2022-12-27
In Estonia c’è la gemella della finta Ong dei Giorgi
La società è identica a quella poi ceduta al barista sloveno compagno della figlia di Panzeri. Le due Equality sono nate quando il padre era eurodeputato e non poteva essere remunerato da soggetti terzi. In un moderno palazzo a forma di parallelepipedo grigio, di fronte a un bar e a un sexy shop potrebbe essere custodito uno dei segreti del Qatargate. Siamo nel centro di Tallin, capitale dell’Estonia, non distante dall’imponente Palace hotel, location perfetta per una spy story da guerra fredda. In via Tatari 2, all’interno di un business center, aveva la sua sede la Equality consultancy, la società gemella dell’omonima srl italiana di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi.Protagoniste della nostra storia sono la famiglia Panzeri e la famiglia Giorgi.Diversi componenti delle due casate sono stati arrestati, altri sono indagati. Il giudice istruttore belga Michel Claise ha spedito in cella l’ex europarlamentare Pd Pier Antonio Panzeri, mentre ha mandato ai domiciliari la moglie Maria Dolores Colleoni e la figlia Silvia; in gattabuia è finito anche Francesco Giorgi, ex assistente di Panzeri a Bruxelles, mentre per i suoi genitori, Luciano e Iole, Claise ha chiesto un interrogatorio in veste di indagati per alcuni bonifici sospetti inviati a Bruxelles per un acquisto immobiliare. I Panzeri e i Giorgi sono accusati di associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio.Il filo rosso che unisce queste persone è rappresentato dai servigi di una ragioniera di Opera (Milano), la cinquantacinquenne Monica Rossana Bellini. Ma anche dalla Equality, una ditta impiegata in Italia dal 2018 al 2020 in attività collegate al mondo delle Ong e delle relazioni internazionali e che, forse, era stata pensata per avere un significativo ruolo all’interno del Qatargate. La Equality estone dista 2.500 chilometri dalla sorella italiana di Opera, ma la sua compagine societaria era esattamente sovrapponibile, come abbiamo scoperto consultando l’atto costitutivo, siglato il 6 settembre 2018 davanti al notaio Aivar Mesikäpp. Le quote di entrambe erano infatti in mano alla ragioniera Bellini, a Luciano Giorgi, 66 anni, nato e cresciuto ad Abbiategrasso, e al di lui figlio, Stefano, classe 1990. La prima deteneva il 5 per cento, Giorgi senior il 70 e l’erede il 25. Il capitale sociale in Estonia era di 2.500 euro, in Italia di 10.000.Il 28 dicembre 2018 nasce la Equality italiana. Il 9 aprile 2019 Panzeri annuncia di aver rifiutato la ricandidatura alle Europee.Il 18 giugno 2019, pochi giorni dopo le elezioni per il Parlamento di Bruxelles, l’assemblea della ditta estone delibera lo scioglimento e, su istanza del liquidatore, Erik Salur, la società, il 15 aprile 2020, viene cancellata dal registro. La compagine italiana va nella stessa direzione: il 23 luglio 2019 i due Giorgi cedono le loro quote; il 5 settembre Stefano lascia alla Bellini il ruolo di amministratore unico; nel novembre del 2020, la Equality di Opera viene messa in liquidazione; l’8 giugno del 2021 cessa di esistere.In Italia l’ultimo bilancio segna perdite per 51.000 euro, a Tallin invece la Equality, tra l’11 settembre 2018 e il 18 giugno 2019, non avrebbe svolto alcun tipo di attività economica, chiudendo l’esercizio con un attivo di 2.500 euro, ovvero il capitale investito. Ma a che cosa doveva servire quella scatola vuota? E perché una ragioniera con lo studio a Opera e un preside scolastico di Abbiategrasso si sono spinti sin sulle rive del Mar Baltico per fondare una società di consulenza a livello internazionale?La mente contabile di queste iniziative