2020-08-27
Ennio Flaiano non merita di riposare nel degrado per l’incuria della Raggi
Ennio Flaiano (Getty images)
La tomba dello sceneggiatore che lavorò con Fellini si trova nel cimitero di Maccarese, in territorio romano e in stato di abbandono. Il comune di Fiumicino, a guida dem, vuole occuparsene ma Pd e M5s non si parlano.Ennio Flaiano, il disincantato re degli aforismi, giornalista, scrittore e tra i più importanti sceneggiatori che lavorò con Federico Fellini (La dolce vita, 8 e 1/2, La strada solo per citare alcuni film) e i maggiori registi, ha commesso un errore mortale. La tomba. Pescarese di origine, in sfregio all'odiata-amata Roma lasciò disposizione di essere sepolto appunto nel piccolo cimitero di Maccarese, terra da epopea delle bonifiche, stretta tra Fregene e la periferia della Capitale. Qui riposa - non in pace - dal 1972. Non sapeva che per qualche centinaio di metri il dormitorio finale e l'ultimo tratto della via da cui ci si arriva ricadono non nel Comune di Fiumicino ma in quello di Roma. Cioè è nelle mani della Raggi. Il sepolcreto è attorniato dal degrado, sprofondato nell'abbandono. La strada di accesso è un percorso di guerra, non asfaltata da anni, le buche come crateri, le radici dei pini hanno creato dossi alti fino a 30-40 centimetri: su quello che resta dell'asfalto sono ben visibili le strisciate delle coppe dell'olio lasciate dalle utilitarie degli sventurati in visita ai loro cari e che, aggravante intollerabile, non dispongono di suv e fuoristrada. Ai lati della strada materassi abbandonati di varie misure, cumuli di vestiti e rifiuti di ogni genere. Perfino il cartello «Divieto di scarico» è (inutilmente) appeso: al contrario. Chissà che cosa partorirebbe la penna di Flaiano.Ma il colmo che attirerebbe una delle sue battute taglienti e - visto che siamo in tema - immortali è un altro. Al netto dell'inciviltà dei lanciatori di immondizia, la gestione di quello di Maccarese come di tutti gli altri cimiteri romani è dell'Ama, l'azienda della nettezza urbana capitolina. «Evidentemente all'Ama devono ritenere che non sia compito loro dare una ripulita da questo schifo» dice una signora mentre si avvicina all'ingresso con un mazzo di fiori.Le proteste, da anni, della gente finora non sono servite. Una mozione per l'acquisizione del cimitero e della strada al patrimonio di Fiumicino è stata approvata all'unanimità dal Consiglio comunale. Purtroppo al telefono non è stato possibile rintracciare il sindaco Esterino Montino (Pd). Ma pare che in Comune abbia fatto sapere che la sindaca di Roma Virginia Raggi «non ha nemmeno risposto». «Ora faremo un'interrogazione per verificare quali passi ha fatto realmente Montino e quale peso politico dimostra di avere sulla Raggi e su Roma» annuncia Roberto Severini, consigliere di opposizione (lista civica Crescere insieme) che ha presentato quella mozione. Come mai questo stallo? «I cimiteri sono una miniera d'oro» la butta lì un addetto ai lavori. «C'è la vendita di fornetti e tombe, anche se a Maccarese sono praticamente esauriti». Ma c'è sempre la possibilità di un ampliamento dell'area. «E comunque ci sono gli “stumolamenti" dopo un certo periodo obbligatori e che comportano costi di migliaia di euro per le famiglie», continua.Se fuori è una discarica, dentro è un ghirigori di buche tra le lapidi. Basamenti delle tombe terremotati e mattonelle dei viottoli traballanti e rotte, gradini delle scalette ricoperti di terra e scivolosi, che diventano altrettante trappole; croci spezzate e abbandonate. «Pochi giorni fa subito dopo l'entrata una signora sui 90 anni è inciampata sul cordolo sconnesso del marciapiede» racconta un testimone oculare: «C'era sangue dappertutto. È arrivata l'ambulanza. Da quello che sappiamo avrebbe riportato la frattura del bacino e tre costole incrinate».La manutenzione delle aree è affidata a ditte esterne tramite appalti, con risultati del tutto insoddisfacenti. Perché non se ne occupa direttamente l'Ama che ha anche propri giardinieri nonché migliaia di assunti? Ecco, questa è una bella domanda in cui Ennio Flaiano avrebbe sguazzato.E poi naturalmente ci sono gli interessi delle agenzie funebri. «A me è capitato di essere avvicinato: tu ci avverti prima nei casi delle salme che devono essere spostate e delle famiglie che hanno bisogno di assistenza, e ovviamente ti paghiamo il caffè» dice il nostro interlocutore addentro al settore: «Personalmente ho detto: no, grazie».Da poco più di un anno in ogni caso la tomba di Flaiano, dove riposano (si fa sempre per dire) anche le amate moglie e figlia, è tra le più curate. «Ma solo perché Mariano Micco, uno degli ultimi pescatori veri rimasti, se ne è preso cura e noi abbiamo lanciato la campagna #adottiamolatombadiflaiano» rivela Fabrizio Monaco, direttore di Fregeneonline.In questa situazione non c'è da stupirsi se il sindaco di Pescara è tornato alla carica non più tardi del giugno scorso per «riportare a casa il nostro concittadino» anche se lui a dir la verità non sembra aver mostrato tanto attaccamento al cordone ombelicale con la città natale.E quindi? La cosa più probabile è che vinca il nulla, cioè tutto resti com'è. C'è da augurarsi che sindaci e amministratori delegati si ricordino che da sempre uno dei principi fondanti di qualsiasi civiltà è stato il rispetto dei morti. O, per dirlo meglio, come ha scritto lapidario - per rimanere in tema - il Maestro (Flaiano): «Sapevamo che l'unica felicità che ci è concessa è la morte. Ma se ne è fatto un tale parlare, che ora la detestiamo».
Giorgia Meloni (Ansa)
Alla vigilia del Consiglio europeo di Bruxelles, Giorgia Meloni ha riferito alle Camere tracciando le priorità del governo italiano su difesa, Medio Oriente, clima ed economia. Un intervento che ha confermato la linea di continuità dell’esecutivo e la volontà di mantenere un ruolo attivo nei principali dossier internazionali.
Sull’Ucraina, la presidente del Consiglio ha ribadito che «la nostra posizione non cambia e non può cambiare davanti alle vittime civili e ai bombardamenti russi». L’Italia, ha spiegato, «rimane determinata nel sostenere il popolo ucraino nell’unico intento di arrivare alla pace», ma «non prevede l’invio di soldati nel territorio ucraino». Un chiarimento che giunge a pochi giorni dal vertice dei «volenterosi», mentre Meloni accusa Mosca di «porre condizioni impossibili per una seria iniziativa di pace».
Ampio spazio è stato dedicato alla crisi in Medio Oriente. La premier ha definito «un successo» il piano in venti punti promosso dal presidente americano Donald Trump, ringraziando Egitto, Qatar e Turchia per l’impegno diplomatico. «La violazione del cessate il fuoco da parte di Hamas dimostra chi sia il vero nemico dei palestinesi, ma non condividiamo la rappresaglia israeliana», ha affermato. L’Italia, ha proseguito, «è pronta a partecipare a una eventuale forza internazionale di stabilizzazione e a sostenere l’Autorità nazionale palestinese nell’addestramento delle forze di polizia». Quanto al riconoscimento dello Stato di Palestina, Meloni ha chiarito che «Hamas deve accettare di non avere alcun ruolo nella governance transitoria e deve essere disarmato. Il governo è pronto ad agire di conseguenza quando queste condizioni si saranno materializzate». In quest’ottica, ha aggiunto, sarà «opportuno un passaggio parlamentare» per definire i dettagli del contributo italiano alla pace.
Sul piano economico e della difesa, la premier ha ribadito la richiesta di «rendere permanente la flessibilità del Patto di stabilità e crescita» per gli investimenti militari, sottolineando che «il rafforzamento della difesa europea richiede soluzioni finanziarie più ambiziose». Ha poi rivendicato i recenti riconoscimenti del Fondo monetario internazionale e delle agenzie di rating, affermando che «l’Italia torna in Serie A» e «si presenta in Europa forte di una stabilità politica rara nella storia repubblicana».
Nel passaggio ambientale, Meloni ha annunciato che l’Italia «non potrà sostenere la proposta di revisione della legge sul clima europeo» se non accompagnata da «un vero cambio di approccio». Ha definito «ideologico e irragionevole» un metodo che «pone obiettivi insostenibili e rischia di compromettere la credibilità dell’Unione».
Fra i temi che l’Italia porterà in Consiglio, la premier ha citato anche la semplificazione normativa - al centro di una lettera firmata con altri 15 leader europei e indirizzata a Ursula von der Leyen - e le politiche abitative, «a fronte del problema crescente dei costi immobiliari, soprattutto per i giovani». In questo ambito, ha ricordato, «il governo sta lavorando con il vicepresidente Salvini a un piano casa a prezzi calmierati per le giovani coppie».
Nel giorno del terzo anniversario del suo insediamento, Meloni ha infine rivendicato sui social i risultati del governo e ha concluso in Aula con un messaggio politico: «Finché la maggioranza degli italiani sarà dalla nostra parte, andremo avanti con la testa alta e lo sguardo fiero».
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