2024-03-06
«Perché le notizie finivano al foglio di De Benedetti?»
Federico Cafiero de Raho (Imagoeconomica)
Giorgia Meloni all’attacco: «Metodi da regime, nessuna tolleranza». Oggi l’audizione di Melillo, fuoco incrociato sul grillino Cafiero de Raho.Giorgia Meloni, ieri a Pescara per la campagna elettorale per le regionali, affonda i colpi sui dossieraggi: «Ritengo gravissimo», evidenzia, «che in Italia ci siano dei funzionari dello Stato che hanno passato il loro tempo a violare la legge facendo verifiche su cittadini, comuni e non, a loro piacimento per poi passare queste informazioni alla stampa, ed in particolare ad alcuni esponenti della stampa». Il premier specifica: «Segnatamente al giornale di De Benedetti». «Utilizzare così le banche dati pubbliche non c’entra niente con la libertà di stampa. Vogliamo sapere chi sono i mandanti perché questi sono metodi da regime». Parole dure, quelle della Meloni, così come dure sono le considerazioni del ministro degli Esteri, Antonio Tajani: «È certamente un fatto molto grave», sottolinea Tajani, anche lui a Pescara, «perché in un Paese libero e democratico che ci sia qualche funzionario dello Stato che abusivamente si infila nelle vicende personali per preparare dossier di questo o quel personaggio non è soltanto una questione politica. Bisognerebbe capire chi è il regista, non credo sia un sottoufficiale della Guardia di finanza il regista. Chi ha dato disposizione? Chi ha usato? Per quali fini? Questo è il tema, al di là del fatto che sono state analizzate le vite private di molti esponenti del centrodestra. Non è un fatto politico, è un fatto di diritto di difesa della privacy e capire perché ci sono funzionari pubblici che compiono queste azioni. Questo è preoccupante», aggiunge Tajani, «sono cose antidemocratiche, che accadono nei Paesi in cui non si rispettano i diritti dei cittadini». Lo scandalo dei dossieraggi viene commentato anche dal leader della Lega, Matteo Salvini: «Che ci siano dei funzionari infedeli dello Stato», attacca Salvini, «che, secondo l’accusa, pagati dagli italiani, spiano giorno e notte migliaia di italiani anche normalissimi perfino sui conti correnti è gravissimo. Vorrei sapere se i vertici della Guardia di finanza ne erano al corrente o meno. Io personalmente farò denunce il più possibile per capire chi spiava e su mandato di chi e chi ci guadagnava e chi pagava. Chiedo ai vertici della Guardia di finanza», insiste Salvini, «se sapevano: non penso che ci fosse il sottoufficiale che per hobby spiava i conti correnti e dava ai giornalisti delle informazioni. Mattarella? Se c’è di mezzo anche qualche parte della magistratura, secondo l’accusa è giusto che chi comanda il Consiglio superiore della magistratura chieda tutti i chiarimenti del caso». Non si placa, anzi si infiamma, la polemica sull’ex procuratore antimafia, Federico Cafiero de Raho, attualmente deputato del M5s e vicepresidente della commissione parlamentare Antimafia. La commissione, presieduta da Chiara Colosimo di Fratelli d’Italia, ha calendarizzato le audizioni del Procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, per oggi alle ore 16.30, e quella del procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, per domani alle ore 10. Forza Italia e Italia viva vanno all’attacco di Cafiero de Raho: «Depositerò una richiesta di audizione», annuncia Raffaella Paita, senatrice e membro della commissione, «del vicepresidente della commissione parlamentare Antimafia Cafiero de Raho, ex procuratore nazionale antimafia, in merito all’inchiesta di Perugia sui presunti dossieraggi. Sarà la presidente Colosimo a valutare la richiesta». Due giorni fa l’altro vicepresidente della stessa commissione, Mauro D’Attis, aveva chiesto che de Raho si astenesse dal partecipare alle sedute che riguardano l’inchiesta. Va all’attacco il capogruppo al Senato di Forza Italia, Maurizio Gasparri: «Cafiero de Raho», sottolinea Gasparri, «dovrà essere chiamato a rispondere di quello che è avvenuto alla Procura antimafia quando lui la dirigeva. E non può svolgere certo la funzione di controllore su vicende che riguardano la sua stessa attività. Pertanto non può partecipare alle riunioni della Commissione antimafia, dove, con la sua presenza, realizza un colossale conflitto di interessi sul quale Forza Italia non intende tacere. É una cosa gravissima sulla quale richiamiamo l’attenzione delle massime istituzioni della Repubblica, attente alla vita quotidiana del Paese».
Jose Mourinho (Getty Images)