2025-07-25
Bisogna cambiare il cuore dell’uomo per resistere alle dittature culturali
Le ideologie ostili all’umanità, green in testa, si battono intervenendo sulla «governance», come insegna Donald Trump. Ma, prima ancora, Joseph Ratzinger aveva spiegato che la vera rivoluzione non è istituzionale ma spirituale.Parlerò, in modo un po’ «accattivante», di tre argomenti, fin troppo maltrattati, ma cruciali per noi oggi e perfettamente correlati fra loro: vita e natalità, consumismo, ambientalismo. Nell’Antico Testamento, nel Libro di Giobbe (7,1) è scritto: «La vita dell’uomo sulla terra è una milizia». L’uomo cioè deve apprendere l’arte della guerra, secondo la sua epoca, deve apprendere a difendersi non solo da minacce, ma anche da inganni. Solo così può restare libero e responsabile. Oggi ci sono rischi di dittature culturali, anche autoritarie, che riguardano il valore della vita umana, lasciando ben intendere che è necessaria la riduzione del numero della popolazione, con la scusa della difesa ideologica dell’ambiente. Questa cosiddetta «dittatura» incombe sulla nostra civiltà imponendo «leggi universali», che è necessario capire se si vuole restare liberi di decidere. Sarò necessariamente un po’ «satirico» stavolta, riferendomi con un minimo di ironia a varie «leggi», da me inventate e così battezzate, per incuriosire il lettore. Per esempio la «legge di Margherita», quella di Sant’Agostino, quella di Innocenzo III, ed infine la legge di Ratzinger e quella di Donald Trump. La «legge di Margherita» («Come osate? Non sprecate le “nostre” risorse…!» ) si può sospettare che, più che di una legge a difesa dell’ambiente, sia una inconsulta legge antinatalità, visto che necessariamente consegue che considera il prossimo, cioè la creatura umana, un cancro della natura, da estinguere al più presto. Non credo sia necessario saper usare la logica aristotelica per intendere che riducendo le nascite (nell’Occidente ricco e dotto, ma ad economia matura ), si riduce la crescita economica, da compensare con esponenziale consumismo individuale, che genera più uso di risorse e più inquinamento. Non è vero che la scelta per la denatalità (nel mondo occidentale ) è legata a scarsi redditi o scarse risorse economiche, bensì proprio il contrario. La denatalità rende poveri, deboli, vulnerabili, crea rischi imprevedibili nel mondo globale e provoca paradossalmente consumismo... ma a debito. Parallelamente alla legge di Margherita, la mia fantasia ha inventato la legge di papa Innocenzo III, difensore della vita e della terra (insieme). Papa Innocenzo III è quello che ingaggiò (XIII secolo) la lotta al «catarismo». La cosiddetta eresia catara pretendeva, in sintesi estrema, di ridurre la popolazione, rifiutando i bisogni del corpo per liberare lo spirito dalla materia. Ma non per salvare la terra, perché opera del male, creata da un Demiurgo che non era Dio, bensì per tutelare lo spirito. Interessante no? I catari rifiutavano la vita e la terra per tutelare lo spirito, gli «ambientalisti ideologici» rifiutano la vita e lo spirito per tutelare la terra. La legge di Sant’Agostino e dell’illuminista Denis Diderot (un santo e un saggio laico) permette una sintesi sul valore morale del consumismo, trattato nelle due leggi precedenti. Il santo (Agostino) dice che si vede ciò che i ricchi hanno, ma non si vede ciò di cui mancano… Il saggio illuminista (Diderot) lo conferma con la sua famosa sentenza chiamata «l’effetto Diderot» (nel saggio Rimpianti per la mia vecchia vestaglia). Scrive Diderot che il consumismo nasce dalla insoddisfazione di ciò che si possiede di materiale e dal compulsivo desiderio di sostituirlo acquistando cose diverse, per colmare il senso di vuoto proprio prodotto dal consumismo. Diderot, nel saggio citato, fa l’esempio della sua schiavitù verso una nuova vestaglia rossa che gli impose di cambiare tutto l’arredamento che non si intonava al rosso. Scoprendo più tardi che, prima era padrone lui della vecchia vestaglia, dopo era diventato schiavo della nuova. Così anche il grande intellettuale francese, amico personale di papa Paolo VI, Jean Guitton, scrisse che ciò che manca realmente all’uomo non è quello che non ha e vorrebbe avere, perché l’uomo possiede realmente solo ciò di cui può fare a meno, altrimenti sono le cose di cui non si può fare a meno che lo possiedono. Ma persino un filosofo ambientalista come H. Thoreau scrisse che un uomo è ricco in funzione delle cose di cui può fare a meno… Sul consumismo illustri intellettuali laici e cattolici si trovano d’accordo. Forse perché saggezza cristiana e laica talvolta coincidono, anche se ispirate a valori diversi? Perché allora il consumismo resta controverso e avversato fattore imprescindibile per la crescita economica che apparentemente nessuno apprezza, soprattutto se genera «crisi»? Forse perché il dissidio sta in come risolvere detta crisi? Per governare una situazione di crisi ci son state recentemente fornite due spiegazioni. La prima (la battezzerò la legge di Ratzinger) ci viene da papa Benedetto XVI, che nell’enciclica Caritas in Veritate spiega che per risolvere una grande crisi non sono gli strumenti (per es. la forma di capitalismo) che vanno cambiati, ma il cuore dell’uomo, ed è compito della Chiesa riuscirci, non di un cardiochirurgo. La seconda, su cui riflettere, (la battezzerò legge di Donald) mi viene ispirata dal presidente Trump che per risolvere la grande crisi di leadership degli Usa sta cercando di cambiare l’uso degli strumenti, ma anche il cuore dell’uomo. Per cambiare l’uso degli strumenti sta cambiando la governance del Paese, ridimensionando i ben otto deep state che controllano gli Usa ed influenzano il suo governo rendendolo spesso ingovernabile. Per cambiare il cuore degli americani ha scelto come vicepresidente J.D. Vance, cattolico, che sta riscoprendo e proponendo i veri valori necessari a rafforzare lo spirito di una grande nazione, oggi. Oggi, come ho scritto all’inizio di questo articolo, è il momento di imparare a difendersi da minacce e inganni e saper rifiutare quelle dittature culturali che direttamente e indirettamente mettono a rischio il valore della vita umana riducendola a considerarsi un bacillo sfuggito alla evoluzione, cancro della natura e pertanto da estinguere al più presto. Ma si deve cercare di cambiare la governance anche per riuscire a poter cambiare il cuore dell’uomo. Quello che accadrà negli Usa lo vedremo nei fatti, in funzione del valore dato alla vita umana anzitutto. E comprenderemo subito se la crisi verrà realmente risolta e torneremo «a riveder le stelle» o no. (Dante, ultimo verso dell’Inferno XXXIV, 139)