2021-10-16
Fabbriche, logistica e trasporti. La frenata c’è ed è soltanto l’inizio
Migliaia di lavoratori incrociano le braccia da Nord a Sud. Produzione a rischio anche nei grandi gruppi, da Ferrari a San Benedetto. Mentre nelle città saltano le corse dei mezzi. E chiudono municipi e negoziL’Italia non si blocca. L’informazione online ieri era pressoché compatta nel fornire un’immagine di regolarità, a dispetto delle grandi preoccupazioni per l’entrata in vigore dell’obbligo generalizzato del green pass per i lavoratori. Proteste e manifestazioni sono state raccontate per dovere di cronaca, ma con ben chiaro l’intento di farle apparire circoscritte e sotto controllo. Non è scoppiata l’Apocalisse, è vero, però il disagio nel Paese è profondo e si sono registrati i primi segnali di ritardi, disorganizzazioni, astensioni dal lavoro che non sembrano affatto destinati a risolversi nei prossimi giorni. Molte questioni non sembrano avere soluzioni e se l’Italia non si ferma, con questo pass nemmeno può sperare in un ritorno alla normalità ormai doveroso, considerata la situazione sanitaria.picchetti nelle aziendeAll’Electrolux di Susegana, nel Trevigiano, ieri le proteste sono cominciate alle 5 del mattino con il primo turno di lavoro, durante il quale ha funzionato solo una delle quattro linee produttive. Non è un problema da poco per un’azienda. Alla protesta ha aderito circa il 20% dei 1.400 dipendenti, di cui 1.100 operai. Molti di coloro che sono sprovvisti di pass sono rimasti a casa, senza partecipare allo sciopero. Sempre in provincia di Treviso, a Vittorio Veneto, un’ottantina di lavoratori delle aziende della metalmeccanica Rica e Sipa, del gruppo Zoppas, hanno protestato tutto il giorno fuori dagli stabilimenti. A Scorzè, poco più di una ventina di chilometri da Venezia, quasi 200 lavoratori (pari al 20%) hanno iniziato la protesta programmata fino a venerdì prossimo fuori dalla sede della San Benedetto, leader in Italia nelle bevande analcoliche. Alla New Holland-Cnh di Modena, leader mondiale nel campo delle macchine agricole, numerosi operai si sono astenuti dal lavoro. Sciopero anche a Maranello, alla Ferrari. Al Sud, lavoratori della Manutenzione Scarl, azienda che si occupa della gestione e delle pulizie delle strade di Napoli e Caserta, hanno bloccato le attività a partire dalle 7 del mattino. A Messina, gli autisti in malattia, sono passati dai 17 di giovedì ai 25 di ieri. Poche altre notizie trapelavano nel corso della giornata, ma da quanto diffuso dal ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, nel primo giorno di obbligo di pass per tutti i lavoratori, alle 12 i dati Inps sui certificati malattia, nel pubblico e nel privato erano 47.393 e registravano un lieve aumento rispetto a due settimane fa (+5,5%) e un aumento del 23,3% rispetto al venerdì precedente. Possiamo immaginare che non ci sarà una battuta d’arresto, anzi crescerà il numero dei lavoratori che si daranno per malati pur di non dover sostenere il costo di più tamponi la settimana.incubo per i pendolariIn Veneto, sulla rete di trasporto urbano di Verona, sono saltati 400 turni, a Belluno 200. A Padova nelle primissime ore del mattino mancavano 200 corse solo in città. A Brescia, in Lombardia, secondo i sindacati non sono vaccinati tra l’8% e il 12% dei circa 700 autisti del trasporto urbano ed extraurbano e venerdì mattina non circolavano una novantina di mezzi. A Cantù, in provincia di Como, già giovedì erano saltate 150 corse per una trattativa tra autisti e azienda che ha lasciato a piedi studenti e lavoratori. A Milano l’Azienda di trasporti milanese Atm aveva anticipato l’assenza di 272 lavoratori tutti sprovvisti di green pass e segnalato un aumento del 15% dei casi di malattia (con una riduzione delle corse prevista del 4%). In Friuli Venezia Giulia, il caos a Trieste è stato pressoché completo per la non regolarità del servizio di trasporto pubblico locale, con interruzioni delle corse o ritardi, e perché il 70% dei tassisti ieri non era al lavoro. Molti corrieri, inoltre, non hanno fatto consegne. In Romagna sono stati cancellati 47 treni regionali, proprio quelli che utilizzano i pendolari per spostarsi sul luogo di lavoro. A Bologna e Ferrara, il Trasporto passeggeri Emilia Romagna (Tper) avrebbe 88 autisti che mancano all’appello, come segnalava il quotidiano Il Resto del Carlino. In Sardegna sono saltate una ventina di corse dell’Azienda trasporti extraurbani e ferroviari. Qualcuno può forse pensare che oggi si possa tornare alla normalità?la protesta dilagaTutti i dieci dipendenti del Comune di Badalucco, nell’entroterra ligure di Taggia, ieri hanno scioperato contro il green pass e il municipio è rimasto chiuso. Tra di loro c’era anche un vaccinato, che ha aderito alla protesta per solidarietà nei confronti dei colleghi. Da venerdì Aldo Querio Gianetto, sindaco di Colleretto Castelnuovo, in Piemonte, ha iniziato la sua personale protesta occupandosi solo delle emergenze e ricevendo i concittadini in piazza. «È per dare un piccolo ma forte segnale. Questo provvedimento rischia di essere fortemente discriminatorio, è una forma di controllo sociale che non approvo», ha dichiarato il primo cittadino. A Brusasco, in provincia di Torino, un supermercato ha deciso di tenere chiuso per protesta, ma se si confermassero le previsioni della Fiap, la Federazione italiana autotrasportatori professionali, di rischio nei prossimi giorni di scaffali vuoti, crisi dei carburanti e blocco delle industrie, negozi e punti vendita dovranno chiudere per mancanza di merce. Dal caos tamponi qualcuno ha preso le distanze. A Bra, in provincia di Cuneo, il farmacista Francesco Barosi ha collocato un cartello all’ingresso con la seguente segnalazione: «In questa farmacia non si stampa più il green pass. Gentili clienti, ci scusiamo per il disagio, ma non riusciamo più a star dietro a tutte le richieste di un governo che ha vomitato sulle nostre spalle le proprie fantasie anticostituzionali».
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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