
L’Agenzia europea del farmaco ribadisce, in una lettera a un eurodeputato, che i sieri non furono autorizzati «per prevenire la trasmissione». È la conferma che il green pass non aveva una giustificazione scientifica.Sull’efficacia e sulla sicurezza dei vaccini anti Covid, somministrati in massa in tutto il mondo (13,5 miliardi di dosi a novembre 2023), la menzogna è stata la cifra predominante della comunicazione istituzionale. Si prenda ad esempio la frase pronunciata dal presidente Aifa Giorgio Palù il 23 dicembre 2020, quattro giorni prima dell’arrivo delle prime forniture sul continente europeo, attese come lo sbarco in Normandia: «Questo vaccino previene addirittura l’infezione, quindi dà un’immunità sterilizzante», rivelò con enfasi l’appena nominato presidente Aifa in una conferenza stampa organizzata con il governatore veneto Luca Zaia. Per poi ribadire: «È quasi certo che entrambi i vaccini a mRna (Pfizer e Moderna, ndr) diano un’immunità sterilizzante, lo stanno già misurando adesso, quindi io vi anticipo dei dati che sono quelli che ci ha trasmesso l’Ema (l’Agenzia europea dei medicinali, ndr) e che noi abbiamo visto in Aifa». Ema trasmise davvero queste informazioni ad Aifa? La lettera inviata dall’Agenzia europea dei medicinali poche settimane fa all’eurodeputato olandese Marcel De Graaff dice esattamente il contrario di quanto affermato da Palù. Lo scorso 4 ottobre De Graaff, insieme con altri deputati europei (Gilbert Collard, Francesca Donato, Joachim Kuhs, Mislav Kolakušic, Virginie Joron, Ivan Vilibor Sincic e Bernhard Zimniok) invia una lunga lettera a Ema chiedendo l’immediata sospensione delle autorizzazioni dei vaccini Comirnaty (Pfizer, ndr) e Spikevax (Moderna, ndr), concesse in tutta fretta a fine 2020. Ema risponde alla lettera di De Graaff il 18 ottobre, dandogli sostanzialmente ragione proprio sull’inefficacia rispetto al contagio: «Lei afferma», scrive Ema a De Graaff, «che i vaccini avrebbero dovuto essere somministrati solo a chi necessitava di protezione personale, perché non sono autorizzati per ridurre il rischio d’infezione. Lei afferma inoltre che l’autorizzazione concessa non è in linea con gli usi promossi dalle aziende farmaceutiche, dai politici e dagli operatori sanitari». In effetti, come dimenticare i moniti, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Papa Francesco, a vaccinarsi «per proteggere gli altri»? «Vaccinate i bambini per proteggere i nonni», giunsero a dire politici e giornalisti, alcuni auspicando perfino l’eliminazione fisica di chi si fosse sottratto all’inoculazione. Il clima di caccia alle streghe culminò con l’approvazione del Dl 52 del 22 aprile 2021 che istituì il green pass. Sulla base di quali informazioni scientifiche Mario Draghi ha potuto impunemente affermare che «se non ti vaccini, ti ammali e muori» e imporre il certificato verde, senza il quale molti lavoratori hanno perso il posto di lavoro? E ancora, quali informazioni scientifiche sono state fornite alla Corte Costituzionale, che ancora a fine 2022 ha potuto mettere nero su bianco che «alla luce delle risultanze scientifiche disponibili» (quando fu introdotto l’obbligo di vaccinazione per i sanitari, ndr), l’imposizione del vaccino era l’unica possibilità di proteggere i malati in contatto con i medici? Ema non lo aveva scritto: «Lei ha ragione a sottolineare che i vaccini contro il Covid-19 non sono stati autorizzati per prevenire la trasmissione», ha confermato l’Agenzia a De Graaff, «le informazioni sul prodotto affermano chiaramente che i vaccini servono “per l’immunizzazione attiva per prevenire il Covid-19”, e i rapporti Ema rilevano la mancanza di dati sulla trasmissibilità». Non sono mai esistiti, dunque, i dati di cui ha parlato Palù e sui quali le massime istituzioni italiane, dal premier Draghi al ministro della Salute Roberto Speranza, hanno imposto restrizioni gravissime della libertà dei cittadini. Nell’assessment report sul vaccino Comirnaty pubblicato da Ema il 21 dicembre 2020 - ben prima dell’istituzione del green pass - l’Agenzia scrive chiaramente che «al momento non sappiamo se il vaccino protegge dall’infezione asintomatica, né conosciamo il suo impatto sulla trasmissione virale. L’efficacia del vaccino nella prevenzione della diffusione e della trasmissione del Sars Cov-2 potrà essere valutata soltanto dopo l’autorizzazione attraverso studi epidemiologici o clinici». Noi de La Verità lo diciamo da oltre due anni, ma la lettera conferma che anche la massima autorità sanitaria europea sapeva fin dall’inizio che il vaccino non impediva l’infezione.«Da parte di Ema c’è stata una gravissima mancanza di responsabilità riguardo la salute della popolazione e la violazione dei diritti fondamentali» dichiara De Graaf a La Verità, «ma peggio ancora hanno fatto i governi: conoscevano i dati Ema e nonostante ciò hanno fatto incredibili pressioni per l’uso off-label del vaccino. Hanno mentito e persino violato i diritti dei cittadini: è uno scandalo enorme, e la maggior parte dei deputati al Parlamento europeo sono complici in quanto membri dei partiti che governano l’Ue, che sono invischiati fino al collo in questo scandalo».Qualcuno obietterà che comunque il vaccino andava fatto per evitare il ricovero in ospedale. «Confermando che anche i vaccinati contraggono l’infezione, è un non argomento», replica De Graaff. Inoltre, «se il vaccino era, come Ema ammette, una forma di “prevenzione personale”, com’è stata possibile la vaccinazione di massa su miliardi di persone, inoculate senza che un solo medico facesse una valutazione individuale sul loro stato di salute? È stata creata una cortina fumogena sulla pericolosità di questi vaccini. Il mio partito chiederà conto al governo olandese di queste nuove informazioni rilasciate da Ema: questo è ciò che posso fare come politico, ma altri, con cui collaboro, potranno portare queste evidenze in tribunale».I governi Ue sono avvisati.
