2021-08-03
Dietro gli incendi ci sono i campi sfrattati
La devastazione in Sicilia non è certo frutto dell'autocombustione. Ad appiccare i roghi è la mano della mafia, ingolosita dal business del fotovoltaico (spinto con i soldi del Pnrr). Benzina sul fuoco l'ha gettata anche la sciagurata riforma dei forestali targata Marianna Madia e Pd.Gli incendi sono causati dal cambiamento climatico. Vero, solo che non c'entrano le temperature, ma la mafia dei pannelli solari e probabilmente i soldi che il Pnrr legato al Green deal europeo destina alle energie rinnovabili. L'autocombustione, invocata per connettere i roghi all'emergenza climatica, è rarissima. Può aversi solo se balle di fieno insilato e umide al loro interno sviluppano processi fermentativi che fanno salire la temperatura della massa al di sopra dei 70 gradi e se non c'è dispersione di calore possono partire le fiamme. Ma ora è tutto secco e non c'è umidità. Per inciso non fa neanche così caldo e la temperatura atmosferica più alta registrata sulla Terra è vecchia di più di un secolo; forse basta ricordarsi che studiavamo che Annibale passò con gli elefanti le Alpi dal Colle delle Traversette a fine settembre (ora ci fa un metro di neve).Mario Draghi ha dichiarato per i roghi in Sicilia lo stato di mobilitazione nazionale; manderà la protezione civile a domare le fiamme e sistemare i boschi in una regione che ha il record mondiale di forestali: 28.000 e tutti a carico del contribuente. Forse sarebbe meglio fare subito una legge, come fu per l'edilizia, che impedisce di istallare parchi eolici e fotovoltaici su terreni incendiati. Quasi nessuno però, tranne la Procura di Catania che avrebbe già aperto un'inchiesta al proposito, ha prestato ascolto a Claudio Fava (Commissione antimafia siciliana) che l'ha toccata piano: gli incendi servono a sgombrare i terreni agricoli e rivenderli a chi ci vuole costruire impianti fotovoltaici, la mafia è entrata nel business del green. A dirlo è anche la Coldiretti nazionale che con la presidente della sua associazione giovanile, Veronica Barbati, rilancia la petizione contro i pannelli solari a terra e per la difesa del suolo agricolo. Ma la colpa dei roghi è del cambiamento climatico che si batte appunto con i pannelli fotovoltaici. Il ministro per la transizione ecologica, Roberto Cingolani, si è portato avanti con il Pniec (Piano nazionale integrato energie e clima) e prevede di incrementare in 8 anni di 44.000 megavat l'energia da fotovoltaico, tradotto significa che servono 44.000 ettari «coltivati» a pannelli; 440 chilometri quadrati sottratti all'agricoltura. Ed è chiaro che la Sicilia è il posto ideale dove catturare il sole anche perché ai piccoli proprietari (in barba alle buone intenzioni del prevertice della Fao benedetto da Bergoglio a Roma una settimana fa) vengono offerti fino a 30.000 euro a ettaro. E chi non ci sta si brucia. Quello che vale in Sicilia vale anche in Sardegna e chissà forse anche sulle rive dell'Adriatico. È politicamente scorretto parlarne? Può darsi, ma in dieci anni in Italia sono sparite un milione di aziende agricole, forse manca anche chi sorveglia il territorio e c'è da domandarsi che fanno in Sicilia i 28.000 forestali a libro paga, sono sei volte quelli del Canada (ha 3 milioni di chilometri quadrati di foreste contro i 530.000 ettari della Sicilia che è la regione italiana con la più bassa densità boschiva) e costano al contribuente italiano quasi mezzo miliardo all'anno perché 22.000 di questi sono precari: da giugno a dicembre sono assunti dalla Regione per 1.200 euro netti al mese e da gennaio a giugno sono a carico dell'Inps. Fa un po' sorridere che il Sindaco di Catania Salvo Pogliese invochi la prevenzione! Come fa un po' stupore che nessuno ricordi come Matteo Renzi presidente del Consiglio e Marianna Madia ministra della Pa, allora entrambi Pd, abbiano abolito a far data dal primo gennaio 2016 il Corpo forestale dello Stato facendolo confluire in gran parte nei Carabinieri. Uno dei compiti principali della Forestale era il controllo e lo spegnimento degli incendi boschivi. Oggi se ne occupano i Vigili del Fuoco che però hanno assorbito solo un quinto dell'organico e dei mezzi della ex Forestale. I Carabinieri-Forestali d'incendi non si occupano più. Nonostante sia certo che tutti i roghi da quelli sardi a quelli siciliani fino alla devastazione della pineta dannunziana di Pescara sono dolosi (sono stati trovati tre inneschi, la Procura ha aperto un' inchiesta tanto il sindaco Carlo Masci quanto il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio sono convinti che si tratta di incendi appiccati apposta e non solo sulla costa, ma anche nell'entroterra dove ci sono progetti di parchi eolici e fotovoltaici legati al Green deal e ai fondi del Next Generation Ue) dà un brivido caldo e fa comodo dire che è colpa del cambiamento climatico.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)