2025-05-20
Dramma Ilva ridotto a farsa da Emiliano: «Acquedotto pugliese la può salvare»
Michele Emiliano (Imagoeconomica)
La sparata: «Il gruppo parteciperebbe alla nazionalizzazione» Tavolo di Adolfo Urso. Promette 5.000 nuovi posti di lavoro a Taranto.Ormai sull’ex Ilva bisogna prendere atto che con lo stallo di metà della produzione ci sarà «un lungo periodo transitorio» anche per molti dipendenti costretti alla cassa integrazione. La responsabilità, ribadisce il ministro delle Imprese Adolfo Urso, è da attribuire all’impossibilità di «realizzare in tempo congruo gli interventi per la salvaguarda dell’impianto». «Sono passati ormai 12 giorni», ha rincarato, «alcune di quelle autorizzazioni non sono state ancora concesse e comunque ove lo facessero non sarebbero più congrue rispetto ai tempi che andavano realizzati». Insomma l’altoforno 1, almeno nel breve periodo, potrebbe non essere più utilizzabile a causa del mancato rilascio delle autorizzazioni richieste da Adi alla Procura di Taranto.Il tema occupazione nella città dell’ex Ilva diventa sempre più centrale quindi. Il Mimit ieri ha convocato un tavolo con le imprese che hanno manifestato il proprio interesse a sviluppare investimenti nell’area. Siderurgia, cantieristica, aerospazio, nautica da diporto e crocieristica, carpenteria, ferrovie, eolico, meccanica e logistica, data center e Intelligenza artificiale alcuni degli ambiti di intervento dei progetti industriali presentati. «Siamo a un punto di svolta», ha commentato Urso, evidenziando che sono 15 i progetti industriali censiti, con un potenziale occupazionale di oltre 5.000 addetti. «Ci sono tutte le condizioni per dare risposte concrete a chi cerca lavoro o teme di perderlo», ha aggiunto. Tra le aziende proponenti figurano Fincantieri, Toto holding-Renexia, Webuild group, Mermec, iGenius, Cantieri di Puglia, oltre alle rappresentanze di Confapi e Confagricoltura. A proposito di Renexia il progetto, da quanto si apprende tra i presenti al tavolo, prevede la costruzione di un impianto eolico offshore galleggiante da 2 gigawatt di produzione. Investimento che prevede 1.200 assunzioni già nella prima fase, alle quali potrebbero aggiungersi altri 1.000 lavoratori qualora si arrivasse a 4 gigawatt, oltre a 200 risorse da destinare alla logistica. Renexia del gruppo Toto già aveva fatto parlare di sé in Puglia per il progetto di apertura di fabbriche di turbine eoliche e di cavi elettrici a Taranto e Brindisi insieme con la società cinese Mingyang. Le due società di recente, come già scritto da La Verità, hanno di fatto istituzionalizzato la loro partnership. Il progetto è quello di realizzare insieme il più grande parco eolico offshore d’Italia. Lavori che si allineeranno al decreto Energia che punta a identificare per la specifica filiera energetica i porti di Augusta e di Taranto conosciuti anche per la presenza di basi Nato. Come già spiegato, però, Mingyang si fornisce abitualmente da Dongfang, tra le più grandi aziende di Stato cinesi e tra i leader mondiali nel settore dei sistemi per la generazione di energia. In vari Paesi Dongfang è sotto osservazione per motivi di sicurezza nazionale. Inoltre un rapporto dell’Istituto tedesco per la difesa e gli studi strategici spiega che la Cina potrebbe utilizzare le proprie turbine eoliche come strumento di spionaggio (raccolta di dati sensibili, procrastinazione volontaria dei progetti energetici o disattivazione da remoto degli impianti). In questo quadro bisogna guardare anche al contesto internazionale. In un momento di grande incertezza e di tensione geopolitica non rischia di creare problemi diplomatici con la Casa Bianca consentire alle imprese cinesi di avvicinarsi così tanto a delle basi Nato?Intanto il governatore della Puglia Michele Emiliano, che non ha mai nascosto il suo favore per le imprese cinesi, in un’intervista a Repubblica ha detto che se l’ex Ilva dovesse essere nazionalizzata, la Regione «sarebbe pronta a far parte della compagine sociale anche facendo entrare nella nuova società propri gruppi, come Acquedotto pugliese che, essendo uno dei fornitori più importanti di acqua allo stabilimento, svolgerebbe una funzione anche industriale». E qui dal dramma degli operai in cassa integrazione si passa alla farsa.Tuttavia resta in piedi la trattativa con gli azeri di Baku steel. Lo ha confermato lo stesso Urso: «Continuano (le trattative)», ha detto, chiarendo anche: «Ovviamente noi dobbiamo adattare il piano industriale a quello che è accaduto (l’incendio, ndr), soprattutto nella fase di transizione verso la realizzazione dei forni elettrici e dei relativi Dri che devono essere alimentati necessariamente a gas e quindi della nave rigassificatrice che deve essere ancorata al porto di Taranto». Solo successivamente «i Dri permetteranno di avere il materiale per i forni elettrici che devono essere installati e con un piano che ovviamente prevederà diversi anni di compimento, si potrà giungere all’obiettivo dell’impianto siderurgico pienamente green a Taranto».
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Nel libro postumo Nobody’s Girl, Virginia Giuffre descrive la rete di abusi orchestrata da Jeffrey Epstein e Ghislaine Maxwell e ripercorre gli incontri sessuali con il principe Andrea, confermando accuse già oggetto di cause e accordi extragiudiziali.