Ansa
A Chisinau gli azzurri faticano a sfondare il muro moldavo e sbloccano solo negli ultimi minuti con Mancini e Pio Esposito. Arriva la quinta vittoria consecutiva della gestione Gattuso, ma per la qualificazione diretta al Mondiale si dovrà passare dai playoff di marzo.
Giuseppe Valditara (Imagoeconomica)
Il ministro dell’Istruzione sui nuovi programmi scolastici: «Non bisogna generare confusione nei bambini. I temi della sessualità saranno tenuti da esperti, non da gruppi di interesse, e con il consenso dei genitori. L’educazione spetta innanzitutto alla famiglia».
Ministro Giuseppe Valditara, lei con questo disegno di legge sta impedendo che si faccia educazione sessuale e affettiva nelle scuole?
«No, questo è falso. Come ho detto più volte, chi lo sostiene o non conosce o fa finta di non conoscere l’articolo 1 comma 4 che afferma “Fermo restando quanto previsto nelle indicazioni nazionali”, cioè i programmi scolastici, e nell’educazione civica, ovviamente».
E che significa?
«Che nei programmi scolastici c’è tutta l’educazione sessuale nel senso biologico, quindi la conoscenza delle differenze sessuali, degli apparati riproduttivi, delle funzioni riproduttive, dello sviluppo puberale, dei rischi relativi alle malattie trasmesse sessualmente, quindi c’è tutto quello che riguarda l’insegnamento dell’educazione sessuale in senso biologico».
Imagoeconomica
La Corte respinge il ricorso per la mancata rivalutazione degli assegni 4 volte sopra il minimo: non è un aggravio fiscale.
Anche la Consulta considera «ricco» chi percepisce una pensione di poco superiore a 2.000 euro lordi. Chi si aspetta a che la Corte Costituzionale ponesse fine a un meccanismo introdotto per risparmiare ma che penalizza quanti hanno versato contribuiti elevati per tutta la vostra lavorativa, è stato deluso. Con la sentenza numero 167, l’organo dello Stato ha confermato la legittimità della misura di «raffreddamento» della perequazione, introdotta con la Legge di Bilancio 2023 per i trattamenti pensionistici superiori a quattro volte il minimo Inps (2.400 euro lordi al mese, circa 1.800 euro netti circa). In risposta al pronunciamento della Corte dei conti, (sezione giurisdizionale per la Regione Emilia-Romagna) ha chiarito che il mancato adeguamento automatico all’inflazione dei trattamenti previdenziali di tale importo, ovvero il raffreddamento, come si dice in gergo, «non introduce un prelievo di natura tributaria», cioè non è una tassa. La magistratura contabile aveva sollevato il dubbio che tale meccanismo potesse violare i principi di «eguaglianza tributaria, di ragionevolezza e temporaneità, complessivamente presidiati dagli articoli 3 e 53 della Costituzione», trattandolo come una sorta di tassa nascosta.
Ansa
La saldatura tra Ppe, Ecr e Patrioti consente di rivedere le regole sulla due diligence che avrebbero affossato la nostra industria. Socialisti e Verdi, in fibrillazione per la nuova «maggioranza», attaccano il voto segreto.
La maggioranza Ursula si spacca sulla due diligence e per la prima volta si rompe il «cordone sanitario» a Bruxelles. Il Parlamento europeo ha approvato con 382 voti a favore, 249 contrari e 13 astenuti il compromesso promosso dal Ppe sulla semplificazione delle direttive sugli obblighi di due diligence e reportistica ambientale per le aziende. Il testo è stato approvato con una maggioranza composta dal Ppe insieme con l’Ecr e i gruppi delle destre Patrioti per l’Europa e Europa delle Nazioni sovrane. La maggioranza Ursula composta da Ppe, Socialisti, Liberali e Verdi si sgretola sul muro delle follie green. Quella rivista è considerata una delle leggi più controverse del von der Leyen I. Il testo nella versione originale impone alle imprese di verificare l’intera catena di fornitura per prevenire violazioni dei diritti umani e ambientali.






