2021-05-08
Dossier «Ungheria», Storari dai pm
Il sostituto procuratore è indagato per la fuga di notizie collegata alla presunta loggia. Anche il «capo» di Milano nella Capitale. Conflitto di competenze tra Roma e Brescia. È un fine settimana bollente per la magistratura. Oggi, infatti, il pm di Milano Paolo Storari verrà sentito dai colleghi della Procura di Roma che, come raccontato dalla Verità nei giorni scorsi, lo hanno iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di rivelazione di segreto d'ufficio. Il sostituto meneghino, che sarà accompagnato dal suo difensore Paolo della Sala, secondo gli inquirenti, è uno dei protagonisti della diffusione dei verbali di interrogatorio dell'ex consulente esterno di Eni, Piero Amara. Durante gli ultimi due mesi del 2019, il faccendiere venne ascoltato proprio da Storari e dall'aggiunto Laura Pedio, ai quali raccontò di una loggia segreta, denominata Ungheria, e di cui farebbero parte magistrati, politici e i vertici di carabinieri e guardia di finanza. Il resto della storia è ormai noto perché è stato ricostruito dall'ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo: il quale nell'aprile del 2020 ha ricevuto a Milano, circostanza che sarebbe stata confermata dallo stesso Davigo di fronte ai pm capitolini durante la sua audizione in qualità di persona informata sui fatti lo scorso mercoledì, una copia non firmata dei verbali di Amara dallo stesso Storari. Quest'ultimo, affidando le carte a Davigo, decide di «autotutelarsi» dalla presunta inerzia dei suoi superiori (che iscrivono sul registro degli indagati Amara, Giuseppe Calafiore e Alessandro Ferrara nel maggio del 2020), e in particolare nei confronti del procuratore capo di Milano Francesco Greco, su quanto raccontato da Amara. Poi sempre Davigo ha riferito di aver parlato informalmente dei verbali con i vertici del Csm: il vicepresidente David Ermini, il pg della Cassazione Giovanni Salvi e con altri consiglieri di Palazzo dei Marescialli. Secondo il fondatore della corrente A&i non si sarebbe potuto attivare formalmente l'organo di autogoverno della magistratura perché nei verbali di Amara sulla loggia Ungheria erano citati due membri del Csm, entrambi togati: Sebastiano Ardita e Marco Mancinetti (dimessosi nel settembre 2020 per una vicenda legata al caso Palamara).Nel tardo pomeriggio di ieri un altro colpo di scena: il procuratore capo di Milano, Greco, ha incontrato i colleghi di Roma. Ma da quanto apprende La Verità la sua sarebbe stata una visita di cortesia e non in qualità di persona offesa dalla presunta calunnia di Marcella Contrafatto. Ma non è finita qui perché lo stesso Greco ha inviato a Francesca Nanni, procuratore generale della Corte di Appello di Milano, la relazione su quanto successo con Storari. Nel documento, che potrebbe essere il primo passo per un procedimento al Csm di trasferimento per incompatibilità ambientale a carico di Storari, sarebbe tratteggiata una ricostruzione puntale dei fatti, dal punto di vista temporale e documentale con atti email che dimostrerebbero le azioni intraprese dalla Procura rispetto all'inchiesta su Amara. Un atto in cui Greco difenderebbe l'ufficio e l'operato dei suoi sostituti Pedio e Fabio De Pasquale. Soltanto nelle prossime settimane, invece, sarà stabilito quale Procura, una tra Roma e Brescia, sarà competente ad indagare su Storari. Molto dipenderà se quest'ultimo confermerà quanto detto da Davigo, ossia che lo scambio di carte avvenne a Milano. Nell'indagine avviata dalle toghe di Piazzale Clodio è iscritta anche l'ex segretaria di Davigo al Csm, Contrafatto. Nei confronti della donna, al momento sospesa dall'incarico, i pm ipotizzano il reato di calunnia, dato che avrebbe inviato delle lettere di accompagnamento ai giornali a cui sono arrivati i verbali di Amara.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)