2019-07-06
Divento «kattiva» e ve lo dico: l’omofobia non è una emergenza
Ovunque sentiamo ripetere che i veri problemi sarebbero gli atteggiamenti ostili contro gli islamici e i gay. Ma la realtà dice tutt'altro: la famiglia è attaccata e i fanatici del Corano compiono stragi nel nome di Allah.Sulla porta di ingresso di quasi tutte le facoltà italiane c'è l'adesivo «No omofobia». Mentre gli uomini si suicidano per il disonore di non poter mantenere la loro famiglia, mentre bambini vengono consegnati agli orchi, mentre ragazzi disabili, due in pochi mesi, si suicidano per sottrarsi alle aggressioni e al disprezzo, mentre si scoprono nel deep Web torture e abusi addirittura su neonati, l'emergenza è l'omofobia, che è il crimine assoluto, il peggiore dei crimini, come mi ricordano quotidianamente giudiziosi anatroccoli, ben formati a scuola, addolorati dalla mia kattiveria, anzi kkkattiveria, tre k, in addolorate missive. Combattere l'omofobia vuol dire piantare grane a Iran, Gaza e Arabia Saudita dove il comportamento omoerotico è punito con la morte? Per carità, di quelli ci occupiamo solo Magdi Cristiano Allam, io e pochi altri, perché sennò è politicamente scorretto per l'islam. Omofobia, crimine totale, è non approvare l'omoerotismo, ma soprattutto non sapere che tutte le persone a comportamento omoerotico sono buone e perfette, come nelle fiction. Come è stato possibile che una persona poco neutra come Federica Anghinolfi sia stata messa nella sua posizione? Chi lavora nel sociale deve essere obiettivo, neutro. Un assistente sociale ufficialmente schierato, inevitabilmente, forse inconsciamente (o forse no) interverrà a «correggere» la realtà. Come è stato possibile per un'assistente sociale, con dichiarato comportamento lesbico, levare una bambina alla sua famiglia per negarle la figura paterna e consegnarla a due donne con comportamento lesbico, senza che nessuno vedesse un conflitto di interessi mostruoso? Non è possibile. Quindi? Quindi il conflitto di interessi tutti lo hanno visto, e tutti sono stati zitti per evitare l'accusa totale: omofobia quella che ti trasforma in reietto, in kattivo in lebbroso sociale. All'indirizzo Internet bit.ly/2NA5WSu troverete il libro Islamofobia, lo psicoreato del futuro totalitario. Gli autori, David Horowitz e Robert Spencer, devono girare con la scorta, quindi vale la pena di leggere quello che scrivono. ll 5 novembre 2009 lo psichiatra dell'esercito Nidal Malik Hasan diede alla sua vicina una copia del Corano dicendole: «Sto per fare un buon lavoro per Dio». Più tardi, quel giorno, entrò a Fort Hood, Texas, dove i soldati ricevono visite mediche prima di essere dispiegati oltremare. Urlando «Allah Akbar», Hasan tirò fuori una pistola e iniziò a sparare. Prima di essere fermato uccise 13 soldati americani disarmati e ne ferì 30. Perché nessuno l'aveva fermato? Da più di un anno quell'uomo diceva che gli Stati Uniti devono essere puniti per aver osato opporsi all'islam. Lo diceva apertamente, addirittura aveva organizzato conferenze per dirlo. Perché chi avesse osato denunciarlo, si sarebbe beccato l'accusa di islamofobia, la carriera bloccata e sei mesi di rieducazione all'antirazzismo, tre sedute alla settimana con una specie di via di mezzo tra uno psicologo e un sociologo che ti spiegano quanto sei cattivo. Islamofobia e omofobia sono i due psicoreati di un futuro totalitario, con cui non solo si ingabbia la libertà di parola, ma si paralizza la difesa dai crimini, meno perseguiti se eseguiti dagli appartenenti alle due minoranze protette, visto che si parte dall'assunto folle che tutti gli appartenenti alle due minorane sino santi, e si sottovaluta l'ideologia delle due minoranze, non troppo favorevole all'occidente la prima, no troppo favorevole alla famiglia la seconda. Meglio kattivi che imbavagliati. Cerco kattivi che si uniscano a me. Combatti fino alla morte per la verità, e Dio combatterà con te. Forza kattivi, abbattiamo il politicamente corretto. Una spallata tutti insieme e questo marciume di menzogna sparirà dalla storia. Se non combattiamo, con la scusa di proteggerli dagli abusi, verranno uomini armati a prelevare i nostri figli o i nostri nipoti e a scuola, e consegnarli agli amici degli amici, che li allevino dopo aver cancellato le loro memorie e spezzato le loro anime.
La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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Viktor Orbán durante la visita a Roma dove ha incontrato Giorgia Meloni (Ansa)