2019-10-17
Donald dà una sberla ai pentastellati «L’Italia ha comprato 90 nuovissimi F35»
Sergio Mattarella alla Casa Bianca, scintille sulle tariffe. Il tycoon: «Rassicurato sul 5G». Poi stoccata ai curdi: «Non sono angeli».Sorrisi cordiali, strette di mano, dichiarazioni rassicuranti. L'incontro svoltosi ieri tra il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, e il presidente Usa, Donald Trump, si è aperto, come previsto, in un clima disteso e positivo. «È un grande onore ricevere un uomo rispettato come lei, è un piacere averla alla Casa Bianca», ha detto Trump accogliendo Mattarella, «i rapporti con l'Italia sono ottimi, non sono mai stati così buoni». Poi, tutti in posa per la foto di rito nella prestigiosa cornice dello Studio Ovale. Ma al netto delle dovute cortesie per gli ospiti, il dialogo tra i due capi di Stato ha toccato diversi argomenti caldi, non solo dal punto di vista delle relazioni bilaterali ma sul piano geopolitico in generale. La conferenza stampa seguita al faccia a faccia si è concentrata sugli aspetti discussi durante il colloquio. E su molti punti Mattarella ha scelto di mostrare i muscoli. La relazione tra Italia e Usa è contraddistinta da «profonda amicizia e comune interesse», ha esordito il capo dello Stato, ma ciò non significa che sia tutto rose e fiori. Trump ha posto molta enfasi sul tema della difesa dei confini e sul contrasto al terrorismo: «L'Italia non vuole frontiere aperte e nemmeno noi le vogliamo». Sgambetto alla politica dei «porti aperti» che tanto piacciono al Pd e alla sinistra italiana. Un altro colpo basso al M5s: «Avete appena comprato 90 nuovissimi F35. Il programma va benissimo». Sottolineato poi il ruolo decisivo dell'Alleanza atlantica, e il rispetto dell'impegno pari al 2% del Pil. Punto sul quale Mattarella non si è lasciato mettere i piedi in testa: «L'Italia ha finanziato la Nato in maniera sostanziosa, è il quinto contributore finanziario e il secondo in termini di truppe».Viva preoccupazione per la situazione in Siria. Sia Trump sia Mattarella hanno condannato con fermezza l'offensiva turca. Il primo, in particolare, ha ribadito più volte con forza che gli Usa «non possono rimanere impegnati all'infinito in guerre inutili» che «nulla hanno a che fare con il nostro Paese». A qualche giornalista che gli rimproverava la decisione di abbandonare i curdi al proprio destino, Trump ha risposto in maniera lapidaria: «Nemmeno loro sono angeli, il Pkk è peggio dell'Isis. Né la Turchia né la Siria sono nostri amici quindi non ci possiamo impegnare in questo conflitto». Parole dure anche da parte di Sergio Mattarella, che ha condannato severamente l'iniziativa turca degli ultimi giorni.Ma l'unica guerra che sembra interessare il presidente americano è quella commerciale. Sul tema dei dazi la tensione ha raggiunto un punto talmente elevato tanto da far temere la rottura quando era ancora in corso l'incontro nello Studio Ovale. Durante la conferenza stampa, poi, Mattarella ha spiegato che eventuali «ritorsioni sarebbero controproducenti» e che «nel rapporto transatlantico la strada preferibile è quella di incontrarsi e confrontare le posizioni, e trovare una soluzione che vada bene a entrambi le parti». Già prima dell'appuntamento con i giornalisti il presidente italiano aveva interrotto un lungo monologo di Trump auspicando «un metodo collaborativo» nel rispetto dello «spirito transatlantico». Per tutta risposta, il presidente americano ha garantito che i dazi verranno distribuiti in «maniera equa» e quelli «contro l'Italia non saranno troppo duri». Almeno sulla carta, un punto a favore del nostro Paese.Degni di nota, infine, altri due dossier scottanti. Sulla tecnologia 5G, Mattarella ha spiegato che l'Italia è «molto attenta alla sicurezza nazionale». Trump si è detto soddisfatto. Rispondendo a una domanda sulla visita del procuratore generale William Barr in Italia, il presidente americano ha affermato: «Non conosco i dettagli dell'incontro. So per certo che il nostro Paese sta indagando sulle elezioni del 2016. Sono elezioni corrotte e questo risale a Barack Obama. Sarebbe bene indagare anche negli altri Paesi su quello che è accaduto ma fareste meglio a chiedere a Barr». Una presa di posizione generica che allo stesso tempo non esclude colpi di scena sul versante Spygate già nell'immediato futuro.
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