
Per annichilire una civiltà bisogna stravolgerla, invertendo vizi e virtù. È ciò che hanno fatto illuminismo, marxismo e Sessantotto. Emblematico è il caso dell'aborto: uccidere bambini oggi è un diritto della donna e chi si oppone viene insultato e messo alla gogna.L'etica è un diritto. Ogni popolo ha diritto alla sua etica, che nasce dalla sua religione, un'etica raccontata e protetta dalla narrazione sacra espressa nella lingua comune. La definizione di popolo è data dalla condivisione di una lingua, di un racconto sacro e di un'etica. Non è necessario che ci sia la terra. Se c'è, è un indubbio vantaggio, ma anche in mancanza della terra un popolo esule può restare tale, se conserva la sua religione e quindi la sua etica, la sua narrazione sacra e la sua lingua. La narrazione sacra sarà un libro sacro nei popoli alfabetizzati o un racconto sacro fatto di divinità ed eroi nei popoli che non hanno ancora raggiunto la scrittura.Il popolo ebraico ha mantenuto la sua identità anche nei secoli in cui non ha avuto una terra grazie al libro sacro, alla lingua e all'etica. Lo stesso vale per i popoli nomadi privi di scrittura. Un popolo può sopravvivere e conservare la sua identità anche senza la terra, ma non può sopravvivere senza un'etica comune e dato che l'etica nasce dalla religione non può sopravvivere senza una religione comune. La distruzione di un popolo quindi comincia dalla distruzione della sua etica, dall'inversione del vizio e della virtù. I vari processi rivoluzionari dell'Europa, illuminismo, marxismo e Sessantotto, sono stati fenomeni di aggressione alla religione e all'etica del popolo, che è stata invertita. Quelli che prima erano vizi sono diventati virtù e viceversa. L'illuminismo ha picconato il cristianesimo, lo ha deriso e infangato. Il cristianesimo vietava l'uccisione intenzionale del bambino. Figlia dell'illuminismo è la Rivoluzione francese, che ha vietato il cristianesimo e per la prima volta nella storia dell'Europa dopo la comparsa del cristianesimo ha dato l'ordine scritto di assassinare bambini. Ecco il rapporto che inviò al comitato di Salute pubblica, il generale François-Joseph Westermann a guerra finita: «Cittadini repubblicani, non c'è più nessuna Vandea! È morta sotto la nostra sciabola libera, con le sue donne e i suoi bambini. Secondo gli ordini che mi avete dato, ho schiacciato i bambini sotto gli zoccoli dei cavalli e massacrato le donne, così che, almeno quelle, non partoriranno più briganti. Non ho un solo prigioniero da rimproverarmi. Li ho sterminati tutti. Le strade sono seminate di cadaveri».Il marxismo ha avuto due figli bastardi, il socialismo internazionale, vale a dire il comunismo sovietico, e il socialismo nazionale, vale a dire il nazismo. Nel bellissimo saggio Novecento. Il secolo del male, lo storico Alain Besancon descrive nazismo e comunismo come gemelli eterozigoti. Nemmeno: erano e sono padre e figlio, il comunismo è stato il padre del nazismo, lo ha tenuto a battesimo, lo ha sostanzialmente generato. Il comunismo per primo parla dello sterminio di un intero popolo e lo attua. Il comunismo per primo attua i campi di concentramento, ipotizza lo sfruttamento totale del corpo del nemico, anche come cavia per esperimenti scientifici. Un padre degenere, con un figlio ancora più degenere.Il comunismo almeno aveva un teorico fine, un mondo senza miserie, senza classi sociali, e prevedeva la morte del bambino come effetto collaterale. I bambini ucraini morti di fame avrebbero permesso poi un mondo di pace pieno di farfalle e senza classi sociali. Nel nazismo invece i bambini morti sono lo scopo: inversione dell'etica.Il Sessantotto ha distrutto l'etica sessale cattolica, che aveva permesso lo sviluppo di una civiltà plurimillenaria. Una società di famiglie basate su una coppia monogama (almeno in teoria) e unita, permette una limitazione netta delle malattie sessualmente trasmissibili e ha maggiori probabilità di generare un'economia florida e figli vivi e sani di mente. La società patriarcale cristiana è stata una società antropologicamente vincente che ha superato catastrofi antropologiche come il crollo dell'impero romano o la seconda guerra mondiale. La società postsessantottina non sopravvivrà alla prossima generazione. Come ricorda Giovanni Formicola nel suo saggio Sessantotto, macerie e speranze, ci sono stati due Sessantotto. Quello politico militare ci ha lasciato una scia infinita di morti ammazzati, di mutilati e feriti. Coloro che hanno eseguito queste azioni sono stati perdonati e sono diventati maggioranza: ex terroristi, spesso accolti in fiere del libro o università, regolarmente pubblicati sui giornali. Peccato che i defunti non siano diventati ex defunti ma sono rimasti morti, esattamente come quelli sulla sedia a rotelle sono rimasti sulla sedia rotelle, le vedove sono rimaste vedove, gli orfani sono rimasti orfani. Poi c'è stato un Sessantotto del desiderio, riassumibile in «fai quello che vuoi con i tuoi organi sessuali», una meravigliosa fiera dell'irresponsabilità più totale. Chi si comportava come coloro che per san Paolo non sarebbero entrati nel regno dei cieli diventa raccomandato, lodato sui giornali femminili, descritto come «normale» nelle cosiddette lezioni di educazione sessuale. Nonostante la presenza di antibiotici e condom, le malattie sessualmente trasmissibili sono cresciute