2025-03-28
Denny Mendez: «Miss Italia grazie alla mia parrucchiera»
L’attrice, vincitrice nel 1996: «Da lei ho scoperto che c’era un concorso di bellezza. Ma non avevo ambizioni, ero scanzonata. Dopo il trionfo, ho lavorato con Nino Manfredi: come lui ce ne sono pochi. Adesso sono tornata al cinema con un nuovo film».La storia del cinema italiano è lastricata di stelle. Alcune avevano calcato le passerelle di Miss Italia, da Silvana Pampanini a Silvana Mangano, da Gina Lollobrigida a Sophia Loren, da Gianna Maria Canale a Lucia Bosé, fino a Anna Valle e Miriam Leone. Denny Mendez, prima Miss Italia proveniente da un altro continente, ha trovato nella recitazione la sua strada, dopo una carriera da modella, come conferma il suo ultimo film, Global Harmony di Fabio Massa.Come è nato il progetto di Global Harmony?«Io sono sempre molto tifosa degli outsider. Global Harmony è un film low budget che sta già facendo un suo percorso, molto positivo per quello che riguarda i feedback, quindi personalmente è già una vittoria, a cominciare dal titolo. La possibilità di essere globalmente armonizzati, la cooperazione, i diritti umani sono temi fondamentali. La cerimonia degli Oscar, con la vittoria di Anora, dimostra che i film low budget hanno ancora voce».Quale personaggio interpreta? «Esther, un’arredatrice chiamata a organizzare una conferenza mondiale con tutti i capi di Stato. Il protagonista del film, un famoso giornalista americano, si trasferisce a Lampedusa per ritrovare sé stesso. Lampedusa è stata scelta non solo per la sua bellezza paesaggistica, ma proprio in quanto luogo di speranza, dove arrivano persone che coltivano un sogno».Anche lei viene da un’isola, Santo Domingo...«Certo! Sono contenta che ora tutti sappiano dove sia Santo Domingo, grazie a Zoe Saldana che ha vinto l’Oscar come miglior attrice non protagonista per Emilia Pérez. Prima mi chiedevano: “Dov’è la Repubblica Dominicana?”. Nel suo discorso Zoe ha sottolineato quando siano importanti le radici». Ha mantenuto dei rapporti con la sua patria d’origine? «Assolutamente sì, cerco sempre di informarmi su quello che accade, non solo per le cose belle che ci sono, le spiagge, il mare, ma anche a livello politico e sociale. Per esempio, c’è molto interesse per la spiritualità e per i percorsi religiosi, a cominciare dal culto per Nostra Signora di Altagracia, madre protettiva del popolo dominicano». Ha conosciuto Zoe Saldana?«Sì, nel 2005 a Santo Domingo, per un riconoscimento della comunità italo-dominicana. Zoe ha detto che è dovuta emigrare per realizzare il suo sogno, l’American dream. Questo è bello, però allo stesso tempo a me piacerebbe vincere in patria, che ha un sapore un po’ diverso. Lo stesso accade in Global Harmony, dove tutti si ritrovano a Lampedusa non solo per il loro lavoro, ma per ritrovare la loro vita. Esther lascia New York, un posto sicuro, per l’incertezza, pur di inseguire l’amore. È quello che è accaduto anche a me, staccarmi da Santo Domingo per il continente europeo, anche se ero troppo piccola per pensare all’amore».Quanti anni aveva quando è venuta a vivere in Italia?«Otto anni. Il mio primo posto è stata la Toscana. Santo Domingo vive molto di turismo, quindi quale Paese migliore dell’Italia, con le sue bellezze naturali e il suo patrimonio artistico? Infatti ho fatto una scuola per operatrice turistica». Quando è venuta in Italia, ha sofferto lo sradicamento dalla sua terra?«L’ho sentito dopo, lì per lì no. È cresciuto nel tempo l’attaccamento alla mia terra d’origine e adesso torno spesso a Santo Domingo, anche per eventi legati al cinema».Come ha iniziato a fare la modella? «Intanto, da bambina ero molto richiesta a Santo Domingo, tra le amiche di mia madre, come damigella per le spose e per altre festività. Nei Paesi latini per le feste siamo molto esagerati, no? Io non mi ricordavo questo particolare, me lo ha raccontato mia madre. Da adolescente, siccome avevo bisogno di soldini per pagare le mie cose, ho cominciato insieme ai miei migliori amici a partecipare a sfilate regionali in locali o in negozi di abbigliamento. Dicevo: “Ci pagano e ci divertiamo...”. Non avevo certo l’intenzione di arrivare a Miss Italia: ho affrontato sempre le cose in maniera scanzonata, non premeditata».Senza un fine... «Mi piaceva sfilare in questi posti e fare l’indossatrice, ma non avevo la sete di ambizione. Questa è stata una chiave importante. Poi, certo, mi rendevo conto che il mio corpo slanciato mi permetteva di ben figurare, anche durante la finale di Miss Italia».Com’è arrivata a partecipare a Miss Italia? «La parrucchiera del paese di Montecatini mi ha detto: “Guarda che c’è una selezione…”. Io non ci pensavo. Per me l’importante era che ci fosse una passerella per mettermi il vestito di mia mamma, così magari con la scusa me ne comprava uno!».Quindi deve molto alla parrucchiera di Montecatini?