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Euro 2020 e Covid, Londra costretta a rivedere le regole per la finale

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Euro 2020 e Covid, Londra costretta a rivedere le regole per la finale
Wembley (Ansa)
  • Lo stadio designato per ospitare l'atto conclusivo del torneo è Wembley, ma va trovata una soluzione per consentire a una delegazione Uefa di 2.500 persone di assistere all'evento senza l'obbligo della quarantena di 10 giorni. Da Nyon fanno sapere di esser pronti a spostare tutto a Budapest. Boris Johnson al lavoro per trovare una «ragionevole sistemazione».
  • Mondiali 2022: domani in Norvegia si voterà sulla possibilità di boicottare l'evento in Qatar per la violazione dei diritti umani.

Lo speciale contiene due articoli.


Sabato prossimo il campionato europeo di calcio entrerà nella fase cruciale la fase a eliminazione diretta. Centro nevralgico delle partite sarà Wembley: nello stadio della capitale inglese si disputeranno due ottavi di finale, le due semifinali e la finalissima di domenica 11 luglio. Il governo britannico sta studiando una soluzione ragionevole per accogliere la folta delegazione Uefa, composta da circa 2.500 persone tra dirigenti sportivi, media, sponsor e autorità politiche, che arriveranno a Londra nei prossimi giorni. «La priorità resta la salute pubblica» - ha affermato il premier britannico Boris Johnson, - «ma siamo al lavoro per cercare una ragionevole sistemazione per l'ampia delegazione Uefa». Tradotto, significa che il governo inglese dovrebbe rivedere le rigidissime regole anti Covid imposte a chi arriva nel Regno Unito dall'estero, ossia l'obbligo di osservare un periodo di quarantena di 10 giorni. I 2.500 ospiti dell'Uefa godrebbero un'esenzione in tal senso.

Proprio la Uefa ha chiesto al governo britannico la possibilità di ottenere questa speciale esenzione. Una richiesta alla quale Boris Johnson non ancora risposto in maniera affermativa per evitare sì la diffusione del virus, ma anche di prendere una scelta che risulterebbe altamente impopolare agli occhi dei cittadini britannici, ancora fortemente limitati nei loro spostamenti. Ecco quindi spiegata la volontà del premier inglese di «voler trovare una ragionevole sistemazione» affinché Londra non possa perdere la possibilità di ospitare la finalissima del prossimo 11 luglio. Oltre quest'aspetto, c'è da tenere in considerazione l'interesse di Boris Johnson a mantenere aperto il dialogo con l'organo che gestisce il calcio europeo, la Uefa, e di riflesso anche la Fifa, in vista della candidatura inglese a ospitare i mondiali del 2030.

Il rischio di perdere la finale a Londra è stato paventato nei giorni scorsi dalla Uefa che si sarebbe detta pronta a sostituire Wembley con la Puskas Arena di Budapest, in Ungheria, unico stadio di questi europei itineranti a garantire la capienza totale del pubblico. Uefa che nel frattempo si è detta soddisfatta «L'Uefa è lieta che la capacità a Wembley aumenterà almeno del 50% per le partite della fase a eliminazione diretta. Al momento stiamo discutendo con le autorità locali per cercare di consentire ai tifosi delle squadre partecipanti di assistere alle partite utilizzando un rigoroso sistema di test e bolla il che significherebbe che la loro permanenza nel Regno Unito sarebbe inferiore a 24 ore e i loro spostamenti sarebbero limitati ai soli trasporti e luoghi approvati. Comprendiamo le pressioni che il governo deve affrontare e speriamo di poter giungere a una conclusione soddisfacente delle nostre discussioni in materia. C'è sempre un piano di emergenza, ma siamo fiduciosi che l'ultima settimana si terrà a Londra».

E se la Uefa guarda con ottimismo alla fase a eliminazione diretta a Londra, dall'altra parte d'Europa, cresce la preoccupazione per l'aumento dei contagi. Parliamo di Mosca, dove il sindaco Serghei Sobyanin ha annunciato l'entrata in vigore di nuove restrizioni per abbassare la curva dei contagi vietando, tra le altre cose, eventi che prevedano la partecipazione di più di 1.000 persone e quindi la chiusura immediata delle «fan zone», ovvero le aree riservate ai tifosi che seguono le partite degli europei.

Qatar 2022, in Norvegia si vota il boicottaggio

Nella giornata di domenica 20 giugno in Norvegia, attraverso un congresso straordinario della Federcalcio locale, si voterà sulla possibilità di boicottare i prossimi mondiali di calcio, in programma tra il 21 novembre e il 18 dicembre del 2022 in Qatar. Il motivo che sta alla base di questa clamorosa decisione risiede nelle condizioni del lavoratori migranti in Qatar, in particolare sulle presunte morti dei lavoratori per la costruzione degli stadi verificatesi negli ultimi 10 anni. «Giocare in Qatar sarebbe come giocare in un cimitero» ha affermato il portavoce della Norwegian supporters alliance (Nsa) Ole Krisrian Sandvik. Secondo un rapporto stilato dal Guardian, dal 2010 in Qatar sarebbero morti 6.500 lavoratori stranieri, la maggior parte dei quali provenienti da Pakistan, India, Sri Lanka, Nepal e Bangladesh.

Tutto poi dipenderà dalla qualificazione o meno della Norvegia ai prossimi mondiali. La nazionale scandinava è inserita all'interno del gruppo G delle qualificazioni europee con Olanda, Turchia, Montenegro, Lettonia e Gibilterra. Gruppo che al momento, dopo tre giornate, vede al comando la Turchia con 7 punti, davanti al trio formato da Olanda, Montenegro e proprio la Norvegia, appaiate a quota 6 punti. Considerando che si qualificano direttamente alla fase finale della rassegna iridata le prime classificate di ogni girone e altre tre nazionali attraverso gli spareggi tra le seconde classificate e che il commissario tecnico Ståle Solbakken può contare su una stella del calcio europeo come Erling Braut Håland, oggi al Borussia Dortmund ma in procinto di passare al Real Madrid, si può pensare che la Norvegia abbia buone chance di qualificarsi ai prossimi mondiali. Sempre che la decisione della Federcalcio non renda vano ogni sforzo. Se il boicottaggio dovesse andare a buon fine, la Federazione norvegese andrebbe incontro a pesanti sanzioni da parte della Fifa: si parla di una multa di 18.000 euro e l'esclusione della Norvegia dalle qualificazioni ai successivi mondiali del 2026 che si disputeranno tra Stati Uniti, Messico e Canada.

Se Macron parla con Putin è un genio. Per chi tratta da sempre, solo insulti
Emmanuel Macron (Ansa)
Dopo mesi di sfottò e accuse a Trump e Orbán, il presidente francese rompe l’asse dei volenterosi e capisce alla buon’ora che con lo zar bisogna dialogare. Stavolta però Berlino e Bruxelles non lanciano scomuniche.

Contrordine! Adesso dialogare con Vladimir Putin non è più un sacrilegio. L’apertura di Emmanuel Macron ad avere contatti diretti con lo zar non ha infatti innescato il putiferio politico-mediatico puntualmente esploso ogni volta che un leader internazionale ha auspicato o avviato un tentativo diplomatico col Cremlino.

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Clandestino deruba una settantatreenne per il crack
Polizia (iStock)
La donna, malata di cancro, stava prelevando a un bancomat a Bologna, quando è stata aggredita da un marocchino: le ha afferrato i polsi e portato via i contanti. L’uomo è stato poi arrestato mentre stava acquistando una dose di droga.

Ha afferrato un’anziana donna ai polsi e poi le ha rubato i soldi che la vittima aveva appena prelevato allo sportello del bancomat. La squadra mobile della questura di Bologna ha arrestato un ventisettenne marocchino che, lo scorso 19 novembre, ha rapinato una malata oncologica di 73 anni. L’aggressione è avvenuta in via Cairoli, a Bologna, e, dopo alcune settimane di indagini, le forze dell’ordine sono riuscite a individuare il presunto responsabile e identificarlo. Nei confronti del giovane marocchino, che è risultato irregolare in Italia, è stata disposta la misura cautelare della custodia in carcere. Le indagini hanno consentito di ricostruire quanto accaduto ai danni di una donna «anziana e malata oncologica».

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La clemenza di re Sergio bacia l’ex calciatore con il concorso in omicidio
Alla F. Hamad Abdelkarim (Ansa)
Il legale: «Nuova istanza di revisione». Tra gli altri quattro c’è Franco Cioni, l’anziano che uccise la moglie malata terminale.

Concedere la grazia ad alcuni detenuti in prossimità delle festività natalizie è da sempre un gesto di clemenza simbolico molto forte, tradizionalmente riservato a vicende giudiziarie con risvolti umani delicati. Ma tra i cinque provvedimenti di clemenza firmati ieri dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con il parere favorevole del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, c’è n’è uno destinato a far discutere. È quello nei confronti di Alla F. Hamad Abdelkarim, già calciatore della Serie A libica giunto in Italia su un barcone, condannato alla pena complessiva di 30 anni di reclusione per delitti di concorso in omicidio plurimo, violazione delle norme sull’immigrazione per fatti avvenuti nel 2015.

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Mattarella perdona uno scafista. Grazierà pure il gioielliere Roggero?
Sergio Mattarella (Ansa)
Il Quirinale concede uno sconto di pena ad Abdelkarim Alla F. Hamad, classe 1995, punito con 30 anni di reclusione per la strage in mare del 2015, nella quale morirono 49 migranti, asfissiati nella stiva.

Regalo di Natale da parte di Sergio Mattarella a uno scafista: condannato a 30 anni di carcere per il naufragio di un’imbarcazione in cui morirono 49 persone, Abdelkarim Alla F. Hamad è stato graziato. I fatti risalgono a Ferragosto di dieci anni fa: la barca carica di migranti salpò da Sabratha, ma quando arrivò sulle nostre coste nella stiva i soccorritori trovarono 49 cadaveri. Rinchiusi là sotto, molti morirono asfissiati. I sopravvissuti accusarono otto persone di aver organizzato il viaggio e tra questi l’ex giocatore libico Aldelkarim Alla F. Hamad. I giudici lo condannarono insieme ai suoi compagni per concorso in omicidio plurimo e violazione delle norme sull’immigrazione, appioppandogli in tutto 30 anni di carcere. Del suo caso in passato si era occupata anche Rai 3, raccontando la sua storia e quella di chi era partito con lui e dando conto della battaglia per la revisione del processo.

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