2022-08-01
Facciamo luce sullo schiavismo musulmano
L’antirazzismo politicamente corretto se la prende con il colonialismo dei bianchi. Ma quasi nessuno racconta i soprusi commessi in Africa, dove la coercizione era la regola (compresa la castrazione). Come dimostra la tratta delle donne costrette a prostituirsi.Schiavismo / 2Il cosiddetto antirazzismo militante è in realtà un profondo razzismo contro i bianchi. Esiste una sola razza: la razza umana. Questa regola vale per tutti ma non per i bianchi che sono razza inferiore. Non possono nemmeno dimostrare di amare altre culture senza essere accusati di razzismo. Nel 2017 una coppia di americani bianchi della costa occidentale aveva aperto un furgone ristorante che vendeva cibo messicano. Ha dovuto chiudere l’attività dopo aver ricevuto minacce di morte. Un bianco non ha il diritto di portare le treccine giamaicane, di cantare gospel, di dipingersi la faccia di nero se è una cantante lirica nell’Aida. L’apogeo dell’umorismo involontario l’ha raggiunto Amanda Gorman, la ventiduenne afroamericana che ha letto una sua poesia alla cerimonia di insediamento del presidente Biden, vestita con un cappotto Prada di uno sfolgorante color giallo. La black poet rifiutò i traduttori europei della sua opera. Quelli scelti originariamente, bianchi, maschi e di mezz’età sono stati rifiutati in quanto bianchi, maschi e di mezz’età, cioè strutturalmente diversi e quindi incapaci di comprendere la sua poesia, per essere sostituiti da qualcuno di più simile ad Amanda. Questo fa crollare ogni possibile arte, ma anche ogni possibile umanità. L’arte può essere compresa da chiunque, perché nasce dall’anima comune che tutti abbiamo e che è la stessa per tutta l’umanità. Mi commuovono i gospel e ho amato appassionatamente molti autori africani e afroamericani, che non avrei potuto approcciare senza i loro magnifici traduttori. Il desiderio di Amanda di non avere traduttori bianchi è puro razzismo. Le colpe che macchiano per l’eternità la «razza bianca», sarebbero, secondo questi campioni di discriminazione, il colonialismo e lo schiavismo. Idea demente, perché la responsabilità è personale. Nessuno può avere colpe ereditate geneticamente come il colore degli occhi. Mentre basta essere bianchi per essere colpevoli, il politicamente corretto blocca qualsiasi critica a qualsiasi civiltà non bianca e non cristiana. Con buona pace di Amanda, anche il mio è stato un popolo di schiavi. Milioni di uomini rubati alle coste meridionali dell’Europa dai pirati saraceni e ai confini meridionali dell’Ucraina dai tartari. Il mio paese natale è stato distrutto due volte nel IX secolo dai saraceni che hanno portato via uomini e donne vendibili e ucciso tutti gli altri, e non siamo nemmeno sulla costa. Peraltro, se cominciassi a odiare libici e tunisini per vendicare i miei antenati sarebbe semplicemente ridicolo. In questo razzismo anti bianco, la cosa più tragica è che viene dimenticato l’atroce fenomeno dello schiavismo arabo, mai veramente terminato. Nella tragica storia della tratta araba ci sono episodi straordinari. Sylvia Serbin nel libro Regine d’Africa ed eroine della diaspora nera riporta il racconto delle innumerevoli donne che hanno combattuto per non essere schiave, incluse le combattenti di un villaggio che hanno preferito morire tutte dopo aver nascosto i figli nei campi di miglio: nessuno di queste storie vale un film? Nel 1169 al Cairo una rivolta degli eunuchi neri tenne testa all’esercito regolare per mesi. Anche qui, nessuno sceneggiatore? Nello schiavismo americano ed europeo la castrazione non è esistita, se non come isolato episodio di sadismo, e uno schiavo castrato valeva meno, in quanto meno forte e impossibilitato a generare figli. In quello arabo musulmano veniva fatta su adulti e su bambini di 8 e 10 anni, e moltiplicava il valore dello schiavo. Venivano amputati pene e testicoli per i guardiani degli harem. L’amputazione dei soli testicoli era invece riservata a molti schiavi, per essere certi che non si potessero riprodurre. Il bambino castrato diventava un eunuco facilmente riconoscibile, statura alta, membra lunghe e sottili. Sono stati uno status symbol. Gli harem più importanti ne contavano fino a 300. Sono reperibili su internet le foto di eunuchi di origine africana nudi. Fotografie, non disegni. Non