2019-07-30
Derivati tossici del Monte dei Paschi. Nuove indagini su Profumo e Viola
Il gip di Milano ha respinto la richiesta di archiviazione per gli ex vertici Mps. Sospetti sulla contabilizzazione dei crediti non esigibili successivi alle operazioni Alexandria e Santorini. Con gravi danni per i risparmiatori.Una consulenza depositata pochi mesi fa al processo civile di Firenze riapre l'inchiesta di Mps a Milano, da tutti data ormai per archiviata. Ci saranno infatti ancora 9 mesi di indagine sull'ex presidente del Monte dei Paschi di Siena Alessandro Profumo (attuale numero uno di Leonardo), sull'ex amministratore delegato Fabrizio Viola e sull'ex presidente del collegio sindacale Paolo Salvadori, indagati per falso in bilancio per la gestione dei crediti deteriorati (Npl) della banca senese dal 2012 al 2015. A deciderlo è tanto il gip di Milano Guido Salvini che per la quinta volta ha respinto l'archiviazione di un processo che vede gli ex vertici accusati di non aver contabilizzato in maniera corretta i crediti erogati nelle operazioni sui derivati Alexandria e Santorini, ingannando quindi gli investitori. È una vicenda di almeno sei anni fa, quando la banca senese avrebbe fatto figurare come semplici «sofferenze» molti crediti ormai del tutto inesigibili. Inoltre l'entità dei crediti deteriorati sarebbe stata svelata dalla sua direzione a «tappe» effettuando aumenti di capitale che servivano a colmare «buchi» che si erano già evidenziati. A questo si sarebbero aggiunte comunicazioni al mercato «sistematicamente ingannevoli» a partire ad esempio dal comunicato del 24 gennaio 2013, quando si affermava che «la situazione è completamente sotto controllo» e da quello del 26 ottobre 2014 in cui si definiva la struttura patrimoniale della banca «solida». Anche perché, precisa il gip nel dispositivo, «se tutte le rettifiche a partire dal 2015 fossero state correttamente apportate il patrimonio civilistico di Monte dei Paschi si sarebbe ridotto quasi a zero e la banca avrebbe avuto serie difficoltà a continuare ad operare». Non a caso la Procura vuole ora «verificare il patrimonio netto della Banca negli anni interessati (2012-2015) all'esito delle eventuali rettifiche sui crediti deteriorati» e verificare in particolare se, nel periodo di riferimento, la valutazione dei crediti iscritti a bilancio e nelle relazioni semestrali, e le corrispettive rettifiche, fossero corretti da un punto di vista contabile e giuridico, con specifico riferimento ai cosiddetti Npl».Stiamo parlando di operazioni finanziarie che furono approvate ai tempi di Antonio Vigni e Giuseppe Mussari, assolti per quelle scelte in un processo parallelo, ma che poi sono ricadute sulla successiva amministrazione di Rocca Salimbeni. La posizione della banca è stata invece archiviata. La richiesta di archiviazione era stata presentata il 3 maggio del 2018, ma nel frattempo a novembre - sempre dello scorso anno - è stata presentata una nuova consulenza, richiesta della Procura generale, che ha in parte ribaltato la decisione del gip. Perché come si legge, la «perizia» decisiva è stata presentata nel processo civile in corso a Firenze dal professor Eugenio D'Amico (per il fondo lussemburghese Alken Fund) e depositata il 17 aprile scorso. Nel testo, che prende sempre come base «gli investimenti effettuati in azioni Mps dal gennaio 2012 al maggio 2016 da Alken Fund e la sottoscrizione degli aumenti di capitale della Banca del 2014 e del 2015» ci sarebbero «fatti che legittimerebbero una richiesta di risarcimento per i danni subiti in quanto il fondo, se avesse conosciuto la reale situazione della Banca, non avrebbe effettuato alcun investimento». Secondo D'Amico, infatti, «le operazioni Nomura e Deutsche Bank sottoscritte nel 2008 e 2009 da Mps per complessivi 5 miliardi non riguardavano investimenti in titoli di Stato, come si era voluto far credere, bensì derivati creditizi ad alta rischiosità e che l'operazione, assimilabile ad un Credit default swap, era stata classificata come se fosse un'altra operazione molto meno rischiosa. Tali due operazioni avrebbero dovuto coprire le perdite seguite alle operazioni Alexandria e Santorini ma avrebbero invece prodotto un'ulteriore perdita pari a oltre 2 miliardi di euro». Per di più, il consulente «rileva che la banca tra il 2012 e il 2017 aveva effettuato rettifiche di valore su crediti per un importo molto elevato (25 miliardi pari ad oltre tre volte il patrimonio consolidato di 8,1 miliardi) e soprattutto che gli accantonamenti resi necessari da tale situazione erano stati operati dopo e non prima le operazioni di aumento di capitale come se le rettifiche sui crediti dovessero essere “gestite" rinviandone la rilevazione contabile rispetto all'effettiva emersione del problema al fine di rendere appunto possibili gli aumenti di capitale del 2014 e del 2015». Non solo. Si fa anche riferimento al fatto che «il giudizio di inadeguatezza organizzativa, procedurale e globalmente aziendale formulato dalla Banca d'Italia nei confronti di Monte dei Paschi, non rifletteva del tutto l'ancor più grave stato dei fatti in quanto non descriveva completamente la situazione di rischio in cui si trovavano i clienti dell'istituto». Nei prossimi nove mesi potrebbero essere ascoltati nuovi testimoni. E un eventuale rinvio a giudizio potrebbe impattare sul rinnovo di Profumo, in scadenza dalla guida di Leonardo la prossima primavera.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
Continua a leggereRiduci