2025-01-23
Donald inizia i rimpatri: 308 arresti. Scontro con la vescova arcobaleno
Donald Trump (Gettyimages)
Gli irregolari potranno essere fermati in scuole e chiese. Migliaia di militari ai confini col Messico. Il prelato della capitale difende clandestini e gay. La replica del tycoon: «Toni sgradevoli». Parte un maxi piano per l’Ia.Donald Trump si è insediato da pochi giorni. E ha già trasformato in realtà i peggiori incubi dei progressisti. Basta guardare alla linea dura sull’immigrazione irregolare, che sta man mano prendendo forma. Ieri, la senatrice repubblicana, Katie Britt, ha riferito che, martedì, l’Immigration and custom enforcement (Ice) ha arrestato 308 clandestini in tutto il Paese. Il dipartimento per la Sicurezza interna ha, inoltre, snellito le procedure per le espulsioni accelerate e ha abrogato una direttiva che impediva agli agenti dell’Ice di effettuare arresti nei pressi o all’interno di luoghi considerati «sensibili», come scuole e chiese.Sempre l’altro ieri, il nuovo responsabile della frontiera meridionale, Tom Homan, ha confermato che i procedimenti per le espulsioni di massa sono già iniziati. Ha poi specificato che, a livello generale, la priorità sarà il rimpatrio dei clandestini con precedenti penali, precisando comunque che questo non sarà l’unico obiettivo. Ha anche lanciato un avvertimento alle città santuario: quelle amministrazioni municipali, cioè, che storicamente si rifiutano di collaborare con le autorità federali contro gli immigrati irregolari. «Le città santuario otterranno esattamente ciò che non vogliono: più agenti nei loro quartieri e più arresti collaterali», ha affermato. Il dipartimento di Giustizia ha frattanto incaricato i procuratori federali di perseguire quei funzionari locali che decidano di opporsi ai rimpatri.Sarà un caso, ma, proprio martedì, il Consiglio comunale della città californiana di Huntington Beach ha votato per diventare una «città non santuario». E così, mentre alcuni irregolari hanno già iniziato a lasciare gli Stati Uniti volontariamente, il Messico sta approntando delle strutture di accoglienza temporanee, in vista delle espulsioni. Lo stesso sindaco dem di New York, Eric Adams, ha fatto sapere che si sta coordinando con l’Ice per gli imminenti rimpatri. Inoltre, secondo Reuters, l’esercito statunitense si sta preparando a schierare al confine meridionale circa 1.500 soldati aggiuntivi.Ma la linea dura di Trump non si ferma all’immigrazione. I progressisti sono, infatti, assai irritati anche per la guerra che il tycoon ha dichiarato alle politiche su diversità e inclusione: politiche che il presidente è deciso a sradicare dalle istituzioni statunitensi, come dimostrato da uno dei numerosi ordini esecutivi che ha firmato subito dopo l’insediamento. L’ultima fibrillazione sul tema risale a martedì, quando Trump si è recato a una funzione religiosa presso la cattedrale di Washington. Nell’occasione, il vescovo episcopale, Mariann Budde, ha invocato protezione per le minoranze che, a suo dire, sarebbero in pericolo. «Vi chiedo di avere pietà delle persone nel nostro Paese che hanno paura. Ci sono bambini gay, lesbiche, transgender, famiglie democratiche, repubblicane, indipendenti, alcune delle quali temono per la propria vita», ha dichiarato, innervosendo il presidente che, su Truth, ha replicato, definendo la Budde una «radicale di sinistra». «Era cattiva nei toni, e non persuasiva o intelligente», ha dichiarato, per poi aggiungere: «Non ha menzionato il gran numero di migranti illegali che sono entrati nel nostro Paese e hanno ucciso persone». «Non è molto brava nel suo lavoro. Lei e la sua chiesa devono delle scuse al pubblico!», ha concluso.D’altronde, il mondo progressista è adirato con Trump anche sul fronte dell’ambientalismo. Secondo il Financial Times, il presidente ha bloccato oltre 300 miliardi di dollari in fondi per le infrastrutture green, che erano stati stanziati dalla precedente amministrazione. E non è finita qui. Oltre a uscire dall’accordo di Parigi sul clima, il tycoon ha reso noto di voler interrompere quelle che ha definito le «sovvenzioni ingiuste» al settore dell’auto elettrica, esprimendosi anche contro i parchi eolici. Trump sa bene che i veicoli elettrici sono malvisti dai metalmeccanici del Michigan e vuole puntare sull’energia tradizionale per contrastare l’inflazione, oltre che per venire incontro ai colletti blu della Pennsylvania. Inoltre, il presidente ha sempre ritenuto che l’accordo di Parigi legasse le mani agli Stati Uniti nella competizione economica con la Cina.Considerazioni di natura geopolitica sono del resto anche alla base di un ambizioso piano che Trump ha presentato martedì. Stiamo parlando di Stargate: un progetto finalizzato a creare un’infrastruttura nel settore dell’intelligenza artificiale. Il piano, che richiederà fino a 500 miliardi di investimenti, vedrà la partecipazione di Oracle, OpenAi e Softbank. Guarda caso, nel presentare il progetto, Trump ha fatto riferimento alla concorrenza cinese. Insomma, gli Usa si stanno preparando alle sfide geopolitiche che li attendono nei prossimi decenni: un atteggiamento distante dalla miopia finora mostrata a Bruxelles su questi temi.In secondo luogo, sta emergendo anche il tipo di linea che Trump ha intenzione di tenere con i vari colossi tecnologici che lo hanno appoggiato: si tratta di un approccio piuttosto articolato, che mira a prendere da ciascuno il meglio, senza legarsi eccessivamente a qualcuno in particolare. Elon Musk guiderà un dicastero cruciale come quello per l’Efficienza governativa, ma sarà OpenAi di Sam Altman, che del ceo di Space X è considerato un rivale, a giocare un ruolo centrale nel progetto Stargate. Forse non a caso, ieri Musk ha mostrato freddezza per l’iniziativa. «In realtà non hanno i soldi», ha dichiarato, suscitando l’irritazione di Altman. Chissà che Trump non voglia adottare la strategia del pendolo, per bilanciare politicamente i vari magnati tra loro.
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Piergiorgio Odifreddi (Getty Images)