parliamo dell’alto Medio Evo. I copti erano costretti a eseguire la terribile amputazione, in Egitto per la rotta del Mediterraneo, in Etiopia per quella del Mar Rosso. Nell’imperdibile libro Il genocidio nascosto, Tidiane N’Diaye riporta la testimonianza di Antoine de Saint-Exupéry, autore del Piccolo principe, aviatore e direttore dell’aeroporto di Cap-Juby, nel Sud del Marocco. Nel 1927 scrisse a sua madre di uno schiavo, un nero rubato alle sue terre dove aveva moglie e figli, rimasti soli a vivere di stenti. Spiegava che nel Marocco del XX secolo lo schiavismo era tollerato. Nel cristianesimo la parola tolleranza non esiste. Cristo non pronuncia mai questa parola. Non si tollera il male. Nel Marocco del XX secolo invece lo schiavismo era tollerato, vietato teoricamente dai francesi, ma tollerato. De Saint-Exupéry spiega che lui non può farlo fuggire, mettendolo su un aereo per Agadir, perché, se lo facesse, finirebbero tutti assassinati. Per non scatenare rivolte, si sceglieva, appunto, la tolleranza. Il destino di questi schiavi, quando l’età li rendeva inabili al lavoro produttivo, era di morire abbandonati sul ciglio della strada, e di morire nudi. I bambini andavano tutte le mattine a controllare se il mucchio di ossa sotto le mosche respirava ancora o era morto. Una volta morto, seccato dal sole, la terra forse lo avrebbe accolto, se qualcuno di fosse accollato la fatica di seppellirlo. Altrimenti ci avrebbero pensato gli animali selvatici e i cani. Nel libro, N’Diaye parla anche dello schiavismo contemporaneo. Il silenzio selettivo che circonda i crimini arabo musulmani verso il popolo nero ha creato il mito completamente falso dell’unione tra gli arabi e popolazioni nero africane in quanto vittime solidali del colonialismo occidentale. Questo è particolarmente tragico perché, come nota l’autore, la tratta trans sahariana e lo schiavismo nell’Africa del Nord sono tuttora operativi. La colpa è dell’Italia. Le nostre frontiere sono aperte. Una frontiera è fatta di terra e sangue. Una nazione che non abbia frontiere è una nazione condannata a morte. Ma la tragedia della nostra immigrazione clandestina è anche quella di un nuovo schiavismo. Pur di arrivare in Italia, accecati da una propaganda che viene incentivata dalle parole di molti uomini politici e addirittura delle gerarchie cattoliche, molti africani diventano schiavi volontari. Molti pagano il tragitto fino a noi con anni di schiavismo volontario. Riferisce l’ autore che gli arabi della Libia considerano gli abitanti del Sud del Sahara esseri inferiori. La maggior parte di coloro che partono verso Italia hanno dovuto essere schiavi per almeno un anno prima di arrivare al barcone. Moltissimi non vi arriveranno mai: un enorme numero di loro muore di sete e di stenti mentre traversa il Sahara. La rotta del Sahara è di nuovo lastricata di scheletri, ma in compenso Ong, Caritas e coop possono mostrare al mondo il significato delle parole bontà disinteressata. Le ragazzine nigeriane tolte dai loro villaggi con l’inganno di promesse di lavori e vite fantastiche sono in tutto e per tutto una forma di schiavismo che senza la disinteressata bontà non riuscirebbe. Episodi di schiavismo esistono anche sul suolo europeo, benché crolli subito nel silenzio cortese dei media. Un gruppo di 1.400 ragazzine inglesi tra 11 e 16 anni, di famiglie disagiate o assenti, sono state schiavizzate, stuprate, aggredite e molestate da bande di uomini pakistani nella cittadina di Rotherham (Regno Unito). Per 16 anni è stato tutto taciuto, perché le assistenti sociali temevano l’accusa di razzismo. Per inciso, la storia è saltata fuori quando un giudice di origine pakistana ha cominciato le indagini. Essendo pakistano, non temeva le accuse di razzismo e ha fatto giustizia. L’impressione tragicamente forte è che il cosiddetto antirazzismo militante non sia desiderio di giustizia, ma semplicemente un odio totale contro civiltà cristiana che ha abolito lo schiavismo. Una volta che il cristianesimo sarà stato cancellato, una volta che la maledetta razza bianca si sarà gentilmente cancellata dalla faccia della terra per preservare il pianeta dalla CO2, il mondo non sarà migliore. Al contrario. Saranno spariti quelli che potevano fermare lo schiavismo.
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