L’inchiesta per ’ndrangheta non vale per il Pd

Sono i rapporti con la politica l'elemento «caratterizzante dell'associazione di stampo mafioso». A dirlo gli atti della più importante indagine sul radicamento della 'ndrangheta in Emilia Romagna. L'inchiesta «Aemilia». Che la politica, però, a conti fatti, l'ha soltanto sfiorata: 117 arresti, 58 condanne in abbreviato e 147 imputati ancora alla sbarra, ma gli uomini di partito finiti a processo sono stati soltanto due.

Giuseppe Pagliani, consigliere comunale di Reggio Emilia in quota Forza Italia e Giovanni Paolo Bernini, all'epoca presidente uscente del consiglio comunale a Parma, anche lui di Forza Italia. Il primo accusato di concorso esterno, il secondo di concorso esterno e voto di scambio politico mafioso. Entrambi - processati con l'abbreviato - sono stati prosciolti. Qualche giorno fa Bernini ha depositato un esposto al Consiglio superiore della magistratura: chiede di verificare se il pm titolare dell'inchiesta «abbia volontariamente evitato di indagare nei confronti di esponenti locali e nazionali del Pd». Il magistrato è Marco Mescolini, tornato alla toga dopo un periodo «fuori ruolo». Tra il 2006 e il 2007 (governo Prodi) fu capo dell'ufficio del viceministro Roberto Pinza (Pd) al ministero dell'Economia e delle Finanze, in qualità di consigliere giuridico.

Negli atti degli inquirenti che hanno innescato il maxi processo c'è un capitolo dal titolo «Politica ed elezioni». Si parla del «mercato dei voti» che interessò le diverse province emiliane tra il 2006 e il 2012. Un «interesse di natura affaristica», specificano gli inquirenti, con gli «affiliati che scelgono di volta in volta il candidato da sostenere senza prediligere un partito». Nell'elenco delle consultazioni elettorali attenzionate ci sono le elezioni che si tennero a Parma nel 2007, in relazione alle quali Bernini finì a processo. Ma ci sono anche le amministrative del 2006 a Salsomaggiore Terme, nelle quali fu eletto Massimo Tedeschi (Pd), le amministrative di Sala Baganza del 2011 quando divenne sindaco Cristina Merusi (lista civica «Solidarietà») e le Comunali di Parma del 2012, quando gli affiliati rimasero amaramente delusi dalla vittoria dei Cinque Stelle (dalle intercettazioni: «…qui è andata male…», «…sì, è grigia, è grigia», «… cioè guarda, ci rimani male, hai lavorato tanto… hai fatto tanto, bordelli in giro... chiedi favori… chiedi questo chiedi quello…», «i comici! I comici si sono presi la città», «…sono tanto incazzato guarda…»). Di come orientare su questo o quel candidato i voti, gli uomini delle cosche parlano in più occasioni. Le intercettazioni sono agli atti. Ad esclusione di Bernini, però, nessuno dei politici citati nei dialoghi risulta essere - o essere stato - indagato.

Salsomaggiore Terme

Si legge negli atti: «È stato possibile verificare l'interessamento nelle consultazioni elettorali di Salsomaggiore Terme del 2006 a seguito delle quali viene eletto sindaco Massimo Tedeschi, esponente locale dei Democratici di Sinistra», (in carica fino al 2011, per un breve periodo sostituto di Bersani in Parlamento e oggi presidente dell'Associazione europea delle vie Francigene, ndr). E ancora: in una conversazione dell'8 febbraio 2007 Alfonso Martino (condannato in abbreviato a 9 anni più due di libertà vigilata per associazione mafiosa, spaccio e detenzione illegale di armi, ndr) comunica a Romolo Villirillo (condannato in abbreviato a 12 anni e 2 mesi, ndr) che su Salsomaggiore vi sono degli appalti comunali per la ristrutturazione delle scuole pubbliche. Villirillo consiglia a Martino di recarsi direttamente dal sindaco e presentarsi dicendo: «Io sono il fratello di quello che ti ha fatto dare i cosi… i voti là». In una conversazione successiva del 29 maggio 2007 Villirillo riferisce a Martino: «Ho parlato … io personalmente… con il sindaco di Salsomaggiore… e mi ha detto di andare dalle sue segretarie e dirgli che sei Alfonso Martino, l'amico di Romolo da Cutro… giù dalla Calabria…». In un altro passaggio Villirillo riferisce a Martino di aver detto al sindaco Tedeschi: «Dotto' sono mortificato perché sta venendo a trovarvi Alfonso Martino per lavoro! Nel giusto! E non vi fate trovare». E conclude, rivolto a Martino: «…quando sei con lui mi chiami che lo saluto...». Nelle carte, gli inquirenti scrivono che ciò dimostra «che un legame era presente e durava nel tempo».

Sala Baganza

A Sala Baganza, paesino di poco più di cinquemila anime in provincia di Parma le elezioni si tennero nel 2011. Scrivono gli inquirenti: «Nella prima fase delle investigazioni relative al presente procedimento penale si è accertato l'interessamento della cosca emiliana anche alle elezioni nel Comune di Sala Baganza avvenute il 15 e 16 maggio 2011». Vincerà una lista civica di centrosinistra.

Parma 2012

Si legge negli atti: «In piena campagna elettorale si registrano una serie di captazioni telefoniche ed ambientali in cui si evince l'interessamento diretto di Martino Alfonso e Olivo Domenico (cognato di Romolo Villirillo, ndr) nell'indirizzare il flusso elettorale della cosca nei confronti del candidato Pd, Scarpino Pierpaolo (mai indagato e oggi consigliere comunale Pd a Parma, ndr) inserito nelle liste che appoggiano il candidato sindaco Vincenzo Bernazzoli ». In una conversazione riportata i due fanno una stima dei voti che riescono a procurare in favore del candidato prescelto ma, specificano i pm, «Alfonso pretende da parte del politico il pagamento di una cifra di denaro: “Ci deve entrare qualcosa… non facciamo niente se no… (…) questo vuole una mano? Io i voti te li garantisco … sei disposto a darci mille euro?».

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