2023-08-30
Il governo ottiene dal Pakistan l’estradizione del padre di Saman
Shabbar Abbas, padre di Saman (Ansa)
L’uomo è accusato di aver ucciso la figlia poiché qui in Italia viveva da occidentale. A Islamabad, giudici e ministro dell’Interno hanno dato l’ok al trasferimento. Il viaggio è rimandato per un ricorso dell’avvocato.Dopo l’ok del giudice della Corte distrettuale di Islamabad e quello del ministero dell’Interno pakistano sembrava che l’ultimo scoglio per la consegna all’Italia di Shabbar Abbas, il padre di Saman, la diciottenne assassinata la notte tra il 30 aprile eil 1° maggio 2021 a Novellara perché si era opposta a un matrimonio combinato, fosse stato superato. Un difetto di notifica del ricorso contro la decisione di consegnare alle autorità italiane l’imputato per l’omicidio della figlia, però, è l’ennesimo colpo di scena che tratterà ancora nel suo Paese Shabbar. Ieri mattina il ministro dell’Interno pachistano aveva già firmato i documenti e un funzionario aveva confermato ai giornalisti che Shabbar sarebbe stato «portato in Italia con un aereo charter». Nell’estremo tentativo di bloccare l'estradizione, il difensore di Shabbar, l’avvocato Mahmood Akhtar, ha depositato un ricorso all’Alta corte di giustizia. L’udienza era già stata fissata per ieri pomeriggio quando, però, i cancellieri si sono accorti che mancava la notifica al ministero dell’Interno, ovvero una delle parti in causa, visto che il ministro il 16 agosto scorso ha emesso l’ordinanza con la quale si imponeva alla prigione Adiala Jail Rawalpindi di trasferire la custodia di Shabbar all’Agenzia investigativa federale (Fia), che avrebbe poi facilitato la sua consegna al governo italiano. E, così, dopo circa 30 udienze, bisognerà aspettare ancora. D’altra parte l’avvocato Akhtar ha usato sin dall’inizio tutte le leve giuridiche per trattenere il suo assistito in Pakistan. A partire dalle contestazioni sulla validità dei documenti giudiziari d’accusa inviati dagli inquirenti italiani. Dopo aver sostenuto «l’infondatezza» degli elementi a carico del suo assistito e la «falsità», così l’ha definita, «della versione fornita dalle autorità italiane (contenuta nell’ordinanza che dispone il giudizio davanti alla Corte d'assise, che contiene i capi d’imputazione dai quali deve difendersi Shabbar, ndr)», ha anche eccepito l’irregolarità della documentazione e la mancanza di alcuni atti in originale, citando a più riprese «l’extradition act del Pakistan», ovvero le norme che regolamentano i casi di estradizione. Nonostante bisognerà attendere ancora un po’, la comunità pakistana in Italia ha definito «storica» la decisione sull’estradizione. Deve essere «esemplare», ha commentato il rappresentante della comunità pakistana in Italia, Ahmad Ejaz, «in modo da permettere giustizia per Saman, ma anche per le altre quattro ragazze pakistane che come lei sono state uccise in Italia per aver rifiutato matrimoni combinati forzati». «All’estradizione hanno lavorato intensamente l’ambasciatore pakistano in Italia Ali Javed e l’ambasciata italiana a Islamabad», ha spiegato Ejaz, che ha aggiunto: «Penso che adesso, con l’arrivo di Abbas, si possa finalmente fare uscire la verità». Parole molto simili a quelle del difensore dello zio di Saman, Danish Hasnain (considerato l’esecutore materiale): «È un dato processuale importante, utile all’accertamento dei fatti», ha affermato l’avvocato Liborio Cataliotti. Zio Danish, dopo aver fatto ritrovare i resti di Saman, ha rispedito al mittente le accuse e scarica le colpe sugli stretti familiari della vittima, per questo i suoi difensori ritengono «utile all’accertamento dei fatti» la presenza di Shabbar in aula. Il processo per l’omicidio di Saman, infatti, nel frattempo va avanti. La prossima udienza è fissata per l’8 settembre ed è previsto l'ascolto in aula del fratellino di Saman. Shabbar, insieme alla moglie Nazia Shaeen (ancora latitante) e allo zio Danish (considerato l’esecutore materiale), è accusato dell'omicidio della ragazza. A due cugini di Saman, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, invece, viene contestato l’occultamento del cadavere. Nell’avviso di chiusura delle indagini si legge che «la notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021, dopo che Saman (allontanata dalla famiglia su disposizione del Tribunale per i minorenni di Bologna il 12 novembre 2020) aveva fatto ritorno nella sua abitazione per recuperare i documenti e andarsene definitivamente di casa, i genitori (affidandola) e gli altri indagati (prendendola in consegna), con violenze e minacce la privavano della libertà personale» per poi ucciderla e seppellirla nella buca in cui è stata ritrovata un anno e mezzo dopo. Stando ai risultati dell’autopsia, Saman sarebbe stata «strangolata o strozzata» per questo motivo: aveva «trasgredito a precetti religiosi e disonorato (conseguentemente) il nucleo familiare». Errori che nella subcultura pakistana si pagano col sangue. Nel giugno 2021 viene intercettata una telefonata durante la quale il padre di Saman dal Pakistan si sfoga con un parente rimasto in Italia: «Ho ucciso mia figlia. Per me la dignità degli altri non è più importante della mia. L’ho uccisa per la mia dignità e per il mio onore». Ma quello non è stato l’unico passo falso. Dopo il delitto i familiari di Saman hanno commesso anche un altro errore, passando, con pala e badile, davanti a una telecamere di sicurezza dell’azienda agricola in cui lavoravano.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.