
Nel giorno della Liberazione, l'ex premier ha tenuto una conferenza nella discussa petromonarchia del Golfo Unico politico occidentale, non si è fatto impensierire dalle 37 pene di morte appena comminate dal regime.All'interno fotogallery dell'evento.Abbiamo scoperto dove fosse lo scorso 25 aprile Matteo Renzi. L'ex premier ha passato il giorno della Liberazione a Riad, in Arabia Saudita, per partecipare alla Financial sector conference organizzata dalle principali istituzioni finanziarie del regno saudita. Quasi certamente era lì per uno dei suoi interventi a gettone, di quelli che va facendo in giro per il mondo. L'evento si è svolto nel sontuoso centro conferenze internazionale Re Abdulaziz, in mezzo a decine di ghutrah bianche e rosse (il tipico copricapo arabo). Poche ore prima il regime aveva mandato a morte 37 presunti terroristi e oppositori e aveva annunciato l'ingaggio di otto nuovi boia per il gran numero di teste da tagliare a colpi di scimitarra.La conferenza faceva parte della Saudi Vision 2030, il piano di sviluppo socio-economico approvato il 25 aprile 2016 dal Consiglio dei ministri del regno saudita e aveva il patrocinio del «Custode delle due moschee sacre», il re Salman bin Abdulaziz Al Saud. La conferenza è nata con l'ambizione di essere il più importante evento del genere nell'area e di contribuire alla crescita del Pil dell'Arabia saudita attraverso il settore finanziario. Intanto dovrebbe aver accresciuto, più modestamente, quello di Renzi. La kermesse ha riunito «i leader del settore finanziario di tutto il mondo, rappresentanti delle principali realtà del settore pubblico e privato, incluse le istituzioni internazionali e le agenzie di rating».La cosa che colpisce è che nel parterre che ha animato le due giornate di lavori c'erano molti economisti e manager, ma nessun politico, salvo Renzi. Infatti da quando, nell'ottobre scorso, è stato scannato il giornalista Jamal Khashoggi dentro al consolato arabo di Istanbul le visite ufficiali di politici stranieri nel regno saudita sono ridotte al minimo. Navigando su Internet non siamo riusciti a trovare nessun altro leader a parte il presidente e il premier dell'Iraq, il primo ministro di Singapore e quello palestinese. E anche il 24-25 aprile non c'erano politici occidentali nell'elenco degli oratori, 132 in tutto, a parte il senatore semplice di Firenze. Nella lista dei relatori Renzi compare a pagina sette (su 11) ed è in mezzo a 60 conferenzieri con il copricapo arabo e a sole 15 donne. Il convegno è stata un'iniziativa congiunta del ministero delle Finanze, dell'Autorità monetaria saudita e dell'Autorità del mercato dei capitali (i tre sponsor del programma di sviluppo del settore finanziario). L'ex premier è salito sul palco verso le 9 e 15 del mattino del 25 aprile insieme con il ministro dell'economia e della pianificazione Mohamed bin Mazyad Al Tuwaijri, con Frédéric Oudéa, amministratore delegato della banca francese Société Général e con l'economista statunitense Nouriel Roubini, uno dei sostenitori della prima ora di Renzi (lo definì «l'ultima spiaggia per l'Italia»). La moderatrice era Florence Eid-Oakden, amministratrice dell'inglese Arabia monitor. La sala era piena di uomini in abiti tradizionali e quando si sono alzati i relatori del turno di Renzi è partita una musichetta. Come sempre l'ex premier ha esibito una camminata baldanzosa, mentre si aggiustava i polsini della camicia e si sistemava i pantaloni. Ma di che cosa ha discettato Matteo? Il tema della sessione a cui preso parte l'ex premier si intitolava un po' pomposamente «Gestione dei rischi geo-strategici: “slowbalisation" e regionalizzazione» e aveva questa introduzione: «L'incertezza politica globale, il passaggio dalla globalizzazione al “rallentamento" e i legami regionali più profondi che in parte sostituiscono l'attività commerciale globale, sono tutti fattori che riducono la prevedibilità dei mercati globali e complicano la gestione del rischio. I mercati del Gcc (il Consiglio di cooperazione del Golfo persico, ndr) continueranno a dimostrare una forte performance dei