sarebbe proprio la bergamasca Bellini. In Lombardia è figura nota avendo ottenuto numerosi incarichi di derivazione politica in Comuni e società partecipate ed avendo lei stessa, negli anni 90, ricoperto il ruolo di assessore in una giunta a guida Pds.Claise la considera «responsabile della consulenza gestionale e finanziaria della coppia Panzeri-Colleoni» e sospetta che la donna possa aver veicolato «operazioni di riciclaggio». Per questo ne ha ordinato la perquisizione, anche se a giudizio dei legali della Bellini l’indagine sarebbe «unicamente a carico di terze persone». Per gli avvocati la loro assistita non sarebbe «la consulente finanziaria o contabile dei coniugi Panzeri» e la stessa con un altro quotidiano ha specificato che il suo gruppo di lavoro «si è occupato dalla contabilità forfettaria dello studio legale di Silvia Panzeri». La Bellini ha anche dichiarato che Giorgi senior non sarebbe altro che «uno dei suoi tanti clienti», omettendo, però, di ricordare di aver fondato con lui e con suo figlio le due Equality. La cui costola italiana, che, come abbiamo già scritto, pur occupandosi di questioni molto distanti dal mondo della scuola, ma molto vicine al raggio di azione di Francesco Giorgi e Panzeri senior, è riuscita a fatturare per prestazioni 240.000 euro nel 2019 e 81.000 l’anno successivo. Davvero un bel risultato. Ma chi sono stati i clienti che in meno di 24 mesi hanno gonfiato le casse della srl, con 321.000 euro?Le Equality sono nate quando Panzeri senior era eurodeputato e non poteva essere remunerato da soggetti terzi. Poi l’ex sindacalista non è stato rieletto e ha fondato la sua Ong Fight impunity, diventando praticamente un lobbista. A questo punto le due Equality sono state smantellate quasi contemporaneamente. Si tratta di un semplice caso? Forse no. Un indizio parrebbe certificare lo stretto legame che c’era tra le società di consulenza dismesse e Panzeri: sapete a chi ha ceduto il 40 per cento delle sue quote Luciano Panzeri in Italia? Al cinquantaseienne sloveno Manfred Forte. E chi è costui? Grazie ad alcune fonti il 24 dicembre abbiamo svelato che sarebbe niente meno che il compagno di Silvia Panzeri. Un legame che ci fa intravedere il filo rosso che conduce dall’Equality a Panzeri, anche se a costituire l’azienda ufficialmente sono stati padre e fratello del suo assistente parlamentare e la ragioniera che seguiva la contabilità della figlia Silvia.Ieri abbiamo provato a chiedere alla ragioniera se quella scatola estone fosse stata pensata per far transitare verso l’Italia pagamenti che sarebbe stato meglio non far giungere direttamente nel nostro Paese, fosse anche solo per questioni di opportunità politica o di possibili conflitti d’interesse. Nei piani iniziali i soldi dal Qatar o quelli Marocco avrebbero dovuto passare dal Baltico?Il gip di Aosta Giuseppe Colazingari ha spiegato in un recente decreto di sequestro ai danni di Nicolò Figà-Talamanca, segretario generale della Ong No peace without justice, pure lui arrestato in Belgio, quale sarebbe lo schema della presunta associazione per delinquere: «Vi sono Stati “corruttori” che versano denaro sul conto di società con sede all’estero e, successivamente, il denaro viene versato su uno dei conti di una ong/onp di Talamanca, il cui ruolo parrebbe essere quello di garantire che il denaro venga poi convogliato ai destinatari della corruzione».Qualche Stato «corruttore» avrebbe dovuto inviare i soldi anche alla Equality? Ieri abbiamo provato a domandarlo sia a Luciano Giorgi che alla Bellini. Quest’ultima ci ha risposto con due sole parole: «Mi perseguita». Ma noi siamo solo alla ricerca di qualche risposta.
