2021-11-13
Cannoni e nucleare, le pedine dell’eurodifesa
Mario Draghi e Emmanuel Macron (Getty Images)
Incontro tra Draghi e il presidente francese: sul tavolo il Trattato del Quirinale e la strategia comune dell'Europa. La cessione di Oto Melara a un consorzio tedesco si incrocia con l'ingresso dell'Italia nella partita dell'atomo e di Parigi nei progetti spaziali.La notizia dell'offerta del consorzio tedesco Knds (con un partecipazione francese) per comprarsi i cannoni di Oto Melara e Wass di proprietà di Leonardo ha scaldato gli animi degli addetti ai lavori. Perché s'incunea in una difficile trattativa tra Fincantieri e il colosso di Piazza Montegrappa e perché di fatto, se si concretizzasse, aprirebbe le danze alla grande riorganizzazione dell'industria della Difesa Ue e dei grandi progetti tecnologici comuni all'Europa. La notizia non è infatti uscita a caso ieri poche ore prima di un delicato incontro tra Emmanuel Macron e Mario Draghi. I due politici si sono incontrati nel grande contesto della conferenza dedicata alla Libia, ma hanno, a quanto risulta, dedicato tempo alle visioni industriali future di cui i cannoni di Oto Melara sono un semplice ingranaggio. Da qui alla prossima primavera si intrecciano numerose partite, molte vanno chiuse prima dell'elezione del nuovo inquilino al Colle. Tra queste c'è il Trattato del Quirinale e al tempo stesso le basi industriali per l'esercito comune europeo. Al netto delle enormi perplessità di chi scrive sul ruolo dell'intelligence e di una eventuale diplomazia congiunta, sul tema tecnologico ci sono partite così costose che è difficile immaginare singoli Paesi in grado di sviluppare nuovi prodotti che siano competitivi con gli Usa o la Cina. Per questo l'ipotesi al vaglio a Parigi, come a Berlino e a Palazzo Chigi è quella di definire uno schema macro di scambio di pedine nella speranza che la somma sia o zero o favorevole. O almeno non sia del tutto favorevole alla Francia, che in questo gioco si è sempre dimostrata l'asso piglia tutto. L'ipotesi di lasciare al consorzio tedesco con minime implicazioni francesi Oto Melara presupporrebbe una partecipazione al progetto del carro europeo. Non si può notare però che in cambio, al di là degli aspetti commerciali e la necessità di Leonardo di abbattere un po' il debito, ci sia il riconoscimento di un ruolo di leadership dell'azienda guidata da Alessandro Profumo nell'elettronica della Difesa. Qui si formerebbe un asse tra Gran Bretagna, Germania e Roma non irrilevante. Avrebbe effetti sul Tempest, la piattaforma velivolo di ultima generazione. Che a sua volte soppianterebbe il caccia mai nato dei francotedeschi. La partita è però complicata da altre attività: spazio e nucleare. Bisogna notare che nella bozze del Trattato del Quirinale manca (non è ancora sviscerato) il capitolo dedicato alle aziende aerospaziali. In questo comparto i francesi sono leader e dominano tutte le prospettive future. Per capirsi, non esistono progetti che non li vedano coinvolti. E non solo nel caso di Leonardo, ma anche delle altre realtà del settore. Con tali premesse è facile immaginare il ruolo attrattivo di Parigi su tutti i nostri asset. Qui potrebbe inserirsi il tema del nucleare. A quanto risulta alla Verità il governo vorrebbe rientrare nella partita dell'atomo. Sia sul fronte militare che su quello civile. L'opposizione politica soprattutto grillina non può più essere un ostacolo cieco. Restare fuori significa essere clienti dei francesi e perdere la mobilità navale del futuro. Eni e Fincantieri potrebbero nei rispettivi campi avere accesso alle nuove tecnologie di fissione avanzata. Il cane a sei zampe non ne fa mistero ma anche l'azienda di Giuseppe Bono potrebbe aver necessità di accedere alla tecnologia nucleare per mercantili, navi militari e perché no passeggeri. C'è poi il tema delle scorie di seconda generazione che necessiterebbero di aree idonee nei porti. A oggi ancora presente in Italia oltre alla nostra Sogin è, in modo residuale, l'americana Westinghouse che però ha fatto chapter 11 nel 2017. Appare chiaro che senza una condivisione con i francesi l'Italia non potrà colmare il gap dovuto al referendum del 1987 e del 2011. Parigi per cambiare prospettiva chiederà una contropartita. Quale? O meglio quante contropartite? Ancora presto per saperlo. Finché non saranno allineate le tessere chi governa non scoprirà tutte le carte. Fantapolitica immaginare cannoni e spazio in cambio di nucleare ed elettronica per la Difesa? Certo è una semplificazione di un discorso molto complesso. Ma la politica, come il giornalismo, devono semplificare i concetti. Sotto poi c'è l'attività industriale vera e propria così come le necessità militari degli eserciti. Tradotto, il libro bianco della Difesa quali progetti sceglierà? Di che tipo di carro armato ci dovremo dotare? Lo stesso discorso vale per le attività civili. Queste ultime ancor più avvantaggiate dai finanziamenti del Pnrr. In questa partita a scacchi la Germania sembra in questo momento il partner migliore per l'Italia. Ecco perché bisogna tenere le antenne alzate. Il Trattato del Quirinale è ancora top secret. Legarsi alla Francia, nel momento di maggiore debolezza di Parigi, è una linea sottile che separa il successo dalla tremendo sconfitta. Tertium non datur.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco