2021-10-26
È legge il favore a Svp e ad Autobrennero
Approvato un emendamento dell’esecutivo per un’ulteriore proroga al tratto autostradale, già nel mirino della Commissione Ue, gallina dalle uova d’oro per l’Alto Adige. Nel dl Infrastrutture primo step per avviare la riforma dell’Anas, con dote da 500 milioniC’è un governo più che mai schizofrenico in tema di concessioni autostradali. Se da un lato infatti si muove anche a livello parlamentare per concedere proroghe per la A22 a Autobrennero Spa (che vanta un 14,5% di soci privati in violazione delle regole europee), dall’altro si attiva per la creazione di una nuova società controllata dal Mef che subentrerebbe ad Anas, proprio con l’obiettivo di svolgere l’attività di gestione delle autostrade. Insomma, sulla linea di quanto già annunciato dal ministro Enrico Giovannini («Sarà un anno cruciale per il sistema autostrade»), lo Stato ritorna alla logica che se deve investire sulle infrastrutture allora è meglio farlo da padrone di casa e riprendersele, soprattutto per fare la manutenzione ordinaria. Così nelle ultime ore è spuntato un emendamento del governo presentato alle commissioni Ambiente e Trasporti al dl Infrastrutture, che aiuterà a ridefinire la missione di Anas e la sua riorganizzazione fuori dal perimetro di Fs. Va ricordato che Anas è già presente al 50% in Cal (Concessione autostrade lombarde) e in Cav (Concessioni autostradali venete), probabile base di partenza per la nuova realtà. In questo modo, una parte della società di via Mozambano dovrebbe uscire dal perimetro di Ferrovie dello Stato, dove era finita dopo la riforma voluta dal governo Renzi. La norma disporrebbe quindi la costituzione della società con decreto del presidente del Consiglio, che definisce atto costitutivo e statuto sociale, nomina gli organi sociali per il primo mandato e ne definisce il compenso assembleare e stabilisce i criteri per la remunerazione degli amministratori investiti di particolari cariche. La nuova società potrà stipulare convenzioni a titolo oneroso con società direttamente o indirettamente controllate dallo Stato per acquisire assistenza tecnica, operativa e gestionale, nonché costituire società di gestione di autostrade statali e acquisire partecipazioni in società esistenti ed operanti nello stesso ramo. Non solo. «Con esclusivo riguardo alle autostrade statali a pedaggio, le funzioni e le attività attribuite dalle vigenti disposizioni ad Anas sono trasferite» alla nuova «società». Il Mef sarebbe poi autorizzato a partecipare al capitale sociale e a rafforzare la dotazione patrimoniale della società con un apporto complessivo di 52 milioni di euro, da sottoscrivere e versare anche in più fasi e per successivi aumenti di capitale o della dotazione patrimoniale nel limite 2 milioni di euro per l’anno 2021, di 10 milioni di euro per l’anno 2022, 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024. L’apporto, si legge nel testo dell’emendamento, può essere incrementato fino a 528 milioni di euro. Tra i tratti autostradali che per primi potrebbero essere assegnati alla nuova società ci sono la A24 e la A25 in Abruzzo, assegnate nel 2000 al gruppo Toto e di fatto le uniche 4 concessioni autostradali assegnate con gara in Italia su impulso dell’Europa. Ora la concessionaria è Strada dei Parchi che attende ormai da quasi 10 anni (era il 2012 dopo il terremoto dell’Aquila del 2009) il piano Pef (Piano economico finanziario) per la messa in sicurezza dal punto di vista antisismico. Dopo 5 governi sono arrivati anche 3 commissari straordinari, ma l’esecutivo continua a non voler stanziare le somme stabilite. In questo spazio si potrebbe inserire la nuova Anas che potrebbe riprendersi la concessione, con tutta probabilità versando una pesante penale di almeno 2 miliardi di euro, a Strada dei Parchi. Così mentre il governo da un lato statalizza, dall’altro invece concede ancora proroghe all’Autobrennero Spa (una concessione mai andata a gara): ieri l’emendamento è passato in commissione Trasporti. Si tratta di un favore del centrosinistra, tra gli altri, alle province autonome di Trento e Bolzano (azioniste con un 8% a testa), ma anche alla Südtiroler Volkspartei (Svp), che con i suoi senatori sarà ago della bilancia alle prossime votazioni per il Quirinale. È interesse degli enti locali azionisti continuare a incassare i ricchi dividendi che arrivano dai pedaggi. Ma al contempo la proroga potrebbe far scattare una pesante procedura di infrazione per ostacolo alla concorrenza da parte della Commissione europea che da anni chiede all’Italia di indire una gara o costituire almeno una società in house, trasparente e con un azionariato pubblico. La stessa corte di giustizia europea, con un’ordinanza del 20 novembre 2020, si era espressa su un caso simile, questa volta nell’ambito di un contenzioso amministrativo tra la società Autostrada Torino Ivrea Valle d’Aosta (Ativa) SpA e le autorità di governo. Anche nel caso di Ativa (come ricordato un’interrogazione del senatore Lucio Malan a settembre) c’era stata una scadenza del 2016 e si chiedeva una proroga per la A21 e la A5. Ma nella risposta della Corte di giustizia europea si dava conto del fatto che il governo italiano aveva difeso il comma 8-bis dell’articolo 178 (codice sui contratti pubblici in tema di concessioni in scadenza) contro la domanda di Ativa affermando che esso mira a «garantire la massima apertura possibile alla concorrenza delle concessioni autostradali [...] aperto alla concorrenza solo recentemente [...] con il fine di evitare di riconoscere un qualsivoglia vantaggio, anche solo di fatto, ai concessionari uscenti». Ora invece con l’emendamento sostenuto da Giovannini si rischia di fare l’opposto, rischiando appunto la procedura di infrazione.