Il simulatore a telaio basculante di Amedeo Herlitzka (nel riquadro)
Gli anni Dieci del secolo XX segnarono un balzo in avanti all’alba della storia del volo. A pochi anni dal primo successo dei fratelli Wright, le macchine volanti erano diventate una sbalorditiva realtà. Erano gli anni dei circuiti aerei, dei raid, ma anche del primissimo utilizzo dell’aviazione in ambito bellico. L’Italia occupò sin da subito un posto di eccellenza nel campo, come dimostrò la guerra Italo-Turca del 1911-12 quando un pilota italiano compì il primo bombardamento aereo della storia in Libia.
Il rapido sviluppo dell’aviazione portò con sé la necessità di una crescente organizzazione, in particolare nella formazione dei piloti sul territorio italiano. Fino ai primi anni Dieci, le scuole di pilotaggio si trovavano soprattutto in Francia, patria dei principali costruttori aeronautici.
A partire dal primo decennio del nuovo secolo, l’industria dell’aviazione prese piede anche in Italia con svariate aziende che spesso costruivano su licenza estera. Torino fu il centro di riferimento anche per quanto riguardò la scuola piloti, che si formavano presso l’aeroporto di Mirafiori.
Soltanto tre anni erano passati dalla guerra Italo-Turca quando l’Italia entrò nel primo conflitto mondiale, la prima guerra tecnologica in cui l’aviazione militare ebbe un ruolo primario. La necessità di una formazione migliore per i piloti divenne pressante, anche per il dato statistico che dimostrava come la maggior parte delle perdite tra gli aviatori fossero determinate più che dal fuoco nemico da incidenti, avarie e scarsa preparazione fisica. Per ridurre i pericoli di quest’ultimo aspetto, intervenne la scienza nel ramo della fisiologia. La svolta la fornì il professore triestino Amedeo Herlitzka, docente all’Università di Torino ed allievo del grande fisiologo Angelo Mosso.
Sua fu l’idea di sviluppare un’apparecchiatura che potesse preparare fisicamente i piloti a terra, simulando le condizioni estreme del volo. Nel 1917 il governo lo incarica di fondare il Centro Psicofisiologico per la selezione attitudinale dei piloti con sede nella città sabauda. Qui nascerà il primo simulatore di volo della storia, successivamente sviluppato in una versione più avanzata. Oltre al simulatore, il fisiologo triestino ideò la campana pneumatica, un apparecchio dotato di una pompa a depressione in grado di riprodurre le condizioni atmosferiche di un volo fino a 6.000 metri di quota.
Per quanto riguardava le capacità di reazione e orientamento del pilota in condizioni estreme, Herlitzka realizzò il simulatore Blériot (dal nome della marca di apparecchi costruita a Torino su licenza francese). L’apparecchio riproduceva la carlinga del monoplano Blériot XI, dove il candidato seduto ai comandi veniva stimolato soprattutto nel centro dell’equilibrio localizzato nell’orecchio interno. Per simulare le condizioni di volo a visibilità zero l’aspirante pilota veniva bendato e sottoposto a beccheggi e imbardate come nel volo reale. All’apparecchio poteva essere applicato un pannello luminoso dove un operatore accendeva lampadine che il candidato doveva indicare nel minor tempo possibile. Il secondo simulatore, detto a telaio basculante, era ancora più realistico in quanto poteva simulare movimenti di rotazione, i più difficili da controllare, ruotando attorno al proprio asse grazie ad uno speciale binario. In seguito alla stimolazione, il pilota doveva colpire un bersaglio puntando una matita su un foglio sottostante, prova che accertava la capacità di resistenza e controllo del futuro aviatore.
I simulatori di Amedeo Herlitzka sono oggi conservati presso il Museo delle Forze Armate 1914-45 di Montecchio Maggiore (Vicenza).
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Lo ha detto il vicepresidente esecutivo della Commissione europea per la Coesione e le Riforme Raffaele Fitto, a margine della conferenza stampa sul Transport Package, riguardo al piano di rinnovamento dei collegamenti ad alta velocità nell'Unione Europea.