2025-01-21
Oltre ai voti la Schlein perde anche le sedi
La mancanza di fondi e iscritti dimezza i circoli a Bologna. Tagli pure a Roma. Intanto Elly è assediata dalla nascita di partitini di centro. Sala: «Un’altra forza può essere utile». La Cei: «Guardiamo con simpatia alla rinnovata presenza di cattolici in politica».Tempi duri per il segretario dem Elly Schlein. Cattolici, riformisti e in generale i movimenti di centro sgomitano pretendendo più spazio dopo la sterzata decisa a sinistra che la Schlein ha imposto al Partito democratico. Dopo le parole di Romano Prodi e dell’ex direttore dell’Agenzia delle entrare Ernesto Maria Ruffini, è arrivato lo scossone del sindaco di Milano Beppe Sala che rilasciando un’intervista al Corriere della Sera ha invocato la nascita di una forza nuova oltre al Pd. «Non è uno scontro tra chi pensa sia meglio un rafforzamento all’interno del Pd piuttosto che una forza aggiunta all’esterno. Mi sembra che sia cattolici sia riformisti esprimano la volontà di contare di più in termini di idee. Rimango convinto che una nuova forza possa essere utile», spiega Sala che aggiunge di aver condiviso l’argomento con il segretario del Pd: «Bisogna pensare come occupare uno spazio dove la domanda è forte, ma l’offerta è debole. Non voglio mettere parole in bocca a Schlein, credo però che su questo sia totalmente d’accordo. È consapevole che manca qualcosa. Il centrodestra vince perché ha Forza Italia». C’è ancora molta confusione tuttavia, perché a Sala non sembra percorribile la possibilità di replicare una maggioranza Ursula in Italia, idea lanciata da Ruffini come «alternativa al centrodestra» in occasione della prima uscita ufficiale di Comunità democratica di Graziano Delrio. Sul tema precisa: «l’attuale maggioranza Ursula non è quella di Sassoli. In generale non mi sembrano formule importabili dal continente, ma è probabile che Ruffini pensi a qualcosa di specifico che a me ancora non è chiaro». Con Ruffini a minare la leadership di Schlein anche Prodi che dice di non volere più «uomini e donne sole al comando» e Paolo Gentiloni, che da neo editorialista di Repubblica, rivendica spazio interno al Pd sottolineando che «la credibilità dell’alternativa non può essere data in outsourcing». Sul tema dei cattolici in politica si è espresso anche il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, che ha detto: «Guardiamo con simpatia agli sforzi per una rinnovata presenza dei cristiani nella vita politica del Paese e, mi auguro, dell’Europa, a partire dalla Settimana sociale di Trieste. È importante che ciò avvenga nel tracciato della dottrina sociale della Chiesa, nella pur legittima pluralità di espressioni politiche».In questo concerto di opinioni non poteva mancare quella di Matteo Renzi che da una parte ha paura di restare escluso e dall’altra approfitta della confusione per mettere in evidenza l’impossibilità di guardare contemporaneamente a sinistra e al centro: «Ho l’impressione che il Pd a guida Schlein faccia fatica a rappresentare il mondo del centro che guarda a sinistra. Faccio un esempio: quelli che dicono che vogliono stare nel Pd a tutti i costi che cosa fanno sul referendum sul Jobs act? Come fanno a votare contro la separazione delle carriere, storica battaglia dei garantisti di sinistra? La mia opinione è semplice: Schlein ha dato nuova linfa al Pd ma lo ha trasformato in un partito molto più di sinistra rispetto a Veltroni o al sottoscritto. E questo “scopre” il lato più centrista. Insomma: i riformisti devono pensare a un contenitore diverso dal Pd se vogliono occupare questo spazio politico. Se invece, del tutto legittimamente, vogliono occupare alcuni posti nelle liste elettorali la prossima volta allora è un altro discorso. Ma a quel punto il centro rischia di occuparlo la Meloni, il che sarebbe quantomeno paradossale». Non sono solo queste parole a preoccupare la Schlein, ma anche certi problemi economici annosi che inevitabilmente tornano a galla. Parliamo di soldi che mancano per tenere in piedi una baracca difficile da sostenere. A Bologna i dem sono costretti a dimezzare i circoli per far fronte ai debiti accumulati dalle casse del partito con la Fondazione Duemila, proprietaria della stragrande maggioranza delle sedi dei circoli, che vengono dalla tradizione del Pci -Pds-Ds. Alla fine di sedi ne resteranno solo una quarantina, un po’ più della metà delle attuali, ma la preoccupazione si insinua anche tra chi pensa di salvarsi: «Se ci aumentano l’affitto comunque non riusciremo a stare in piedi per molto» spiega Antonio Salvati, segretario del Pd di Casalecchio.Fondazione Duemila è solo una delle decine di fondazioni (circa 56) messe su da Ugo Sposetti per gestire il patrimonio di 3.000 immobili di proprietà dell’ex Pci sparsi in tutta Italia. Sedi del partito, ma anche uffici, ristoranti, bar e perfino capannoni industriali. Non solo a Bologna. Tra il 2016 e il 2022, secondo Pagella Politica, sono stati chiusi più di 1.000 circoli del Pd principalmente per difficoltà economiche delle sezioni locali, un calo della partecipazione e il costo degli affitti. A Roma la fondazione cassaforte delle sedi Pd si chiama Fondazione Futuro storico, anche lei sorta con la nascita del Pd e nella Capitale è proprietaria di altre 15 sezioni del Partito democratico, tutte a rischio chiusura perché la Fondazione di Sposetti è stata messa in liquidazione. A rischiare la vendita all’asta c’è la storica sezione di via dei Marsi a San Lorenzo, ma anche quella di Ponte Milvio dedicata a Enrico Berlinguer. Già nel 2022 venne venduto all’asta il circolo storico della Balduina, a Roma Nord. Il debito accumulato solo dalle sedi di Roma ammonta a circa 1,4 milioni di euro.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)