2019-04-03
«Di Maio si è unito a chi alimenta l’odio. È irresponsabile»
Parla il sindaco scaligero Federico Sboarina: «Il vicepremier bandito dal Vinitaly? Una provocazione. Abbiamo blindato la città anche a causa sua».«Se per il vicepremier Di Maio, Verona è una città di sfigati e fanatici solo perché ha ospitato il Congresso delle famiglie, allora lo invito a non venire in città nemmeno fra pochi giorni quando ha in programma la sua visita al Vinitaly». Risponde per le rime il sindaco Federico Sboarina, all'ennesima provocazione del capo politico dei 5 stelle nonché ministro dello Sviluppo economico, atteso lunedì prossimo a Verona in occasione della prestigiosa rassegna internazionale del vino. Non ha più pazienza il primo cittadino, rimasto in silenzio durante il World congress of families «perché avevo questioni più importanti, come la sicurezza e la vivibilità della città». Adesso che la convention è terminata senza scontri grazie all'imponente macchina organizzativa messa in piedi dall'amministrazione, Sboarina si toglie qualche sassolino dalla scarpa: «Se esistesse il daspo urbano per le offese arrecate, a Verona Luigi Di Maio lo rischierebbe». Sindaco, il messaggio al vicepremier pentastellato è molto chiaro: al Vinitaly non sarà persona gradita.«Si tratta di una provocazione, certo non posso impedirgli di venire. Ma deve essere ben chiaro a Di Maio che il Comune di Verona è socio di maggioranza in Veronafiere, ente organizzatore di Vinitaly. Se noi siamo degli sfigati oscurantisti perché abbiamo accolto il congresso, allora può andare da un'altra parte a fare la sua passerella elettorale: la città è la stessa che lui ha insultato».Malgrado il fango gettato a palate, Verona è uscita a testa alta dalla tre giorni del Wcf. «Credo proprio di sì. Abbiamo dimostrato che in questa città ciascuno può esprimere le proprie idee. L'hanno fatto, purtroppo sotto attacco e intimidazione, i relatori del congresso che parlavano di una cosa così “strana" come è la famiglia. L'hanno potuto fare le migliaia di persone che sono sfilate nella contromanifestazione per sostenere valori, principi e messaggi completamente diversi».I temuti scontri, le annunciate aggressioni contro i «fossili viventi» che si riunivano per cancellare i diritti delle donne, per fortuna non ci sono stati.«Merito delle forze dell'ordine che hanno tenuto la situazione sotto controllo. Da settimane la tensione era altissima, grazie a Di Maio e ad altri politici irresponsabili che hanno contribuito ad alzare il livello di odio in modo preoccupante. Abbiamo dovuto blindare una città in cui si parlava di famiglia, di diritti delle donne e dei bambini. Sono stato costretto ad accompagnare mio figlio all'asilo scortato dalla polizia, mentre tutti sanno che giro sempre e solo in bicicletta. C'era bisogno di creare una simile macchina del fango alimentata da insulti e fake news?». Ha dichiarato che i veronesi dovranno sostenere le spese per la pulizia delle decine di scritte lasciate sui palazzi da partecipanti alla contromanifestazione. Quanto è costato alla città il corteo transfemminista?«Ancora non abbiamo dati definitivi, so che sono stati una trentina i luoghi imbrattati con scritte da chi non ha avuto rispetto per Verona. Al contrario, la scelta di questa amministrazione era stata quella di non far pagare il ticket ai bus turistici arrivati per la contromanifestazione. Ci era sembrato un gesto di attenzione nei confronti di quanti venivano nella nostra città per esprimere idee diverse. I pullman erano 151, calcoli un ticket medio ridotto di 40 euro per mezzo, nelle casse comunali non sono entrati 6.000 euro. E dovremmo spenderne per rimediare ai vandalismi». A detta dei denigratori il congresso doveva essere un incontro oscurantista e medioevale. Invece la 194 non è stata messa in discussione. «Anzi, si è ribadito che è una legge dello Stato e il documento conclusivo chiede che venga applicata nella sua interezza, compresi i primi 5 articoli per la cui attuazione servono i finanziamenti. Non sono state avanzate proposte o iniziative contrarie». Verona è prima città italiana che sta studiando l'introduzione del Fattore famiglia, messa al centro delle politiche di aiuto sociale. A che punto è lo studio di fattibilità?«Il sistema elaborato dall'Università di Verona è ormai pronto, a breve partiranno le sperimentazioni. A ogni nucleo familiare verrà assegnato un coefficiente per determinare in maniera più equa le agevolazioni nelle rette di asili nido, mense e trasporti scolastici, tasse universitarie, contributi per gli affitti e altri servizi. Diciamo che le famiglie più bisognose pagheranno meno, quelle benestanti un po' di più». Secondo la senatrice Monica Cirinnà, Verona «è contaminata da persone pericolose» e deve tornare ad essere una «città combattente con un nuovo sindaco». Che cosa le risponde?«La Cirinnà? Chi è costei? Non scherziamo, questa è una città di persone per bene e dove si fa tantissimo volontariato».