2023-08-29
Musk non si piega alla censura europea e va al contrattacco
Il capo di X tranquillizza l’Europa sul Dsa: «Lavoriamo sodo». Ma si affida all’automoderazione: la prima colpita è Ursula Von der Leyen.Delle 19 piattaforme digitali che, da venerdì scorso, sono obbligate a rispettare le nuove norme del Digital services act (Dsa), il nuovo regolamento europeo che limita la diffusione di alcuni contenuti online, X (l’ex Twitter) è quella maggiormente nel mirino dei regolatori Ue. Tra Elon Musk, proprietario di X-Twitter da aprile 2022, e Thierry Breton, commissario europeo per il Mercato interno, i rapporti sono stati tumultuosi sin quasi dall’inizio, fatta eccezione per un primo incontro cordiale a maggio. Quando il 28 ottobre dello scorso anno Musk ha concluso l’acquisizione di Twitter licenziando metà dei dipendenti (in particolare quelli a lui ostili), il suo tweet «The bird is freed» («L’uccellino», simbolo di Twitter, «è stato liberato»), non è piaciuto a Breton. «In Europa, l’uccellino volerà secondo le nostre regole», ha attaccato il commissario Ue. Come sono andate le cose, è storia ormai nota: Musk ha risposto alla sfida di Breton declassificando molti documenti interni. I Twitter Files hanno dimostrato la pressione esercitata da governi e agenzie governative su Twitter (prima che fosse acquisito da Musk) per limitare la libertà di espressione su tutti i temi caldi dell’attualità, dall’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio (usato per giustificare la sospensione permanente dell’account di Donald Trump, poi riammesso su Twitter proprio da Musk) alla guerra in Ucraina, passando per la pandemia, durante la quale molti autorevoli scienziati sono stati censurati per aver diffuso informazioni scientifiche non allineate a quelle delle istituzioni sanitarie. Con i Twitter Files, Musk ha voluto dimostrare quanto, ben prima dell’entrata in vigore del Dsa - che legalizza un’attitudine già in atto da diversi anni - la disinformazione fosse diffusa spesso e volentieri proprio dalle stesse autorità che oggi, con il Dsa, sostengono di volerla combattere.Dopo l’entrata in vigore del nuovo regolamento Ue, il proprietario di X-Twitter non ha rilasciato dichiarazioni se non una laconica risposta depositata sotto un tweet di Thierry Breton: «Stiamo lavorando sodo». A fine giugno, Breton aveva esortato Musk a reclutare più moderatori per ottemperare al Dsa. È molto probabile, però, che l’azienda californiana non raccolga l’appello, a differenza di Facebook che si è adeguata arruolando oltre 1.000 dipendenti per lavorare alla conformità con le regole del Dsa. «Abbiamo intenzione di rispettare pienamente la legge sui servizi digitali e abbiamo discusso in maniera produttiva con i funzionari dell’Ue», ha rassicurato Twitter. «Continueremo a utilizzare un mix di tecnologia e personale specializzato per rilevare e rimuovere proattivamente i contenuti illegali, mentre le note della comunità (le cosiddette «Community notes» pubblicate da utenti volontari, ndr) consentiranno alle persone di saperne di più sulle potenziali fake news in modo informativo, trasparente e affidabile». Il Financial Times ha tradotto la comunicazione di X-Twitter spiegando che, per moderare i contenuti della piattaforma - 30 milioni di tweet all’ora, 500 milioni al giorno - Musk si affiderà all’Intelligenza artificiale e all’automoderazione degli utenti, certamente più democratica di quella imposta dall’Unione europea. Un primo assaggio di come X-Twitter intenda gestire la moderazione è arrivato ironicamente proprio su una comunicazione di Ursula von der Leyen. Il giorno dell’entrata in vigore del Dsa, la presidente della Commissione Ue ha postato un tweet in cui annunciava di «portare i valori europei nel mondo digitale» attraverso il nuovo regolamento. Immediatamente, sotto il suo messaggio, è apparsa una Community note che rilevava che il Dsa era «potenzialmente in conflitto con l’art.11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue sulla libertà di espressione e d’informazione». La nota ha inoltre osservato che le informazioni saranno rimosse «in un attimo» dai giganti dei social media per evitare multe, ma «potrebbero volerci anni per ripristinarle». Ancora non è chiaro se sia stata realmente postata da un utente o se si tratti di una provocazione o scherzetto di Elon Musk: fatto sta che la nota - rimasta sotto il tweet di Von der Leyen per un paio di giorni - è stata poi rimossa. Nel frattempo, continuano a preoccupare le dichiarazioni dei dirigenti Ue sull’uso del Dsa. In un’intervista, Thierry Breton ha dichiarato candidamente che «la priorità dell’Ue è la lotta alla disinformazione, in particolare ora che ci avviciniamo alle elezioni europee». Qualche mese fa, parlando delle rivolte in Francia per la morte di un ragazzo a Nanterre ucciso da poliziotto, Breton era stato ancora più chiaro: «Con l’entrata in vigore del Dsa, se le piattaforme dovessero diffondere contenuti che mostrano immagini di manifestazioni che incitano alla rivolta, avranno l’obbligo di rimuoverle immediatamente e se non lo faranno saranno sanzionate». In quei giorni, i tg francesi sembravano bollettini di zone di guerra, ma gli zelanti media italiani, portandosi avanti con il lavoro, oscurarono quasi totalmente quelle notizie, così come fecero nel 2021 quando la Francia fu attraversata da un’ondata di protesta popolare contro il green pass. Con il Dsa sarà direttamente l’Ue a decidere quali manifestazioni documentare e quali no.
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