2022-01-21
Dpcm, ficcano il naso nei carrelli della spesa
Testo ancora ignoto. Senza pass vietato comprare beni non primari. Ipotesi esenzione per ritirare la pensione.Servirà l’intervento di Federica Sciarelli e del suo Chi l’ha visto per rintracciare il dpcm governativo, annunciato da giorni, contenente la lista dei negozi esentati dall’uso del green pass. «La lista è quasi pronta», aveva detto a inizio settimana a Radio Rai il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, ma sta di fatto che ancora ieri sera, prima che questo giornale andasse in stampa, il provvedimento - incredibilmente - non era uscito.A inizio mandato, Mario Draghi aveva solennemente promesso: «Ci impegniamo a informare i cittadini con sufficiente anticipo, per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento nelle regole». Ma oggi tutti constatano che il governo Draghi, in questo, non ha mostrato alcuna differenza rispetto al precedente esecutivo di Giuseppe Conte. Da giorni si sa solo di un ruvido confronto tra il titolare dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti e quello della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, ma fino a ieri sera la telenovela non era ancora conclusa. Ecco le ultime indiscrezioni: niente pass per negozi di alimentari, supermercati e mercati all’aperto; farmacie, parafarmacie, ottici; edicole all’aperto; benzinai e rivendite di combustibili per la casa (legna, pellet, ecc); negozi di articoli per animali. Sintetizzando le cose, senza green pass gli italiani potranno solo mangiare qualcosa, comprare una pillola, scaldarsi, e sfamare il gattino o il cagnolino di casa. Nient’altro. Una stretta illiberale di per sé surreale, e a maggior ragione contraddittoria con la nuova fase «aperturista» inaugurata dalla maggior parte dei Paesi occidentali. La contraddizione è ormai tragicomica: ministri, sottosegretari, consulenti del governo e presidenti di regione intasano i talk-show invocando regole più leggere, ma poi partoriscono norme sempre più ossessivamente chiusuriste. Ma non mancherà un tocco da psicopolizia. Secondo le ultime anticipazioni, perfino nelle attività lasciate esenti dal green pass potrebbero scattare dei controlli a campione per verificare (c’è da rimanere increduli) che chi è entrato nell’esercizio sia andato solo a «soddisfare le sue esigenze primarie». In un crescendo surreale, si fanno anche delle ipotesi: se vai in questura senza pass, potresti essere autorizzato se devi presentare una denuncia ma non per rinnovare un documento; se vai al supermercato senza pass, potresti essere autorizzato per fare la spesa ma non per acquistare beni non essenziali. A Berlino Est non avrebbero saputo osare tanto. Servirà invece almeno il green pass cosiddetto «base» per entrare negli altri negozi, incluse le librerie, i tabaccai e le edicole al chiuso, quest’ultime particolarmente comuni nei piccoli Paesi, dove insieme ai giornali sono venduti gli articoli di cancelleria. Sarà necessario il lasciapassare pure per comprarsi un paio di calzini o una camicia. A parte il mega favore ad Amazon e al commercio online e l’ennesimo schiaffo ai piccoli esercizi, non si comprende perché il pass non sia richiesto per comprare un giornale all’aperto, ma sia indispensabile per acquistare un libro. Allo stesso modo, pure i tabaccai sono rientrati nel cerchio più stretto perché gli articoli venduti in quegli esercizi non sarebbero «essenziali per la cura della persona». Però dal tabaccaio si pagano anche le bollette di molte utenze, come del resto alla posta: pare normale a tutti che, in mancanza di vaccinazione, oltre alla bolletta, il malcapitato cittadino debba pagarsi pure un tampone? Mentre qualcuno, in un sussulto di ragionevolezza, chiede che almeno non sia necessario il pass alla posta per ritirare la pensione. Il paradosso finale è un quadro di regole che appare ancora più stringente di quello che consentì di tenere aperti molti esercizi in zona rossa. La nuova regolamentazione scatterà dal primo febbraio. Morale della favola: un danno per tutti. Sia per i cittadini in generale, colpiti nelle loro libertà di movimento ed economica. Sia per gli esercenti, già messi alla prova da questo lockdown strisciante e di fatto, da questo «coprifuoco senza coprifuoco», e ora privati di un’altra fetta di clientela potenziale. Sarà bene ricordarlo la prossima volta che sentiremo parlare di Italia «modello» e di «boom» economico in corso: puro training autogeno per ministri desiderosi di autogalvanizzarsi. Ma ciò che gli italiani vedono sono città deserte e spettrali, con negozi sì aperti ma tristemente vuoti.
Matteo Salvini (Imagoeconomica)
La stazione di San Zenone al Lambro, dove il 30 agosto scorso un maliano ha stuprato una 18enne (Ansa)
Il ministro degli Interni tedesco Alexander Dobrindt con il cancelliere Friedrich Merz (Ansa)
Massimo Cacciari (Getty Images)