2023-03-11
Dopo i tagli, Ricciardi vuol rifilarci il Mes
L’igienista di Azione che depotenziò il Centro di epidemiologia, ora insiste per far indebitare l’Italia.Dalle messe al Mes, l’ossessione non cambia. Fu Walter Ricciardi, ex consulente di Roberto Speranza, a suggerire all’ex ministro della Salute la sciagurata idea di impedire le celebrazioni liturgiche durante la pandemia, lasciando i fedeli orfani della Chiesa nel silenzio complice della Cei. Adesso, il docente di igiene all’Università Cattolica di Roma protesta «perché non è stato preso il Mes Salute». Concentrato nel ruolo di responsabile sanità di Azione, il partito di Carlo Calenda, il professore strepita per quel no «all’unica fonte di finanziamento certo, senza stigma, che ci veniva dato per garantire la copertura delle spese». Poco importa se gli italiani finirebbero con l’indebitarsi. D’altra parte, Ricciardi li avrebbe voluti in lockdown continuo, e quando dichiara «dobbiamo investire in salute», c’è da rabbrividire pensando all’idea che ne ha. Grande sostenitore della strategia «zero Covid», sempre pronto a guardare con ammirazione le assurde chiusure imposte dalla Cina ai suoi abitanti, il 9 marzo 2020 annunciava: «Sarà una guerra lunga. Solo abbassando in modo cospicuo le possibilità di contagio, e questo può avvenire esclusivamente con il contenimento dei contatti sociali, si azzererà la diffusione del virus». Un concetto sempre ribadito, anche quando la stragrande maggioranza degli italiani era ormai vaccinata e le conseguenze della variante Omicron risultavano lievi oltre che di breve durata. «Se guardo a ritroso non mi sembra di aver fatto errori», dichiarò nel gennaio dello scorso anno. Compare poco, negli atti della Procura di Bergamo. Appare defilato, come quando sulla omessa istituzione della zona rossa a Nembro e Alzano, alla domanda se Speranza avesse parlato con lui dell’incontro del 26 febbraio, nel quale Cts e ministro convenivano che non c’erano le condizioni per estendere ad altre aree le zone rosse, Ricciardi risponde: «Sulle decisioni interne sono entrato poco, salve le mie competenze specifiche come professore di igiene».In realtà, era l’uomo forse più ascoltato da Speranza. Nelle carte dell’inchiesta si legge che era stato lui ad aver «opposto assoluto divieto alle messe […] mettendomi in difficoltà il ministro perché con Conte avevamo aperto a forme intermedie (solo infrasettimanali)», scriveva in una chat Giuseppe Ruocco, componente del Cts, rivolgendosi a una sua confidente. Era nota la sua influenza sull’allora ministro, ma non era circondato da grande considerazione. Il 24 marzo 2020 Danilo Cereda, epidemiologo della direzione generale Welfare lombarda, «chatta con tale Paola Garutti», scrivono gli investigatori. Forse era la ginecologa del Gisci, il Gruppo italiano screening del cervicocarcinoma, con il quale il professionista collaborava in qualità di esperti della SItI, la Società italiana d’igiene, medicina preventiva e sanità pubblica. «Finalmente Ricciardi ha detto che la Lombardia è un modello di eccellenze ospedaliera ma è carente la medicina pubblica territoriale. Ciò spiega perché la tragedia dell’eccessivo numero di casi in una regione così ricca!», dice la Garutti. Tagliente il commento di Cereda: «Mah, mi sembra un modo facile per fare il fenomeno». Aggiunge: «Quanto detto da lui è chiaramente una mancanza di analisi e una non conoscenza della catena dei fatti e delle decisioni». Come dire, parlava ma non sapeva.Sempre nello stesso scambio di messaggi, il dirigente dell’unità organizzativa prevenzione della Regione Lombardia fa notare che «nel resto d’Europa c’è un Cdc in ogni nazione», riferendosi ai Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie, e si chiede dove sia quello in Italia, ricordando che dell’Istituto superiore di sanità il «professor Ricciardi è stato presidente per lungo tempo». Anche per operare tagli gravissimi, per la sanità pubblica. Basti pensare alla chiusura del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps), struttura interdipartimentale dell’Istituto superiore di sanità istituita nel 2005. Fu mandata al macero per decisione di Ricciardi, dopo che nel 2015 venne nominato commissario dell’Iss dal governo Renzi. Altro che, «il servizio sanitario nazionale sopravviverà fino a quando ci sarà qualcuno che lo difenderà», come ha detto due giorni fa l’ex consulente di Speranza. Inutili risultarono le proteste e gli appelli di centinaia di medici e docenti, oltre che dell’epidemiologa Stefania Salmaso, ultima direttrice del Cnesps, che lo scongiurò di evitare lo smantellamento del centro e «dell’enorme patrimonio di competenze di singoli ricercatori e tecnici», compreso il modello matematico-organizzativo creato nel novembre 2006 «per attuare, in caso di pandemia, gli interventi medici e sociali necessari a fronteggiare l’emergenza». Quanto sarebbe stato utile, nella sgangherata gestione della pandemia da Covid. «Guai se la politica interferisce con la scienza», ammoniva Ricciardi dalle pagine del Corriere della Sera nel gennaio 2019, perché «ci rimettono i cittadini». Un mese fa, invece, ricorderà: «Sono stati anni difficili, soprattutto i primi mesi molto difficili, da parte nostra - gli scienziati - per far capire alla politica che bisognava agire con decisione, anche con decisioni inaudite, come il lockdown. Ma sono stati anni anche di grande soddisfazione, perché nel nostro Paese i governi hanno seguito l’evidenza scientifica, a volte un po’ lentamente ma l’hanno sempre fatto». Davvero Azione e Italia viva credono che gli italiani possano accettare un compagno di Walter Ricciardi, del Terzo Polo, alla guida della commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid nel nostro Paese?
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
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