2024-07-11
Elogio del preside anti occupazioni
Il dirigente del Tasso di Roma costretto a mollare dopo nove anni. La sua colpa? Essere inviso ai genitori per aver punito i pochi «ribelli» che sequestrarono il liceo.Il preside del famoso Liceo Tasso di Roma, dopo nove anni di premiazioni per la migliore scuola di Roma, lascia per la grave colpa di aver dato cinque in condotta nel primo quadrimestre - e qualche giorno di sospensione - ad alcuni occupanti della scuola (170 su mille iscritti, cioè il 17%) e aver definito questa occupazione come «imposizione di pochi a tutti gli altri ragazzi». La verità. Rivoluzionari che passavano il tempo, ci informa Il Messaggero di Roma, a base di musica, balli e spritz, corsi di fumetto e burraco, tenuti da ospiti sedicenti rivoluzionari: notare l’assonanza tra sedicente e deficiente. Tra dicembre e gennaio, infatti, questi rivoluzionari del burraco hanno messo a soqquadro il Tasso. Come già detto, ad alcuni di essi il preside Paolo Pedullà ha dato quelle che una volta si chiamavano punizioni, sostenendo che «la scuola è aperta, ma se occupata diventa uno spazio privato. Glielo vogliamo insegnare questo ai ragazzi o no?».Che pena per questi poveri cucciolini che per fare la rivoluzione, sicuramente ecologista, antifascista, eccetera, si sono sentiti schiacciati dal cinque in condotta e da alcuni giorni di sospensione. Ma qui non si ferma la commedia. Ai cucciolini si sono uniti i genitori, poveri cuccioloni, e hanno fatto di tutto per denigrare ed esporre, come ha scritto Mario Ajello, al pubblico ludibrio il preside descrivendolo come un reazionario che non è affatto, bersagliato dalle critiche, dalle antipatie e dalle pose di mamme e papà in modalità sindacalisti dei figli rivoluzionari. Non escludiamo che la manifestazione si sia estesa anche a qualche Rsa popolata da ex sessantottini che hanno rifiutato di mangiare alla sera la minestrina in brodo e l’hanno rovesciata sugli abiti dei poveri inservienti. Questi cuccioloni appartenenti alla seconda, terza e quarta età, convinti di incarnare gli ideali del progressismo e del politicamente corretto, hanno catalogato il preside come uno che avrebbe agito con modalità «autoritarie» e «liberticide». Praticamente hanno fatto la resistenza. Io ho l’impressione che cucciolini e cuccioloni, figli e genitori, di resistenti abbiano i neuroni e le relative sinapsi: fortemente resistenti alla ragionevolezza e al buonsenso. Ma vi rendete conto, questi poveracci di poveri rivoluzionari che si trovano un cinque in condotta e si ribellano pure? Ma dovrebbe essere un titolo di merito avere un cinque in condotta da una scuola definita reazionaria. Un rivoluzionario serio, cucciolino o cucciolone, non si spaventa per una piccola punizione comminata dal preside: altrimenti che rivoluzionario del cazzo è? M’immagino le madri costernate, con le sacche lacrimali prosciugate dal dolore. Le vedo alla sera, rimboccare le coperte dei rivoluzionari e dir loro: «Coraggio figliolo», magari in un appartamentino ai Parioli, «la rivoluzione è dura ma sappi che hai dalla tua parte la tua mamma, il tuo papà, tutti i tuoi parenti e anche i nonni che stanno mettendo a soqquadro le case di riposo giocando anch’essi a burraco ma ingannando gli avversari in segno di protesta». In altri termini, 170 studenti su 1.000 occupano una scuola giocando a carte, facendosi qualche spritz e qualche altra scemata del genere, il preside (ripetiamo: tra quelli premiati per la guida delle migliori scuole di Roma) fa di tutto per assicurare il diritto allo studio per coloro che non vogliono occupare, gli studenti continuano a occupare andando contro il diritto di 830 studenti contro 170, gli studenti rivoluzionari piagnucolano, i padri e le madri insorgono in difesa degli studenti occupanti perché, poverini, hanno preso cinque in condotta. Ma questi non sono rivoluzionari, questi sono conigli, rivoluzionari che si rivelano un po’ vili e un po’ paurosi e fanno la rivoluzione del coniglio. Nuova forma di rivoluzione del ventunesimo secolo nella quale faccio casino e mi impaurisco del cinque in condotta: figli, genitori, parenti fino al quarto grado, nonni, nonne, oves, boves et pecora omnia. Cosa volete che scriva in più? Alla fine, questo preside stressato, deriso, tacciato di essere ciò che non è, ha dovuto far le valigie e cambiare liceo perché il clima per lui era diventato irrespirabile. Vedete, se vi mettete a discutere con un cretino o con un mediocre perdete sicuramente, perché costoro sono di un livello talmente basso e dicono cose talmente stupide che per andare giù al loro livello o ci andate in apnea o vi dovete mettere le bombole. Il preside Paolo Pedullà merita un’apologia, cioè una difesa e un’approvazione solenne di quello che ha fatto. Tutti gli altri meritano solo di essere presi per il culo. È quello che ho tentato di fare.
Jose Mourinho (Getty Images)