2022-08-01
Massimiliano Romeo: «Economia, sicurezza, energia Il centrodestra già d’accordo»
Massimiliano Romeo (Ansa)
Il capogruppo leghista al Senato: «Programma pronto a breve. Draghi ci ha provocato e ora lascia che il Pd usi il suo nome. Sull’Ucraina siamo europeisti, atlantisti e pacifisti».Senatore Massimiliano Romeo, la sto disturbando in ferie…«Ma quali ferie, sono al lavoro!».Da capogruppo al Senato della Lega, nessuno meglio di lei può raccontarci cosa è successo veramente il 20 luglio nel dibattito in aula. Mario Draghi arriva dimissionario perché il M5s non aveva votato la fiducia al decreto aiuti sei giorni prima. Ma nel suo discorso se l’è presa con la Lega. «È sembrato provocatorio. Sicuramente non conciliante. Posso comprendere il suo punto di vista. La stanchezza e l’ansia per un Parlamento non governabile con le elezioni comunque in arrivo. Ciò che è meno comprensibile è che comunque il centrodestra di governo aveva prospettato una soluzione in linea con le sue parole e i suoi atti. Una rinnovata squadra di governo senza i 5 stelle. Poi succedono cose che lo stesso Matteo Renzi ha svelato. Draghi viene spinto a cercare la fiducia sulla risoluzione di Casini anziché sulla nostra».Perché Draghi ha fatto tutto questo?«Franceschini e Speranza assumono la regìa della crisi facendo credere a Draghi di riportare il M5s al governo ma senza la Lega dentro. Un Conte ter in pratica».Dopo il discorso di Mario Draghi ha parlato lei e lì abbiamo tutti capito che la maggioranza andava veramente in frantumi. Prima di parlare, cosa vi siete detti con il segretario Salvini?«Ho rappresentato la linea che il centrodestra aveva stabilito nella riunione di Villa Grande. Io non ero lì perché dovevo stare in aula. Avevamo la possibilità di proseguire con “l’uomo migliore” per affrontare una crisi economica con una maggioranza diversa e senza i M5s. Serve più gas ma loro non vogliono i rigassificatori. Gli imprenditori cercano più manodopera ma loro vogliono il reddito di cittadinanza». Il presidente Mattarella non ha provato almeno ufficialmente a vedere se poteva nascere un nuovo governo. Rimasto sorpreso?«Berlusconi ha confermato che questa nostra soluzione è stata ripetutamente illustrata in privato sia al presidente Mattarella sia al premier Draghi. Una soluzione contenuta nella risoluzione di Lega e Forza Italia che il presidente Draghi non ha dato la possibilità di votare. Il Pd non ha voluto niente di tutto questo. Perché non avrebbe più avuto la golden share dell’esecutivo. O comandano loro o nulla. Comunque, il dibattito su chi abbia la colpa della caduta dell’esecutivo disgusta i cittadini. Noi siamo qui per parlare di programmi e di valori».Il centrosinistra continua a intestarsi il nome di Draghi. Come fosse un brand elettorale di successo. Secondo lei è così?«Il Pd mette Draghi come scudo per coprire programmi e idee che non ha». Ma se quel nome continua a essere utilizzato, forse vuol dire che Draghi gli ha dato una sorta di licenza d’uso. Quello che lei paventava con ironia nel suo discorso sembra essere realtà. Mario Draghi sta con loro.«Serviva trasparenza. Draghi stava lavorando nell’interesse del Paese o del cosiddetto campo largo immaginato dal Pd? Continuo a pensare che sebbene Draghi seguisse la prima soluzione si sia fatto guidare da Speranza e Franceschini».Draghi guidato da Speranza… una fine un po’ ingloriosa.«Di sicuro la Lega non è mai stata un interlocutore privilegiato del governo pur avendo appoggiato lealmente scelte spesso non condivise e su cui abbiamo pagato pegno».I ministri di Forza Italia sono convolati a nozze con gli avversari. Carfagna e Gelmini con Calenda. Sorpreso o arrabbiato?«Non mi meraviglia. Questo scenario si sarebbe materializzato anche qualora la legislatura fosse arrivata alla fine naturale. Con quei ministri ho lavorato bene. E comunque i voti li ha Berlusconi».Mi verrebbe da dire con un po’ di brutalità: tre bocche in meno da sfamare per Silvio…«E con altrettanta chiarezza mi sembra chiaro che quei tre stessero da tempo lavorando a Forza Draghi».C’è da scrivere il programma della coalizione. E lei sarebbe incaricato di rappresentare la Lega a quel tavolo assieme ad Armando Siri. Giusto? «Sì. Ci vediamo già oggi. Abbiamo una grande occasione per riscattarci. Siamo consapevoli dei problemi. Ma abbiamo forza, capacità e idee per poterli risolvere. E mi creda, ciò che più conta è la forza del gruppo. E nei momenti difficili bisogna mettere sul campo la classe dirigente migliore possibile. E sono tanti gli osservatori a riconoscere che la Lega questa classe dirigente ce l’ha. Anzi intendiamo anticipare i nomi di alcuni ministri che in caso di vittoria proporremo al capo dello Stato».Che ci sarà scritto nel programma di coalizione?