in maniera esponenziale e continuano ad aumentare. Nonostante l'esistenza di sistemi che possono ostacolare una gravidanza, le gravidanze indesiderate e gli aborti sono diventati la norma. L'aborto è una scelta etica, criticarlo è ormai un reato, punito in maniera giudiziaria in molte nazioni, con una gogna micidiale anche in Italia. Mettere al mondo figli è ormai sbagliato, perché producono anidride carbonica. Se il sesso promiscuo e sterile è considerato buono, una coppia di coniugi con i loro bambini è invece criticabile. Ma la cosa peggiore è la condiscendenza verso chi scandalizza i piccoli. Prima dell'adolescenza il corpo non è pronto per la riproduzione, che è il fine biologico della sessualità, e non è pronto nemmeno per la sessualità. Non è pronta nemmeno la mente. Non è pronta neanche l'anima. A quest'età la sessualità è la distruzione dell'individuo, della sua mente e della sua anima. La pedofilia, il desiderio erotico di corpi acerbi, non è una forma di libertà, è una deformazione dell'anima. Non è innocente, mai, perché prima o poi può favorire l'atto. Parlare di consenso nel caso dei bambini è da idioti. Il primo compito di una società decente, di una magistratura decente, di una civiltà decente è proteggere i bambini. L'Italia ha firmato il Trattato di Lanzarote, che dichiara perseguibile l'apologia di pedofilia. Mario Mieli in Elementi di critica omosessuale scrive: «Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l'Edipo, o il futuro Edipo, bensì l'essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l'amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica». Questo testo dimostra una nauseante omofobia riassunta dalla ignobile parola «checche» e costituisce apologia di pedofilia. Chiunque lo neghi sta mentendo. È quindi intollerabile che un circolo intitolato al nome di un apologeta della pedofilia riceva denaro pubblico. Sono fiera di essere sotto processo per aver affermato con fermezza che il denaro pubblico elargito dallo Stato al circolo Mario Mieli, definito ente morale in quanto «combatte l'omofobia», è una violazione del trattato di Lanzarote e che i fondi al Mario Mieli devono essere revocati, fino a quando non cambierà nome. Sto pagando il prezzo di queste mie affermazioni. Oggi avrò il processo di appello. Non dobbiamo avere paura. Esiste la Giustizia.
Emanuele Fiano (Ansa)
L’ex deputato pd chiede di boicottare un editore ospite alla fiera patrocinata da Gualtieri e «reo» di avere un catalogo di destra.
Per architettare una censura coi fiocchi bisogna avere un prodotto «nero» ed etichettarlo con la dicitura «neofascista» o «neonazista». Se poi scegli un ebreo (si può dire in questo contesto oppure è peccato?) che è stato pure censurato come testimonial, hai fatto bingo. La questione è questa: l’ex parlamentare Pd, Emanuele Fiano, che già era passato alla cronaca come bersaglio dei pro Pal colpevoli di non averlo fatto parlare all’Università Ca’ Foscari di Venezia e contro il quale qualche idiota aveva mimato la P38, sta premendo per censurare una casa editrice colpevole di pubblicare dei libri pericolosi perché di destra. Anzi, di estrema destra.
Un frame del video dell'aggressione a Costanza Tosi (nel riquadro) nella macelleria islamica di Roubaix
Giornalista di «Fuori dal coro», sequestrata in Francia nel ghetto musulmano di Roubaix.
Sequestrata in una macelleria da un gruppo di musulmani. Minacciata, irrisa, costretta a chiedere scusa senza una colpa. È durato più di un’ora l’incubo di Costanza Tosi, giornalista e inviata per la trasmissione Fuori dal coro, a Roubaix, in Francia, una città dove il credo islamico ha ormai sostituito la cultura occidentale.
Scontri fra pro-Pal e Polizia a Torino. Nel riquadro, Walter Mazzetti (Ansa)
La tenuità del reato vale anche se la vittima è un uomo in divisa. La Corte sconfessa il principio della sua ex presidente Cartabia.
Ennesima umiliazione per le forze dell’ordine. Sarà contenta l’eurodeputata Ilaria Salis, la quale non perde mai occasione per difendere i violenti e condannare gli agenti. La mano dello Stato contro chi aggredisce poliziotti o carabinieri non è mai stata pesante, ma da oggi potrebbe diventare una piuma. A dare il colpo di grazia ai servitori dello Stato che ogni giorno vengono aggrediti da delinquenti o facinorosi è una sentenza fresca di stampa, destinata a far discutere.
Mohamed Shahin (Ansa). Nel riquadro, il vescovo di Pinerolo Derio Olivero (Imagoeconomica)
Per il Viminale, Mohamed Shahin è una persona radicalizzata che rappresenta una minaccia per lo Stato. Sulle stragi di Hamas disse: «Non è violenza». Monsignor Olivero lo difende: «Ha solo espresso un’opinione».
Per il Viminale è un pericoloso estremista. Per la sinistra e la Chiesa un simbolo da difendere. Dalla Cgil al Pd, da Avs al Movimento 5 stelle, dal vescovo di Pinerolo ai rappresentanti della Chiesa valdese, un’alleanza trasversale e influente è scesa in campo a sostegno di un imam che è in attesa di essere espulso per «ragioni di sicurezza dello Stato e prevenzione del terrorismo». Un personaggio a cui, già l’8 novembre 2023, le autorità negarono la cittadinanza italiana per «ragioni di sicurezza dello Stato». Addirittura un nutrito gruppo di antagonisti, anche in suo nome, ha dato l’assalto alla redazione della Stampa. Una saldatura tra mondi diversi che non promette niente di buono.






