2020-04-11
Esperto di polmoni dalla morte del padre. L’angelo di Boris è l’orgoglio del Sud
Il catanzarese Luigi Camporota sta curando il primo ministro. È considerato un luminare, ma resta umile e sfugge i riflettori.Se Boris Johnson sta bene, dopo giorni di paura, lo deve anche a un medico italiano, il professor Luigi Camporota, definito dal Times «un'eccellenza nel campo della terapia intensiva e della cura delle malattie respiratorie». Originario di Catanzaro, 50 anni compiuti il 2 aprile, lo specialista in problemi ai polmoni (e di macchinari che ne supportano le funzioni vitali), lavora nel reparto di terapia intensiva del St. Thomas hospital di Londra, dove il primo ministro inglese era stato ricoverato domenica sera, dopo che le sue condizioni di positivo al Covid-19 si erano aggravate. Camporota fa parte del team guidato dal Richard Leach, considerato il maggior esperto del Regno Unito nella gestione delle emergenze respiratorie. Grazie al lavoro di squadra dei medici e a un fisico che ha reagito bene, il premier ha lasciato la terapia intensiva, ma continua a essere monitorato. La presenza di uno specialista italiano al suo capezzale è l'ennesima conferma della nostra eccellenza medica anche fuori dal Paese. «Siamo orgogliosi dei nostri professionisti che si fanno onore davanti al mondo: complimenti al medico calabrese Luigi Camporota, che sta curando Boris Johnson. È anche questo il bello dell'Italia e della Calabria nel mondo. I nostri cervelli, le nostre capacità, il nostro lavoro», ha twittato il leader della Lega, Matteo Salvini. Parole di stima e di apprezzamento stanno arrivando da ogni parte, anche se il professore preferisce concentrarsi sul lavoro in reparto, dove «tutti i pazienti sono importanti. Per me personalmente non è cambiato nulla», ha commentato al fratello Paolo. Studente «eccellente, preparatissimo, molto garbato anche da un punto di vista umano», come lo ricorda Girolamo Pelaia, professore ordinario di malattie dell'apparato respiratorio all'università Magna Grecia di Catanzaro, Camporota nel 1995 si è laureato con il massimo dei voti e la lode alla facoltà di medicina di Catanzaro (quando ancora non era autonoma e dipendeva da Reggio Calabria), con una tesi dal titolo «Fenotipo e attivazione modello di macrofagi alveolari nell'asma atopico». Cinque anni dopo si specializza in medicina respiratoria e, completato il tirocinio al policlinico di Catanzaro, ottiene un dottorato presso l'università di Southampton per passare poi all'Oxford Radcliffe hospital. Successivamente, al St. Thomas hospital di Londra dove continua a lavorare. Camporota, che insegna anche al King's college, è considerato un grande esperto di insufficienza respiratoria, di ventilazione meccanica avanzata, di monitoraggio emodinamico e di ossigenazione extracorporea a membrana (Ecmo). Ha al suo attivo pubblicazioni scientifiche sulle più note riviste mediche, con ricerche in ingegneria fisiologica e monitoraggio respiratorio che gli hanno valso diversi riconoscimenti all'estero. La scelta di specializzarsi in malattie delle vie respiratorie forse nacque durante la malattia del padre, deceduto per edema polmonare quando Luigi era ancora studente di medicina. Colleghi, familiari lo definiscono uno studioso, appassionato del lavoro, fin da ragazzo curioso di apprendere, «sempre alla ricerca di novità, ha imparato bene l'inglese per poter studiare su pubblicazioni non ancora uscite in Italia», ricorda Paolo Camporota, che racconta all'Agi di come sia difficile sentire il fratello nella tremenda, continua pressione che esercita un reparto di terapia intensiva: «Durante il giorno gli mando degli sms, mi risponde a tarda sera». A Londra il professore vive con la moglie, una collega di lavoro, non ha figli, nella sua Catanzaro non riesce a tornare da due anni e mezzo: troppi impegni, sperava di potersi concedere una vacanza a Pasqua, ma il coronavirus gli ha rovinato i progetti. Eppure in città, dove vivono ancora la madre e il fratello, sono molti ad aspettarlo, i coetanei di via Buccarelli dove abitava con la famiglia, gli amici del gruppo dei giovani cattolici che frequentava, i colleghi di corso all'università. Quando la notizia che è nello staff che ha in cura il premier, Boris Johnson, ha fatto il giro dei social, tanti l'hanno voluto salutare, ricordare, sottolineando la sua «catanzaresità», il suo essere «motivo d'orgoglio per tutti i calabresi». Stima molto Camporota anche il farmacologo Pino Nisticò, ex presidente della Regione Calabria, che tiene a rimarcare che «la cosiddetta “scuola catanzarese" di medicina ha espresso grandi genialità e scienziati che si sono fatti notare in ogni parte del mondo». L'attuale governatore, Jole Santelli, si dichiara contenta «perché è questa Calabria operosa, delle intelligenze e delle professioni, che finalmente deve venire a galla come esempio positivo di una Regione che merita un futuro migliore». Johnson sarebbe di umore eccellente, sulla strada del recupero anche se ci vorrà un mese prima che possa tornare al lavoro. Al suo fianco, nel team di professionisti di altissimo livello sui quali il premier può contare, rimane Luigi Camporota. «Gli raccomandiamo di stare attento perché ogni giorno leggiamo di operatori sanitari contagiati nei reparti», ricorda però con apprensione il fratello Paolo.