«Prima di tutto l’inflazione. La sicurezza economica. Dobbiamo tutelare il potere di acquisto di lavoratori e pensionati. Lo stato con l’aumento dei prezzi incassa più Iva. L’extragettito dev’essere restituito ad esempio azzerando l’Iva sui beni di prima necessità. E adeguando le pensioni minime. Sui salari stiamo valutando una proposta che piace a molti imprenditori: detassare completamente gli aumenti dei salari. Un incentivo ad aumentare il potere di acquisto. Il che porta dritto anche all’abbassamento dei contributi e del cuneo fiscale. Poi c’è una strada già iniziata a sperimentare dal ministro Giorgetti attraverso buoni carburante o buoni per pagare l’energia. Ripartiremo con la flat tax elevandola fino a 100.000 euro di fatturato. I numeri sono sostenibili: 200 milioni il primo anno, 1,3 miliardi il secondo, 800 milioni a regime. E anche flat tax sul reddito extra che si guadagna rispetto all’anno prima. Torneremo ovviamente a lavorare sulla pace fiscale».Sulla sicurezza? Non credo che non abbiate nulla di dire.«Sicurezza in senso ampio. Anche sociale. Ripristinare a contingente pieno l’operazione strade sicure. Il governo Conte bis ha iniziato a smantellare quel provvedimento. Da 7.000 a 5.000 uomini. Se poi ci chiedono di essere credibili quando facciamo queste proposte, me lo lasci dire… chi è più credibile di Salvini come ministro dell’Interno a combattere l’immigrazione clandestina?».Sull’energia?«Tornare a estrarre il gas nel nostro Paese laddove possibile. E opportunità ne abbiamo eccome. Potenziare lo stoccaggio. Dobbiamo ricorrere ai rigassificatori. Le rinnovabili non basteranno mai. Bisognerà sempre fare ricorso ai combustibili fossili. La transizione energetica ed ecologica deve essere fatta con gradualità e buon senso. Solo nel settore automotive rischiano di restare a casa 70.000 persone. Stando così le cose, nel 2035 non potranno essere prodotte auto a benzina o diesel. Ma se avessimo in circolazione 40 milioni di auto elettriche gli esperti stimano che dovremmo avere 15 centrali nucleari. E infatti diciamo sì al nucleare di ultima generazione a differenza di molti che dentro la sinistra dicono invece no. Dicono sì a tutto ciò che è auto elettrica ma non si pongono minimamente il problema di dove deve arrivare questa energia. E concordiamo con Cingolani ovviamente sull’importanza dei cosiddetti biocarburanti. Il discorso è più ampio. Sono due visioni che in ogni campo si dimostrano diametralmente opposte».Vale a dire?«Vale a dire, da una parte abbiamo una visione universalista e mondialista. Quella di un Giuseppe Sala. La visione delle grandi metropoli. Un mondo senza radici e con l’omologazione dei popoli e della società sempre più controllata in uno stato di sorveglianza perenne. Dall’altra parte un mondo identitario fatto di radici cristiane. La riscoperta delle comunità, delle tradizioni, della famiglia e dell’autogoverno. Che sono i temi storici della Lega. La comunità in opposizione all’atomizzazione della società. Tutti davanti al computer e con il telefonino e non parliamo più con gli altri». A proposito di stato di sorveglianza perenne, è inutile fare finta che negli ultimi due anni non siano successe cose. Green pass e obbligo vaccinale sono ancora due ferite aperte. La domanda è chiara. La Lega esclude che potranno tornare queste due misure? Sì o no?«Al tavolo di confronto sul programma di coalizione porteremo un principio: convincere per non costringere. Occorre buon senso e nessuno nega l’importanza dei vaccini. Sarebbe da evitare il ricorso a qualsivoglia forma di costrizione o di obbligo. Non seguiremo la linea oltranzista e massimalista di Speranza. Ci auguriamo che il Covid rimanga confinato a ciò che è. Un’influenza da non sottovalutare ma nemmeno da drammatizzare. E se ci sarà da seguire un modello per il futuro nessun dubbio. Fra il modello cinese e il modello inglese noi scegliamo la seconda strada». A proposito dell’invasione in Ucraina, la Lega che posizione ha?«Una posizione inserita nel quadro europeista e atlantista. E guardiamo con attenzione a Macron e Scholz che sul tema dimostrano soprattutto di avere a cuore l’interesse nazionale senza schiacciarsi su atteggiamenti oltranzisti. Cerchiamo con forza un negoziato di pace. Guardi che non c’è imprenditore che non dica che della guerra non ne può più perché altrimenti pagheremo prezzi pesantissimi, che del resto stiamo già sostenendo». Salvini la obbliga con la forza a entrare nel nuovo governo di centrodestra dopo le elezioni. Massimiliano Romeo deve per forza dire sì. Può solo scegliere il dicastero. Quale sceglie?«Sono scaramantico e non cado nell’errore di pensare che abbiamo già vinto. Dobbiamo ignorare le provocazioni. I cittadini guarderanno i programmi e le cose concrete da fare per risolvere i loro problemi. Proveranno a buttarla in caciara a sinistra per spingere molti elettori all’astensione ben sapendo che i loro invece andranno a votare di sicuro».
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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