Le utility europee sono considerate il settore difensivo per eccellenza, capace di resistere a maxi vendite L’analista di AllianceBernstein: «Emerge chi produce componenti per la rete, come Prysmian e Schneider».
Le utility europee sono considerate il settore difensivo per eccellenza, capace di resistere a maxi vendite L’analista di AllianceBernstein: «Emerge chi produce componenti per la rete, come Prysmian e Schneider».Quello dei servizi di pubblica utilità, il cosiddetto settore delle utility (luce, gas, acqua) viene considerato uno dei settori difensivi per eccellenza, caratterizzato da bassi margini ma sempre abbastanza prevedibili (salvo strappi enormi del costo delle materie prime). Si tratta, in effetti, di un mercato soprattutto interno e spesso presenta bilanci caratterizzati da debiti elevati fatti per finanziare forti investimenti.In questo momento di volatilità dei mercati, però, si tratta di un settore piuttosto protetto e che ha mostrato, rispetto ad altri comparti, maggiore capacità di resistere alle vendite indiscriminate.D’altronde, è fra i pochi settori in attivo nel Vecchio continente da inizio anno e ha mostrato una particolare forza, come evidenziano bene le performance del settore (+18,1%) rispetto all’indice principale Eurostoxx 600 (-4,39% da inizio anno).In dettaglio, negli ultimi tre anni il rendimento medio dell’indice di settore europeo ha così superato quello generale (+20,9% contro 12,4% delle Borse europee). «Per le utility buona parte della redditività deriva dallo stacco dei dividendi, più che dal prezzo», ricorda Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert scf. «Le utility sono tra i comparti più sensibili ai cicli di rialzi dei tassi di interesse, e la tendenza in atto sui rendimenti di mercato (previsti al ribasso) aiuta le quotazioni. Inoltre, per le società che forniscono luce e gas il forte ribasso del prezzo del petrolio recente è positivo», spiega l’esperto. Salvo apocalisse industriale ed economica, poi, il fabbisogno energetico è in crescita anche per effetto dei forti consumi derivanti dall’aumento dei data center per l’Intelligenza artificiale.A inizio anno ancora molte delle società del settore avevano pagato la «noiosità» del business, ma anche sofferto alcuni investimenti green che si sono rivelati più complicati del previsto come esecuzione, risultati e ingerenze politiche. Ora molte società stanno abbandonando o limitando i loro progetti, guardano più ai bilanci, e questo è stato apprezzato da molti investitori (anche istituzionali). «Nei nostri portafogli come società di consulenza finanziaria indipendente abbiamo da alcune settimane abbiamo aumentato il peso soprattutto su titoli come Engie, Snam rete gas, Enel e Iren in particolare e in questo quadro complesso al momento ci sembrano interessanti dal punto di vista tattico», dice Gaziano.«In questo scenario», spiega di David Wheeler, analista sulla ricerca azionaria di AllianceBernstein, «emergono aziende legate alla produzione e distribuzione di componenti per la rete che beneficiano di una visibilità sugli ordini pluriennale e potrebbero rappresentare buone opportunità d’investimento. Tra queste, ci sono l’italiana Prysmian, che fornisce cavi in rame e fibra ottica, e la multinazionale francese Schneider electric, che si distingue per le sue soluzioni di “smart grid”, fondamentali per migliorare l’affidabilità e la flessibilità della rete».
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