2019-04-02
È caos sul no ai vaccini per le scuole. Ma sono già esclusi dalla nuova legge
Pd e mezzo M5s insorgono per un emendamento gialloblù al ddl 770 che esclude i certificati per l'iscrizione. Pure Roberto Burioni si scatena: «Catastrofe». Peccato che l'obbligo flessibile serva proprio a ovviare all'imposizione.L'obbligo vaccinale infiamma le opposizioni e spacca il Movimento 5 stelle, ma potrebbe essere una polemica inutile, dovuta a una non accurata lettura del testo in discussione. Un emendamento, tra i tanti presentati sul ddl 770, ha infuocato gli animi in commissione Sanità. È l'emendamento che introduce l'articolo 7-bis che abroga l'obbligo di presentare il certificato di avvenuta vaccinazione per i bambini che frequentano asili nido e infanzia, principio cardine del Decreto Lorenzin. L'intento di non lasciare nessun bambino fuori da scuola perché non vaccinato è la sostanza del testo presentato in questi giorni a firma della vicepresidente della Commissione Sanità del Senato, Maria Cristina Cantù (Lega), del presidente Pierpaolo Sileri (M5S) e di un altro esponente della Lega, la senatrice Sonia Fregolent. Proprio la firma del presidente Sileri ha scatenato la polemica in seno al M5s. In aperto contrasto con il fronte originale, il deputato pentastellato Giorgio Trizzino, sulla sua pagina Facebook, ha scritto: «Non sarò mai complice per una morte che potrebbe essere evitata grazie all'utilizzo dei vaccini!». Trizzino denuncia lo «stravolgimento del disegno di legge sui vaccini all'esame in Senato» e si dice dispiaciuto nel «constatare che da parte di autorevoli voci di parlamentari amici e medici, vengano assunte posizioni così in contrasto con indiscutibili indicazioni scientifiche alle quali è solo doveroso attenersi, senza possibili spazi di dissenso». Il deputato del M5s sventolando la bandiera delle evidenze scientifiche, promette di battersi «perché venga contrastato qualunque altro atto contrario alla logica dell'evidenza e nocivo alla salute dei bambini». In soccorso, perché contraria all'emendamento si è detta anche la senatrice penta stellata Elena Fattori, da sempre voce critica all'interno del M5s sul tema dell'obbligo vaccinale. Su Facebook posta un «Io non sarò complice!» e, unendosi all'appello del collega Trizzino, chiede il ritiro dell'emendamento. La Fattori, nel suo intervento cita l'Organizzazione mondiale della sanità che «ha incluso l'esitazione vaccinale tra i pericoli per la salute mondiale del 2019 e nel nostro Paese si piangono ancora morti per malattie che non dovrebbero essere più in circolazione». Al coro dei pentastellati dissidenti, ma con minore enfasi, dato che è all'opposizione, è arrivato il commento del presidente della Regione Nicola Zingaretti neo segretario del partito democratico. In un tweet ha annunciato che «nel Lazio faremo di tutto per garantire l'obbligo vaccinale perché la salute dei bambini viene prima di ogni cosa». A stretto giro è arrivata la replica di Davide Barillari, consigliere regionale del M5S della stessa Regione con un minaccioso «provaci. E non sai nemmeno a quale livello di guerra andrai incontro». Non potevano poi mancare, contro l'emendamento, la levata di scudi dell'immunologo Roberto Burioni. Secondo il paladino dell'obbligo, «se l'emendamento passasse sarebbe una vera catastrofe. Si cancellerebbe di fatto l'immunità di gregge che protegge i bambini più deboli». Anche i medici dei più piccoli, attraverso la voce del presidente dell'Associazione italiana di pediatria Alberto Villani, hanno espresso il dissenso per la discussione in atto su una legge che, con l'obbligo, «sta sanando quella che era una situazione pericolosa per la salute di bambini e adulti». Tutto questo ammontare di polemiche, però, sembra (chissà se politicamente intenzionalmente) voler ignorare il cuore del ddl. Ossia l'introduzione dell'obbligo flessibile che, in buona sostanza, introduce il vincolo alla profilassi laddove ministero e Iss rilevino l'insorgenza di epidemie o dove, in determinate aree, si vada sotto la percentuale di immunizzazione fissata per legge per le singole malattie. In parole povere, l'obbligo di certificazione per l'iscrizione scolastica è già in sé escluso dalla natura particolare del disegno di legge che vuole superare la Lorenzin. La posizione del governo sul tema era già arrivata, nei giorni scorsi, dal sottosegretario alla Salute, Armando Bartolazzi, secondo cui «l'emendamento preso singolarmente ha poco senso, abbiamo 150 pagine di emendamenti e la discussione sul ddl deve ancora entrare nel vivo. Nessun passo indietro sulla volontà di una legge di buon senso che garantisca il diritto all'istruzione e il diritto alla salute di tutti, con particolare tutela dei bambini immunodepressi».Tanta polemica per nulla, quindi. Oppure tanta polemica voluta.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)