I dati dell'Osservatorio Oitaf elaborati in esclusiva per «La Verità» mostrano gli arrivi di ogni trimestre fino al giugno 2022. Pronte le munizioni per il piano di Francesco Paolo Figliuolo. I veri nodi ora sono trovare vaccinatori e le capacità organizzative delle Regioni.C'è un mantra che viene ripetuto ormai da mesi e che per alcuni governatori si conferma un valido alibi per coprire le inefficienze nella campagna vaccinale: mancano le dosi, le consegne procedono a singhiozzo, manca un quadro chiaro, colpa delle big pharma che ritardano le forniture. Ma è davvero così? La tesi traballava già ai tempi della gestione di Domenico Arcuri (ricordate quando l'ex commissario aveva diffidato Pfizer per il rallentamento, per altro subito recuperato, dell'approvvigionamento?). Oggi, però, è ancora più lampante che i vaccini ci sono, ne arriveranno sempre di più - a metà aprile ci sarà anche il monodose di Johnson&Johnson - e che i problemi da superare sono altri. Una volta consegnati, infatti, i vaccini vanno somministrati e per farlo c'è bisogno di un numero adeguato di vaccinatori, che la macchina organizzativa funzioni senza intoppi e che i presidenti delle Regioni procedano rispettando le categorie prioritarie dei vaccinandi senza improvvisazioni . Lo stesso commissario Francesco Paolo Figliuolo, lo scorso 29 marzo, ha detto che «il piano vaccinale non deve cambiare ogni due settimane: le Regioni hanno la programmazione bimensile delle aziende più grandi. Di Pfizer e Astrazeneca sanno già cosa arriva fino a fine aprile. Di Pfizer sanno addirittura le date». Al netto delle dichiarazioni di ciascuna parte, a dimostrare la disponibilità di munizioni sono i numeri. Con l'aiuto degli esperti dell'Osservatorio interdisciplinare trasporto alimenti e farmaci (Oitaf) abbiamo preparato la tabella che vedete in pagina relativa alla disponibilità di vaccini fino al secondo trimestre del 2022, salvo cambiamenti e nuove autorizzazioni come quelle attese per Novavax e Valneva. Ebbene, l'arsenale a disposizione di Figliuolo è di quasi 206 milioni di dosi con una media mensile stimata - ovvero se le forniture fossero spalmate in modo omogeneo tutti i mesi - di 13,7 milioni. Le forniture più massicce arriveranno da Pfizer per un totale di quasi 66 milioni di dosi. Anche Moderna si difende con quasi 40 milioni. Dalla tabella vediamo anche che Astrazeneca ha effettivamente consegnato circa 1 milione e 200.000 dosi in meno rispetto a quanto previsto ai primi di marzo. Ma nei magazzini italiani ne restano una valanga (quasi 1 milione). Quindi i ritardi delle somministrazioni non si possono imputare al gruppo anglosvedese. Che per altro, nelle settimane scorse, ha dovuto fare i conti anche con il sequestro dei lotti finiti nel mirino delle Procure. Il 29 marzo sono state dissequestrate le 393.600 dosi del lotto Abv5811 che erano state bloccate dai Nas su disposizione cautelativa della Procura di Biella in seguito al decesso di un insegnante di musica piemontese dopo la somministrazione della prima dose del vaccino (l'autopsia e le successive indagini hanno però escluso ogni correlazione, così come tutti i test poi effettuati a livello nazionale ed europeo sul vaccino Astrazeneca). Di queste, 11.630 possono tornare a essere distribuite dall'Emilia Romagna, mentre sono 22.000 le dosi di vaccino Astrazeneca appartenenti al lotto di Biella dissequestrate in Veneto. Restano ancora da «liberare» dai frigoriferi le 250.000 dosi bloccate dai Nas su ordine della Procura di Siracusa. Non solo. L'ad di Astrazeneca Italia, Lorenzo Wittum, ha detto che con la spedizione attesa per oggi, «arriveremo a 4,1 milioni di dosi consegnate in Italia». Oggi dovrebbero infatti essere recapitate circa 1 milione e 400.000 dosi. Sono inoltre in arrivo, entro stamattina, nell'hub militare di Pratica di Mare, circa 500.000 dosi del vaccino Moderna, che saranno poi distribuite nelle varie regioni.Se le munizioni ci sono, e aumenteranno rapidamente, cosa manca per quel cambio di passo promesso da Mario Draghi e dal generale Figliuolo? Ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha detto che finora sono state somministrate agli italiani «10 milioni di dosi»: i vaccinati con due dosi sono 3.143.159, circa il 5% della popolazione italiana, quelli con una sola dose sono invece 3.731.947. Il totale delle persone vaccinate (parzialmente o totalmente) è quindi di 6.875.106. Sempre secondo i dati del ministero, dal 24 marzo in poi ci sono stati giorni in cui in Italia si sono superate le 250.000 iniezioni al giorno, salvo il calo della domenica a 157.705 dosi somministrate. La media degli ultimi 30 giorni, nettamente superata nell'ultima settimana, è stata di 158.026 vaccinazioni ogni 24 ore. Per fare un confronto, negli Stati Uniti sono stati fatti il 29 marzo 712 vaccini ogni 100.000 abitanti, in Gran Bretagna 597. Anche il piano vaccinale messo a punto dalla nuova struttura commissariale presenta, per altro, alcune criticità. Come fa notare Marco Comelli dell'Osservatorio Oitaf, «Il piano fornisce solo il numero di dosi al giorno, non il numero di persone vaccinate. Assume che se per arrivare all'80% dei vaccinandi, 40 milioni di persone, ci vogliono 80 milioni di dosi, considerando anche il monodose J&J come doppio, sottrae agli 80 milioni le dosi già somministrate e divide per 500.000. Nella realtà le cose saranno più complesse. Per esempio, quando arriverà l'ondata dei richiami, questa fermerà la somministrazione delle nuove prime dosi perché la capacità è plafonata a 500.000. Inoltre, i vaccini hanno periodi di richiamo diversi, per esempio a un certo punto arriveranno al richiamo le Astrazeneca di tre mesi prima».Sul fronte europeo, intanto, la portavoce della Commissione Ue, Dana Spinant, ieri ha annunciato che entro la fine della settimana saranno 107 milioni le dosi di vaccino, in totale, che avranno raggiunto gli Stati membri. «Astrazeneca ha consegnato circa 30 milioni di dosi nel primo trimestre», ha aggiunto Spinant ricordando che si tratta dell'obiettivo stabilito dalla casa farmaceutica dopo i tagli annunciati. In particolare le dosi sono 29,6 milioni di Astrazeneca, 67,5 milioni di Pfizer-Biontech e 9,8 milioni di Moderna. Il totale delle dosi consegnate ai 27 Stati membri dalle case farmaceutiche con cui sono stati siglati contratti di preacquisto entro il fine settimana raggiungerà quota 107 milioni.
Roberta Pinotti, ministro della Difesa durante il governo Renzi (Ansa)
Per 20 anni ha avuto ruoli cruciali nello sviluppo del sistema di sicurezza spaziale. Con le imprese francesi protagoniste.
Anziché avventurarsi nello spazio alla ricerca delle competenze in tema di Difesa e sicurezza del consigliere del Colle, Francesco Saverio Garofani, viene molto più semplice restare con i piedi per terra, tornare indietro di quasi 20 anni, e spulciare quello che l’allora rappresentante dell’Ulivo diceva in commissione.Era il 21 giugno 2007 e la commissione presieduta dal poi ministro Roberta Pinotti, era neanche a dirlo la commissione Difesa. Si discuteva del programma annuale relativo al lancio di un satellite militare denominato SICRAL-1B e Garofani da bravo relatore del programma ritenne opportuno dare qualche specifica.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 21 novembre con Flaminia Camilletti
Gianfranco Lande durante un’udienza del processo che l’ha coinvolto (Ansa)
I parenti del consigliere hanno investito una fortuna con Gianfranco Lande. Che per prendere tempo li spingeva a fare «condoni» sui capitali.
Francesco Saverio Garofani in questi giorni viene raccontato come il gentiluomo delle istituzioni, il cattolico democratico che ha attraversato mezzo secolo di politica italiana con la felpa della responsabilità cucita addosso. Quello che nessuno racconta è che lui, insieme a una fetta consistente della sua famiglia, è stato per anni nel giro di Gianfranco Lande, il «Madoff dei Parioli». E che il suo nome, con quello dei tre fratelli, Carlo, Giorgio e Giovanna (che negli atti della Guardia di finanza vengono indicati in una voce cumulativa anche come fratelli Garofani), riempie la lista Garofani nell’elenco delle vittime allegato alla sentenza che ha raccontato, numeri alla mano, la più grande stangata finanziaria della Roma bene, insieme a quello di un certo Lorenzo (deceduto nel 1999) e di Michele, suo figlio, del cui grado di eventuale parentela però non ci sono informazioni.
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Travaglio: «Garofani deve dimettersi». Foa: «Non è super partes, lasci». Porro: «È una cosa pazzesca e tentano di silenziarla». Padellaro: «Una fior di notizia che andava pubblicata, ma farlo pare una scelta stravagante». Giarrusso: «Reazioni assurde a una storia vera». L’ex ambasciatore Vecchioni: «Presidente, cacci il consigliere».






