2024-07-22
Donald gode: «Avanti a tutta forza»
Il tycoon: «Tutti sapevano che non era idoneo. Ha abbandonato in completa disgrazia». Via alle faide dem: Kamala Harris designata, ma i colleghi non la amano. E manco gli elettori.Dopo il game over, Joe Biden ha fatto quello che tutti aspettavano, ossia che esprimesse apertamente il suo sostegno alla vicepresidente Kamala Harris, sangue asiatico e afroamericano, cristiana devota alla chiesa battista nera, cresciuta nella cultura induista dalla madre e ora coniugata con l’ebraismo del marito, l’avvocato Douglas Emhoff. Dapprima procuratore di San Francisco, poi a capo del sistema giudiziario della California, la Harris ha percorso con determinazione le tappe del potere. Alla sua prima corsa presidenziale, ha scelto di farsi da parte per sostenere Biden, che l’ha ricompensata con la vicepresidenza. Ieri il presidente, però, ha tenuto per un po’ i sostenitori del Partito democratico col fiato sospeso. Negli istanti successivi all’annuncio della fine della sua corsa, quando ha fatto sapere che nei prossimi giorni avrebbe parlato alla nazione per spiegare meglio le sue ragioni, si è limitato a delle semplici frasi di circostanza: «Desidero ringraziare la vicepresidente Harris per essere stata un partner straordinario in tutto questo lavoro». E tutti avevano pensato che, siccome la Harris non è amata nel Partito democratico e i sondaggi su di lei sono pessimi, l’avversario di Donald Trump sarebbe stato da cercare tra qualche governatore più in vista. E quelle non sono le uniche critiche che vengono mosse alla Harris: si ritiene che non abbia la fiducia necessaria per gestire una campagna presidenziale. E poi è vista come una liberal della California e pertanto facile da attaccare. Infine, la sua gestione dell’emergenza migratoria è stata un assist a Trump, fornendogli argomenti per la campagna elettorale. Ci sono però delle valutazioni positive interne ai democratici: si ritiene che una donna afroamericana potrebbe mobilitare le minoranze. Il rischio di un tonfo sembra comunque elevato. Ed è probabile che si vada a un congresso. Che, ovviamente, si pronostica all’arma bianca tra le varie correnti: quella centrista, rappresentata da Biden, Barack Obama e dai Clinton, quella progressista di Bill de Blasio e Nancy Pelosi, e quella conservatrice di Mary Landrieu e Bob Casey. Se l’endorsement di Biden non dovesse risultare sufficiente per mettere sui binari la Harris potrebbe spuntare il nome di Gavin Newsom, il governatore della California. È un politico navigato, ma dalla California non partono candidati vincenti per i democratici da decenni e le presidenziali si vincono nel Midwest. E lì tra i democratici c’è Gretchen Whitmer, governatrice del Michigan. È una donna e potrebbe mobilitare il voto contro la messa al bando dell’aborto, ed è stata vittima di un tentativo di rapimento da parte di estremisti di destra. Tra i papabili ci sono anche il governatore della Pennsylvania Josh Shapiro, che sarebbe il primo ebreo alla Casa Bianca, ma anche Jay Robert Pritzker dell’Illinois e Tony Evers del Wisconsin. Tra i più giovani c’è Andy Beshear del Kentucky. Anche Wes Moore del Maryland, spesso definito il nuovo Obama, esercita un certo carisma sui supporter democratici. Tra i senatori si fanno notare Amy Klobuchar del Minnesota, Cory Booker del New Jersey e l’ex astronauta dell’Arizona Mark Kelly. Tuttavia nei dem in molti sono convinti che per battere Trump servirebbe qualcuno con esperienza di governo. Il convitato di pietra è Michelle Obama. La sua candidatura unificherebbe rapidamente i democratici. Ha l’esperienza da first lady dalla sua e può mettere in campo la macchina elettorale del marito Barack. Ma Michelle ha sempre dichiarato di odiare la politica, lasciando i democratici in un limbo pericoloso. «Il peggior presidente della Storia del nostro Paese», ha commentato Donald Trump alla Cnn subito dopo l’annuncio del ritiro di Biden, aggiungendo: «È in completa disgrazia. Passerà alla Storia come il presidente di gran lunga peggiore». Poi ha postato un messaggio su Truth: «Il disonesto Joe Biden non era idoneo a candidarsi alla presidenza. Ha raggiunto la posizione solo grazie a bugie, notizie false e senza lasciare il suo seminterrato. Tutti quelli che lo circondavano, compreso il suo medico e i media, sapevano che non era in grado». Il ritiro dell’avversario ha permesso a Trump di rilanciare anche sul suo sostegno economico, chiedendo a «un milione di patrioti di contribuire» con donazioni per la campagna. «Oggi facciamo la storia», ha affermato, «l’establishment di Washington, i media che odiano l’America e il corrotto deep State hanno fatto tutto il possibile per proteggere Biden, ma in realtà l’hanno messo fuori gara. Adesso avanti a tutta velocità!». E sulla Harris ha sentenziato: «Sarà più facile da battere».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.