2020-04-18
Epidemia dolosa, come un thriller distopico
Igor Petyx/KONTROLAB/LightRocket via Getty Images
Ci sono tutti gli ingredienti per una spaventosa realtà immaginaria: un virus sfuggito dal laboratorio di un Paese esotico, una piccola nazione governata da incapaci, i diritti costituzionali annullati, un popolo incarcerato in casa senza neanche il conforto delle chiese.l termine utopia nasce dal titolo di un libro di Tommaso Moro. Etimologicamente vuol dire in nessun luogo e descriveva un inesistente luogo fabbricato con giustizia e onestà. Da allora la parola è usata come nome comune per indicare una qualsiasi descrizione di posti incantevoli, una via di mezzo tra il villaggio vacanze e il mulino bianco, dove tutti sono buoni, i governanti sono onesti e capaci, i coniglietti ridono felici. Si definisce distopia, in contrapposizione a utopia, un racconto dove le cose vanno disastrosamente male. Immaginando di scrivere una distopia, dove mediante una qualche epidemia vengano annullati, nel giro di pochi giorni, non solo i diritti costituzionali, ma anche i diritti umani più elementari, il Covid-19 sarebbe la bestiola ideale.Grazie a questo squallidissimo virus gli italiani hanno permesso la distruzione dei diritti più basilari, sono diventati appassionati delatori gli uni degli altri, tutti d'accordo sul fatto che è incredibilmente giusto distruggere irreversibilmente la salute fisica e mentale dei bambini tenendoli rinchiusi, distruggere il lavoro, la dignità, l'economia della nazione svenduta al migliore offerente, trasformata in un popolo di mendicanti. Siamo un popolo incarcerato senza neanche il conforto delle proprie chiese e dei propri sacramenti, visto che la nuova Chiesa 3.0, già chiesa in uscita ospedale da campo, si è rintanata dietro i suoi muri come un sorcio nella tana, dopo aver riempito i mondo di fesserie, tipo quella che si possa anche stare senza messe e senza sacramenti, perché tanto è uguale.E con il popolo disperato che non sa se ha un futuro e se ce lo hanno i suoi figli, dopo aver berciato che bisogna rispettare la legge, la nuova Chiesa 3.0 scrive un'appassionata missiva a messere Luca Casarini, fulgido campione di cattolicesimo come di legalità. Magari due righe, una lettera no, troppo, ma una cartolina, la nuova Chiesa 3.0 dal suo buco dentro le mura dove si è rintanata come un topo, poteva anche scriverla ai cattolici perseguitati in Cina, a quelli massacrati in Nigeria, allo stesso popolo italiano rinchiuso, ma il cuore della nuova Chiesa 3.0 batte veramente solo per gli islamici, meglio se maschi e in età militare, che hanno deciso di venire ad abitare da noi, quelli di cui messere Casarini è uno dei patroni e traghettatori.Il fetentissimo virus per noi è una maledizione, ma per il governo è un incredibile colpo di fortuna. Torniamo al governo. Tutta una nazione è in pugno a una banda di persone che sono arrivate al potere attraverso uno strano partito, i 5 stelle. Ufficialmente eterodiretto, prende ordini da Grillo Beppe, che a sua volta prende ordini dalla Casaleggio e associati, è un Movimento che molti hanno votato per una qualche forma di malintesa protesta - mentre il partito appartiene alle élite - e che non voteranno mai più. A costoro si aggiunge il Partito democratico, troppo impegnato ad amare l'umanità, il mondo, l'universo, Gaia, gli oceani, i delfini, le acciughe, le sardine, le pulci, anche quelle di mare, il clima, ogni tizio che si sia mai spostato così da poter essere integrato nella parola migrante, gli Lgbtqabcdefg e i loro irrinunciabili diritti di fabbricare bambini con tecniche gravide di dolore, per amare banalmente il popolo italiano. In più ora il Pd, a maggior ragione, ha con il popolo un paio di conti elettorali da saldare.E ora passiamo alla distopia. Immaginiamo di scrivere un libro. Le librerie sono state riaperte, quindi magari scrivendo un libro si fanno soldi, vale la pena di tentare. In una strana esotica nazione dove si mangia qualsiasi tipo di proteina animale, come in tutti i Paesi poveri, e le si mangia cotte, come in tutti i Paesi a livello igienico traballante, parte uno strano virus. La teoria più accreditabile è che il virus non sia stato creato in