2019-08-06
Diamanti sbertuccia chi vuole l’autonomia
Il suo sondaggio fatto per La Repubblica dice che sei italiani su dieci sono favorevoli alla proposta e sei su sette vogliono la Tav. Ma l'analista, anziché prendere atto dei risultati, dice che i cittadini si fanno infinocchiare da Matteo Salvini. Come nell'America di Donald Trump.Fa piacere che se ne sia accorto anche Ilvo Diamanti, sociologo, politologo e saggista di colore progressista. Su La Repubblica di ieri spiega che, secondo un sondaggio Demos realizzato per il quotidiano, sia la Tav che l'autonomia regionale sono provvedimenti che «dispongono di largo consenso tra gli elettori». Oltretutto in modo trasversale, sia sul piano territoriale che politico. Prendiamo la linea ad alta velocità Torino-Lione, sdoganata dal premier Giuseppe Conte e fieramente osteggiata dai pentastellati: il 70 per cento dei cittadini esprime una valutazione sufficiente o positiva (con un voto pari o superiore a 6) nei confronti della super ferrovia tra Italia e Francia. Invece solo il 26 per cento, quindi poco più di una persona su 4, attribuisce al progetto una valutazione insufficiente.Il consenso verso l'autonomia delle Regioni appare, invece, leggermente più basso ma comunque molto ampio. Infatti, stando alla rilevazione Demos citata da Diamanti, supera il 60 per cento della popolazione intervistata. Emerge solo qualche differenza sul piano territoriale, come è logico aspettarsi: il provvedimento fortemente spinto dalla Lega di Matteo Salvini piace molto nel Nordest, dove quasi tutti giudicano l'autonomia in modo positivo. Ma, e qui sta la vera sorpresa, anche al Centro e nel Mezzogiorno la maggioranza dei cittadini si schiera perché lo Stato passi più competenze alle Regioni. L'analista in questo caso non fornisce numeri, limitandosi a scrivere che «il clima d' opinione è più tiepido, pur confermandosi largamente positivo». Anche il Sud crede quindi nella battaglia portata avanti dal Carroccio. In pratica a osteggiare la riforma resta solo «una posizione prevalentemente contraria nella base del Pd».Inoltre sono sempre gli elettori del Partito democratico che manifestano minore entusiasmo, rispetto alla media, anche verso la Torino-Lione. Se ne deduce che i dem sono il vero partito del No. A sorprendere sono i supporter del Movimento 5 stelle, che ci si aspetterebbe convintamente schierati contro la Tav: «Solo nella base del M5s si rileva un atteggiamento più distaccato», scrive Diamanti, «per quanto, complessivamente, positivo». Questa è una notizia, soprattutto se si pensa alle posizioni radicali dei leader Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista che, appoggiando apertamente i No Tav, hanno trasformando questa battaglia in una bandiera per contrastare la Lega. Infine l'articolo parla anche di «affinità elettiva» tra gli elettori del Carroccio e di Forza Italia: infatti sono i più convinti sia della Tav che dell'autonomia.La conclusione logica di quanto esposto dovrebbe essere che, essendo la maggioranza degli italiani favorevoli, sia il corridoio ferroviario piemontese che la riforma in chiave d'autonomia sono progetti da portare avanti. Magari discutendo dei particolari e degli emendamenti, ma senza metterne in dubbio la sostanza. Invece, secondo il pensiero di Diamanti, non stanno così le cose: piuttosto questi risultati metterebbero in risalto la percezione degli elettori molto lontana dalle immagini e dalle ragioni presentate dai leader. «Perché nel clima di campagna elettorale permanente, che incombe, vengono scelti e amplificati solo alcuni temi», spiega. Quindi, in sostanza, agli italiani in realtà non importerebbe un fico secco di collegare il nostro Paese alla Francia, né che le Regioni gestissero da sole le risorse senza dover chiedere elemosine allo Stato centrale. In realtà gli italiani si fanno infinocchiare da Salvini e compagnia. E qui il sociologo tira in ballo l'argomento principe, quello che la Lega avrebbe inventato di sana pianta per fare il pieno di voti: «L' immigrazione e la sicurezza. L'immigrazione come causa di insicurezza. Insieme ad altri eventi che suscitano paura. Perché, ormai, viviamo nel tempo delle paure. Come registra, da oltre 10 anni, il Rapporto europeo sulla (in)sicurezza, curato da Demos-Fondazione Unipolis».Insomma, se non sono argomenti che paiono interessanti alla sinistra, allora sono soltanto specchietti per le allodole che servono ad acchiappare follower. Come la Tav o l'Autonomia, infatti «alla maggioranza degli elettori non è chiaro cosa preveda l'autonomia differenziata. Perché sia rischiosa per alcune zone. In fondo, rivendica la distanza dallo Stato centrale, verso il quale la sfiducia è diffusa. Mentre la Tav preoccupa solo una quota limitata di cittadini». Gli italiani non capiscono, questo è il problema secondo Repubblica: in caso contrario avrebbero sommerso di consensi il partito di Nicola Zingaretti. La teoria è nota: la medesima secondo cui gli ignoranti hanno consegnato gli Stati Uniti nelle mani di Donald Trump e decretato l'uscita del Regno Unito dall'Europa. Quindi, come spiega il professor Diamanti, sovvertendo i risultati del sondaggio che ha appena citato, il consenso per il leader del Carroccio è dovuto al seguente ragionamento: «Il problema è che, in politica, è difficile incontrare identità e ideali, se non ideologie, in grado di offrire riferimenti condivisi», argomenta, «la politica e i partiti si riassumono, dunque, nei leader. Attori protagonisti nello spettacolo della politica. Anche così, forse: soprattutto così, si spiega il consenso per Salvini e per la Lega. O meglio: per la Lega di Salvini. Che recita la parte del Capo, solo contro tutti. Contro gli altri. Che minacciano lui e gli italiani». E questi ultimi italiani, non capendo un acca e sprovveduti nella loro beata ignoranza, sostengono che una grande opera come la Tav e l'autonomia farebbero bene al Paese. Si ravvedano finché sono in tempo, parola di analista.