mercati finanziari? Si sta anticipando l'impatto sui mercati dei capitali e sugli investimenti esteri diretti, diventando quindi ancora meno una scienza e più un'arte?». Forse gli organizzatori hanno invitato Renzi proprio perché ha fatto un documentario sulle bellezze di Firenze. Sia Renzi che Roubini fanno parte della scuderia della Celebrity speakers (Cs), la società che ingaggia personaggi famosi per farli presenziare a eventi come questo a pagamento (la tariffa base del fu Rottamatore è di 20.000 euro). La scheda di Renzi è scomparsa, dopo le polemiche dell'ottobre scorso, dalla pagina italiana della società, ma resta su quella della Cs internazionale. Al forum Renzi era presente come «ex primo ministro d'Italia e senatore di Firenze». Nella biografia erano elencati anche i cinque suoi libri, era puntualizzato che è stato il più giovane primo ministro d'Italia (in realtà battuto da Benito Mussolini) e leader del Pd sino al 2018. Insomma un uomo con un grande futuro alle spalle. Alla fine ha parlato poco più di 9 minuti, divisi in due interventi. Circa 2.000 euro al minuto se Renzi avesse incassato la parcella indicata sul sito Cs.Da Riad l'ex sindaco di Firenze, in elegante completo scuro, camicia bianca e cravatta sul rosa, ha attaccato il governo italiano e i sovranisti in genere. «I politici occidentali continuano con la strategia del day by day, siamo in un'istantocrazia, il potere dei social media, dell'istante, della singola decisione, del singolo tweet, noi decidiamo la strategia geopolitica con un tweet» ha denunciato lui che è stato il re della comunicazione su Internet. Ma Renzi ha parlato soprattutto della Brexit e dei populismi, per spiegare che questi si alimentano con la «paura» e non ha perso l'occasione per attaccare davanti alla platea internazionale il suo obiettivo preferito, Matteo Salvini. A proposito delle strategie da usare con l'Africa ha citato questo aneddoto: «Ricordo le polemiche del ministro dell'Interno italiano contro una barca con 60 persone, poveri, davanti alla Sicilia ed esattamente lo stesso giorno sui siti, nelle stesse pagine, il presidente cinese che firma un accordo con 60 miliardi di investimenti in Africa».Ha anche riproposto un suo cavallo di battaglia, la lacrimevole storia della sconfitta al referendum costituzionale del 2016 («Ho perso il lavoro perché ho provato a cambiare il sistema, dare più stabilità. Ho perso il referendum più o meno come David Cameron: fonderemo un club contro i referendum») e che il problema dell'Italia non è il sistema finanziario o l'economia, ma l'instabilità politica. Ha fatto notare che il suo governo dei mille giorni è stato il quarto per durata nella storia della Repubblica e che in Italia occorrono «leadership più forti». A quel punto gli arabi hanno capito che l'identikit del premier ideale era davanti ai loro occhi. Secondo alcuni Renzi si recherebbe nei Paesi del Golfo persico non solo per questi brevi show, ma vi coltiverebbe anche altri interessi, da lobbista e consulente. Nei giorni scorsi è circolata la voce che stesse facendo da intermediario tra la monarchia saudita e l'Ac Milan, per la compravendita di una parte delle quote in mano al fondo Elliott. L'indiscrezione è giunta anche all'orecchio di Marco Carrai, in passato uno dei più stretti consiglieri di Renzi. L'imprenditore ha subito chiamato l'ex segretario del Pd per chiedergli conferma dell'operazione e si è sentito rispondere che era una «cavolata pazzesca». Il presidente del Milan Paolo Scaroni, parlando con La Verità, ha aggiunto: «Non c'è nulla di vero. Io Renzi non lo sento e non lo vedo da due anni».
Mattia Furlani (Ansa)
L’azzurro, con 8,39 metri, è il più giovane campione di sempre: cancellato Carl Lewis.
iStock
L’azienda sanitaria To4 valuta in autonomia una domanda di suicidio assistito perché manca una legge regionale. Un’associazione denuncia: «Niente prestazioni, invece, per 3.000 persone non autosufficienti».
Giancarlo Tancredi (Ansa)
Le motivazioni per la revoca di alcuni arresti: «Dalla Procura argomentazioni svilenti». Oggi la delibera per la vendita di San Siro.