laboratorio ma non è inverosimile che sia stato allevato in laboratorio e poi scappato per sbaglio. Succede. Succede sempre. Quando si gioca col fuoco, prima o poi la pagliuzza incandescente scappa e finisce dove non dove finire. L'epidemia parte. Il Paese esotico sa molto bene e da subito di che si tratta, al punto da preservare le proprie città più importanti, e finché può nasconde tutto, così che le varie nazioni vengano devastate da un disastro che si sarebbe potuto evitare.A un certo punto però le cose si sanno. Anche nel piccolo Paese protagonista della distopia le cose si sono sapute. È un Paese molto particolare, piccolo, ma con la storia più ricca di tutti gli altri Paesi, il cuore della sua religione, un paese che molti vorrebbero vedere distrutto e non solo per i soliti motivi economici. Che almeno 6 mesi di emergenza virale erano previsti si sapeva già al 31 gennaio nel piccolo paese, scritto nero su bianco il primo di febbraio sulla Gazzetta ufficiale, il foglio delle robe importanti. A metà febbraio Palazzo Chigi, così si chiama il palazzo più importante nella distopia, è stato fornito di mascherina, amuchina e presidi di protezione. In quel mese di febbraio tutto è stato fatto per aumentare il contagio. È stato dichiarato che il virus era pochissimo contagioso, che era sciocco e razzista temerlo. Quando la gente ha cominciato a capire l'importanza delle mascherine è stata invitata a usare un libro come mascherina per cacciare l'ignoranza, il peggior virus. Gli stessi intellettuali che ora starnazzano di stare a casa e morire tra le proprie mura sono fisicamente gli stessi che hanno deriso l'uso delle mascherine. Il virologo influencer di turno dalla televisione ha assicurato che il virus non stava circolando in Italia, mentre già c'era, altri hanno giurato sulla testa delle loro discutibili madri che si trattava di una normale influenza. Sono stati organizzati aperitivi quando già si cercava di chiudere le città. Sono stati lasciati senza protezione medici e infermieri, che si sono contagiati e sono morti dopo essere diventati involontari untori. Non è stata fatta immediatamente un'ordinanza nazionale che vietasse gli ingressi nelle case di riposo e che separasse negli ospedali gli infettivi dai non infetti ricoverando i primi in tendoni esterni oppure in luoghi raggiungibili da corridoi separati.L'epidemia è esplosa come in nessun altro Paese, ulteriormente condita da un terrore isterico sapientemente gonfiato dai media. La piccola nazione è in pugno a un governo che manda i poliziotti a verificare se i cittadini sono oltre i 200 metri da casa.Torniamo alla distopia, siamo sempre su un piano letterario. Immaginiamo una nazione con un governo che sa che mai più sarà al governo, che non ama il piccolo Paese che lo ha eletto per sbaglio, per una serie di equivoci che non ripeterà mai più. Cosa farebbe un governo del genere? Terrebbe all'inizio volontariamente nascosta l'epidemia al popolo, trattando da isterici complottisti tutti quelli che cercano di avvertire o chiedere misure di prudenza, in maniera che l'epidemia causi abbastanza morti da giustificare la militarizzazione del paese. Senza questi 20.000 morti, con età media 81 anni, su una popolazione di 60 milioni di abitanti, non sarebbe stato tecnicamente possibile chiudere una nazione agli arresti domiciliari, farla pendere dalle labbra di un leader mediocre.Nella distopia un gruppo di avvocati denuncia il governo per epidemia colposa. Tutti hanno dato per scontato che si tratti di incapaci irresponsabili. Nessuno può essere così incapace da denunciare come isterici o razzisti chi cerca riparo da un'epidemia mentre già sa dell'epidemia, e ne scrive sulla Gazzetta ufficiale.In questa distopia come finisce? Che finalmente un gruppo di avvocati capisce e fa la denuncia giusta. Epidemia dolosa. Non c'è prescrizione e nessuno scudo può essere creato.E poi? E poi l'epidemia fu vinta, grazie ai medici, che con eparina, cortisone e un numero corretto di ventilatori vinsero la battaglia, il governo fu tolto di torno e la libertà fu riconquistata.Il piccolo popolo del piccolo Paese divenne più saggio nell'esercizio del voto.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)