2025-06-24
Intelligenza artificiale e arbitrio: le fondate preoccupazioni del Papa
L’appello di Leone per una riflessione sulla dimensione etica delle nuove tecnologie fa intravedere il timore di una deriva utilitaristica. Che porterebbe l’uomo a fare il male anziché il bene, qualora convenisse di più.Perché il nostro Papa Leone XIV sembra occuparsi con attenzione e preoccupazione di Leggi naturali e Intelligenza artificiale? Perché, io credo, vuole occuparsi dei Principi fondamentali che regolano il comportamento umano, che molto probabilmente potrebbero essere influenzati dalla Ia. Secondo me, il Papa vede il rischio che l’Ia imponga determinismo scientifico (senza responsabilità morale) verso il libero arbitrio dove la creatura umana ha invece libertà di scelta con responsabilità morale. Leone XIV è realmente un leone coraggiosissimo, poiché su questo tema Benedetto XVI (in Caritas in Veritate), proprio avendo affermato questo principio, si era creato qualche «nemico interno ed esterno», piuttosto in disaccordo con lui. Mentre il suo successore, con largo consenso invece, aveva invitato al dialogo e all’uso del discernimento. Piuttosto difficile da credere poiché il discernimento vuole capacità di riflessione di mente e cuore, pretende la comprensione delle cause del problema su cui discernere, ma soprattutto presuppone che chi discerne possa poi decidere.Perché quindi questa, apparente, preoccupazione del Sommo pontefice, massima autorità morale? Provo a interpretarlo.Perché l’Ia ha enorme rilevanza etica e ancora oggi non è chiaro se sia mezzo o fine, visto che l’algoritmo della Ia sembra essere diventato strumento creativo e decisionale che influenza persino i sentimenti umani.Perché le pure spiegazioni economiche che giustificano l’Ia non sono sempre consistenti e convincenti, quando invece i rischi più o meno evidenti vengono sottovalutati, mentre i vantaggi vengono esaltati, promettendo utopie irrealizzabili. Si legga in proposito il discorso del premier Uk, Keir Starmer (Il Foglio 11 giugno), che spiega che l’Ia ci renderà più umani, svilupperà il nostro pensiero critico, la nostra emotività, capacità di giudizio, ci farà diventare tutti ricchi e assicurerà il futuro dei nostri figli. Ci manca solo che ci prometta «sarete tutti come Dio».Perciò l’Ia viene manifestamente imposta e non deve essere demonizzata. Ma, mi sbaglio o fu proprio Elon Musk a dichiarare che sviluppare l’Ia equivale a «evocare il demonio»? In più, soprattutto, l’etica religiosa non deve essere ostacolo. Le vere riflessioni, di carattere morale, credo siano ben più complesse. A determinare l’azione umana, in concreto, non può essere l’Ia, bensì il famoso e citato libero arbitrio che sa distinguere cosa è bene o no per l’essere umano che lo utilizza. L’Ia è invece intransigente, perché non ammette sentimenti e rifiuta che vi sia una morale naturale incorporabile nella Ia, visto che questa non può conoscere il fine ultimo dell’uomo. C’è anche un’altra considerazione che merita di essere fatta. L’Ia più la mente umana dovrebbero generare una specie «sovraumana» e ciò mi pare che vada contro lo Spirito, ma anche contro la ragione. La ragione umana è limitata proprio perché umana, che succede se con l’Ia si supera la ragione umana? Si va sopra o contro la ragione stessa? Non lo sappiamo, ma può essere comprensibile che per un Pontefice della Chiesa cattolica il «sovra umano» esista già, e sia la «santità». L’Ia si contrappone quindi alla santità? Mi sono chiesto cosa direbbe in proposito san Tommaso d’Aquino. Probabilmente direbbe che l’Ia dovrebbe trovare soluzioni alla crisi globale, insanabile perché dovuta alla negazione delle leggi naturali. Se queste sono le cause della crisi, si deve prima risolvere le cause anziché aggirarle con l’Ia. E probabilmente aggiungerebbe che le remote cause sono dottrinali e la soluzione sta anzitutto nella evangelizzazione. L’Ia può essere strumento di evangelizzazione? Può diventare l’Ia strumento per portare la creatura umana alla verità da conoscere e realizzare? Oppure cancellerà ogni valutazione morale portando l’uomo a fare il male anziché il bene perché il male rende di più? In pratica, sarà l’Ia solo utilitaristica? Bene, ecco perché il Santo Padre non può trascurare questo argomento riferito alla Ia e non cercare risposte a queste domande.
Andrea Sempio, nel riquadro il padre Giuseppe (Ansa)