2021-12-21
Due seggi contestati al Senato fanno ballare il voto per il Quirinale
Progressisti all’attacco per bloccare il posto rivendicato da tre anni da Claudio Lotito, patron della Lazio. Da chiarire la situazione del pd Fabio Porta che dovrebbe subentrare all’argentino Adriano Cario, eletto all’estero e decaduto per brogliContinuano a essere agitate le acque di Palazzo Madama, a poco più di un mese dalle fine del mandato del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Non sono infatti ancora state chiarite del tutto le posizioni di due seggi del Senato, in primis quello che dovrebbe spettare al patron della Lazio, Claudio Lotito, mentre in seconda posizione c’è da chiarire la situazione del piddino Fabio Porta che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) subentrare al senatore decaduto Adriano Cario. Sono situazione del tutto differenti, ma che contribuiscono a creare non pochi grattacapi giuridici e di procedura. Tra oggi e domani dovrebbe essere sanata la posizione dei 192 senatori del plurinominale non ancora proclamati. L’ingorgo burocratico dura ormai da anni, soprattutto per quanto riguarda Lotito, mentre sull’ormai ex senatore argentino sono pesati i brogli sul voto degli italiani all’estero a Buenos Aires. I tempi stringono. Tra il 4 e il 5 gennaio il presidente della Camera, Roberto Fico, dovrà Convocare le camere, a un mese esatto dalla scadenza del settenato di Mattarella. A questo punto le finestre per votare potrebbero essere il 18 o 24 gennaio, a meno che non ci siano opposizione o ricorsi. Sono tutti fattori che possono chiaramente rallentare la votazione del nuovo capo dello Stato e che sono diventati oggetto di discussione politica, anche perché se un seggio dovesse cambiare colore all’ultimo potrebbe anche spostare gli equilibri dell’aula. Come noto il presidente della Lazio rivendica da 3 anni il seggio che ora è del renziano Vincenzo Carbone di Italia viva. Ma il 2 dicembre scorso l’Aula di Palazzo Madama ha approvato un ordine del giorno a prima firma della presidente dei senatori di Leu, Loredana De Petris, che ha così congelato la decisione della giunta delle elezioni e immunità che aveva riconosciuto l’elezione del presidente della Lazio nel 2018 con Forza Italia in un collegio in Campania, come lui ha sempre rivendicato. Il Senato si era espresso con 155 sì, 102 no e 4 astenuti. E, appunto, l’ordine del giorno prevedeva il rinvio del caso alla giunta per rettificare i dati elettorali di proclamazione dei seggi. Il tema, come detto, è politico, perché anche Leu rivendica il seggio di Carbone. Il 17 dicembre scorso però la giunta presieduta da Maurizio Gasparri ha respinto la richiesta e ha confermato la relazione del senatore Adriano Paroli di Forza Italia. «Nell’imminenza dell’elezione del presidente della Repubblica, il Senato ha la necessità e l’urgenza di definire le contestazioni sull’elezione di alcuni senatori. Ho provveduto a una rivisitazione dei dati in possesso della Giunta e verificato ancora una volta l’impossibilità di procedere all’esame di tutte le schede del collegio interessato per la semplice ragione che sono andate distrutte» ha ribadito Paroli. Ora in teoria l’Aula dovrebbe di nuovo riunirsi, entro la fine di gennaio, per affrontare la questione e nel caso assegnare il seggio. E pensare che Paroli aveva presentato la relazione nel luglio 2020, un anno e mezzo fa, ma in questi mesi non si è riusciti a risolvere la questione, sia per questioni politiche sia anche per rapporti personali. Sta di fatto che, a poco più di un anno dalla fine della legislatura, il Senato è ancora in balia di ricorsi e controricorsi. La situazione di Cario, il senatore argentino decaduto per i brogli elettorali, è a prima vista più semplice. Ma anche qui potrebbero esserci sorprese. La giunta di Gasparri ha deciso che a prendere il posto di Cairo sarà Fabio Porta, del Partito democratico. In pratica è stata accolta una osservazione del Pd che, in una proiezione sull’intera circoscrizione, indicava come falsificate ben 12.000 schede elettorali: Porta avrebbe così ottenuto il maggior numero di voti. Ma c’è chi si oppone. Il primo dei non eletti nella lista dell’Usei (Unione sudamericana emigrati italiani) è l’imprenditore di origine trentina Francisco Nardelli, classe 1965. Nardelli vive a Baia Blanca, nel sud dell’Argentina, ma è anche uno dei nominati dalla Provincia autonoma di Trento nella Consulta dell’emigrazione. Pochi giorni fa, dopo la decisione della giunta, ha fatto uscire una nota dove si dice «preoccupato e deluso, perché questo crea un precedente pericoloso per la democrazia. Viene di fatto stravolta la volontà espressa dagli elettori sul territorio attraverso il voto. Il seggio in Senato lasciato vacante da Adriano Cairo spetta senza alcun dubbio all’Usei, che con i propri voti (68.233) ha battuto il Pd (57.939) nella competizione elettorale del 2018». Nardelli ha la possibilità di fare ricorso, ma dovrà aspettare che l’Aula proclami Porta senatore. In sostanza si rischia di tirare ancora in lungo, mentre il tempo per la votazione del nuovo presidente della Repubblica continua a diminuire: di fondo non si sa ancora con certezza chi voterà il nuovo capo dello Stato.
(Ansa)
Il Comando ha ringraziato i colleghi della Questura per il gesto e «la cortesia istituzionale dimostrata in questo tragico momento». A Gorizia invece un giovane di 20 anni ha reso omaggio ai caduti, deponendo un mazzo di fiori davanti all'ingresso della caserma. Il giovane ha spiegato di aver voluto compiere questo gesto per testimoniare gratitudine e rispetto. Negli ultimi giorni, rende noto il Comando isontino, sono giunti numerosi messaggi di cordoglio e attestazioni di affetto da parte di cittadini, associazioni e rappresentanti delle istituzioni.
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