aggiornato, cosa che avrebbe potuto risparmiarci migliaia di morti. Guarda un po’, aggiornare quel piano sarebbe stato compito di Ranieri Guerra quando era al ministero della Salute. Infatti è stato proprio Guerra a brigare affinché il rapporto fosse tolto dalla circolazione. Perché lo sappiamo? Perché se ne è vantato lui, in una conversazione con Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità e attuale portavoce del nuovo. Guerra ora è indagato dalla Procura di Bergamo con l’accusa di aver fornito informazioni false ai pm che indagano sul comportamento tenuto dalle istituzioni durante i primi giorni di pandemia. Tra i documenti che gli investigatori hanno acquisito ci sono anche alcune chat fra il numero due dell’Oms e Brusaferro risalenti al maggio 2020, quando la prima ondata di pandemia stava scemando. Mentre gli italiani si apprestavano a tornare lentamente alla vita, Guerra si dava da fare per cancellare lo studio di Zambon e soci, esperti che egli apostrofava come «scemi» o «asinelli». Coinvolgendo Tedros, direttore generale dell’Oms, il nostro ha avuto successo: il report imbarazzante è stato tolto dal Web. Direte: che c’entra Roberto Speranza con tutto questo? C’entra eccome. Perché anche lui era informato della censura del documento scomodo. Non solo: il suo ministero ha spinto affinché il report dell’Oms sparisse. Nelle carte di Bergamo c’è una chat chiarissima a questo proposito. Nel tardo pomeriggio del 18 maggio 2020, Guerra e Brusaferro si sentono. Guerra: «Hola vedo Zaccardi (Goffredo Zaccardi, capo di gabinetto del ministro Speranza, ndr) alle 19.00, vuoi che inizi a parlargli dell’ipotesi di revisione del rapporto dei somarelli di Venezia? Poi ci mettiamo d’accordo su come?». Brusaferro: «Certo va bene». Chiaro? Guerra sta andando a incontrare il capo di gabinetto di Speranza e intende parlargli del report di Zambon. Finito l’incontro con Zaccardi, Guerra si rifà vivo con Brusaferro. Guerra: «Cdg (il Capo di gabinetto, cioè Zaccardi, ndr) dice di vedere se riusciamo a farlo cadere nel nulla. Se entro lunedì nessuno ne parla vuole farlo morire. Altrimenti lo riprendiamo assieme. Sic». Eccoci al punto. Il capo di gabinetto di Speranza dice a Ranieri Guerra che il report dell’Oms va fatto «morire». E se non si riuscirà a farlo cadere nell’oblio, è pronta un’altra toppa: Guerra e gli esperti del ministero riscriveranno il testo per renderlo più presentabile. Speranza ha voluto Guerra come consulente del primo Cts. Ora sappiamo che era al corrente della censura da lui esercitata, anzi l’ha in qualche modo sollecitata. Dunque è dentro fino al collo a questa brutta storia. Eppure, da mesi evita di parlarne e lo ha fatto anche ieri sera. Nonostante il caso abbia fatto il giro del mondo, e compaia sulle prime pagine dei quotidiani (in particolare il nostro), il ministro continua a fare finta di niente. Non una parola, non un commento. Sembra che l’indagine di Bergamo non esista, che le inchieste giornalistiche non siano mai state fatte. Speranza ha la faccia tosta di tacere: evita le domande dei giornalisti e si fa intervistare dal vassallo Fazio, che si guarda bene dal metterlo in imbarazzo. Risultato: per l’ennesima volta, gli italiani sono stati presi per i fondelli in diretta tv. Applausi a Roberto Speranza, ministro della Censura.
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson
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