2023-09-13
Extraprofitti, banchieri in pressing. «Tassa deducibile e senza i Btp»
Giovanni Sabatini (Imagoeconomica)
In audizione l’Abi evoca anche il rischio incostituzionalità per il provvedimento.L’Abi chiede di «escludere dal computo dell’imposta» straordinaria sulle banche «gli effetti reddituali (il margine di interesse) e patrimoniali (l’attivo su cui calcolare il Cap massimo di imposta) dei titoli sovrani». L’appello è stato lanciato ieri dal direttore generali dell’associazione dei banchieri, Giovanni Sabatini, durante l’ audizione alle commissioni del Senato sul cosiddetto dl asset. L’aumento del margine di interesse su cui è calcolata la tassa infatti, spiega, «non si compone solo del differenziale tra tassi attivi e passivi ma anche di rendimenti da investimenti in titoli di Stato la cui remunerazione non è fissata dalle banche». «Il sostegno delle banche al collocamento dei titoli del debito pubblico riveste un ruolo fondamentale», ha aggiunto Sabatini. L’associazione ha aspettato il confronto con il Parlamento per commentare la tassa del 40% sugli extraprofitti imposta agli istituti ma la bocciatura è chiara. Fra i punti dolenti la retroattività, che «incide sulla certezza del diritto», il mancato confronto preventivo e la non deducibilità della misura. Sabatini in audizione ha anche evocato il rischio incostituzionalità per il provvedimento, già paventato dai tecnici del servizio Bilancio del Senato, citando il precedente episodio della Robin Tax dove «la Corte costituzionale ha stabilito, come irragionevole e pertanto incostituzionale, l’addizionale Ires sul settore energetico».Sabatini ha poi ricordato che gli istituti «sono già oggetto di una tassazione elevata» e «in Italia, a differenza di altri Paesi europei, non sono stati applicati tassi negativi sui depositi in conto corrente, anche in presenza di rendimenti sui Bot negativi e anche in presenza di tassi negativi applicati sui depositi presso la Bce». Sulle banche si applica dal 2011 un’aliquota Irap maggiorata al 4,65% in luogo di quella ordinaria fissata al 3,90% e dal 2017 un’addizionale Ires pari al 3,5 per cento. «È necessario rendere deducibile ai fini Ires e Irap la tassa sugli extraprofitti. La non deducibilità dell’imposta non è in linea con il principio di inerenza che regola la determinazione del reddito imponibile ai fini Ires e con il principio di capacità contributiva di cui all’articolo 53 della Costituzione». Sabatini ha spiegato che il Testo Unico sulle imposte sul reddito, «sancisce come tutte le imposte che non gravino sul reddito e per le quali la rivalsa non sia esercitabile devono considerarsi deducibili secondo il principio di cassa, all’atto del loro pagamento». «L’onere in discussione dovrebbe ritenersi deducibile ai fini Ires e Irap; se così non fosse, la disposizione di cui al comma 5 della norma produrrebbe un improprio aggravio impositivo a danno dei soggetti passivi», ha precisato il dg dell’Abi. La retroattività della norma, inoltre, «incide sulla certezza del diritto, in contrasto con i principi e i criteri di certezza, irretroattività, programmabilità cui si ispira la delega fiscale pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 14 agosto».Contestata anche la comunicazione della decisione, avvenuta «senza alcun confronto preventivo anche con l’Abi», che ha prodotto un vulnus alla fiducia riposta sul mercato finanziario italiano. Sabatini ha inoltre fatto notare che il governo avrebbe dovuto chiedere un parere preventivo alla Bce prima di decidere di procedere con la tassa sugli extra-profitti. «Il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea impone agli Stati membri di chiedere preventivamente il parere della Bce in merito a progetti di disposizioni legislative che rientrino nella competenza della banca centrale». Il Mef però sostiene che la norma sulle banche ha un effetto differito e che dunque la sua possa intendersi come comunicazione preventiva.
«Haunted Hotel» (Netflix)
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