«Sì, assolutamente, insieme alla persona che mi aveva visto sfilare quando avevo iniziato, la signora Loretta che ringrazio sempre. Mi avevo detto: “Sei brava a sfilare!”. Altrimenti avrei fatto altro. Il mio percorso era legato allo sport: mi allenavo nel salto in lungo». Non pensava di vincere Miss Italia? «Me lo chiedono sempre. Miss Italia è un concorso, quindi un pensierino l’ho fatto. Di natura sono molto speranzosa, a meno che proprio non hai una chance. Non mi piace vincere facile, per cui penso sempre che non ci sia solo la porta principale, c’è l’entrata secondaria, c’è l’uscita d’emergenza, e questo tipo di situazioni nella mia vita sono successe, quindi mi sono sempre presa le mie chance. A volte non ottieni il ruolo principale in un film, ma magari sei giusto per un altro ruolo, e devo dire che questa mentalità mi ha portata sempre avanti nella mia carriera». Dopo aver vinto Miss Italia e aver partecipato a Miss Universo, ha avuto l’umiltà di fare dei corsi di recitazione. «Non è che tutte le Miss Italia nascono attrici e non è obbligatorio farlo. Dopo la vittoria non avevo chiaro cosa volessi fare. Il mio debutto, l’inizio della gavetta, è stato al Salone Margherita per lo spettacolo teatrale L’ultimo Tarzan con la regia di Sergio Japino. Mi sono detta: “Qual è il miglior modo per poter iniziare?”. Il teatro! Le scuole di recitazione ti danno le basi, ma un conto è studiare, dove sei comunque parato, un conto è stare sul campo, sul palcoscenico».Quindi ha preferito cercare subito di recitare... «Con tante difficoltà, avevo poche certezze all’inizio perché volevo capire non solo quello che potevo fare io, ma il contesto. Se non sei unito agli altri attori, rimani da solo e vai per conto tuo, soprattutto a teatro, dove questo si vede tantissimo. Ho sempre cercato di fare uno spettacolo all’anno perché sul palcoscenico hai una totale connessione con tutto».La sua prima esperienza cinematografica?«Ho cominciato con una serie televisiva Rai, Chiaroscuro, interpretata da Nino Manfredi e Marco Bonini. Ero molto emozionata e preoccupata, per fortuna mi sono fatta seguire da un’insegnante bravissima, Marzia Ubaldi, diventata famosa per Call My Agent. Nel mio percorso di formazione devo ringraziare anche altre persone preparate che mi hanno aiutata, come Francesca De Sapio, Michael Margotta, Renato Izzo. Molto dipende anche da chi incontri nella tua carriera a livello di personalità». Un ricordo di Nino Manfredi?«Mi ricordo un ballo con lui. Allora io non capivo bene il romano, per cui non riuscivo a seguirlo nei suoi discorsi e mi divertivo... un sacco! Non so adesso quanti Manfredi ci siano al mondo oggi, penso pochi». La notorietà come attrice è arrivata grazie a Un posto al sole, nel 2003.«La produzione di Un posto al sole è una macchina da guerra perché devi lavorare tantissimo sui tempi e soprattutto sulla memoria: ti danno dodici-tredici scene il giorno prima e le devi preparare velocemente. Questo mi è servito tantissimo. Anche il giocare sul set. Sono fiera perché Un posto al sole è nato proprio nell’anno in cui sono stata eletta Miss Italia, nel 1996. Da allora c’è sempre. Mi dispiace che alcuni attori si vergognino di aver fatto Un posto al sole, per me è stato importante, fa parte del mio bagaglio artistico e creativo».Quando ha tentato la carriera americana, ha dovuto ricominciare da capo? «Sì, ho dovuto fare provini per la pubblicità e per il cinema. A Los Angeles non mi conosceva nessuno, c’è la competizione più forte che ci sia al mondo, ma ci sono tantissime possibilità perché ovviamente il mercato è molto più grande. Poi c’è la comunità latina e quindi mi sentivo un po’ a casa. Anche adesso sarei pronta a ricominciare di nuovo da capo».Quali differenze ha trovato rispetto all’Italia?«Per me la chiave fondamentale è la professionalità, ovunque ti trovi, in Italia o negli Stati Uniti. In America ce n’è tanta e ti valutano per questo aspetto, specie se stai recitando con grandi attori. Un’altra cosa che mi ha aiutato molto è la personalità perché lì viene celebrata, in altri posti no. Io sono questa e mi piace vivere nella mia autenticità. In America ci sono meno pregiudizi, più elasticità, c’è un diverso approccio al lavoro, soprattutto a livello attoriale. Sei considerato un attore o attrice qualunque sia il ruolo che interpreti». Già parlava inglese? «Inglese, spagnolo e italiano, però l’inglese-americano più che il british. Mi sono sempre piaciute le lingue». Si è tolta belle soddisfazioni, recitando accanto a grandi divi, come Morgan Freeman e John Travolta.«Ho avuto la fortuna di fare il mio debutto internazionale in un film di grande successo, Ocean’s Twelve di Steven Soderbergh, con un cast stellare: George Clooney, Brad Pitt, Matt Damon, Andy García, Julia Roberts e Catherine Zeta-Jones. Tra i miei nuovi progetti, mi piace ricordare la serie Maria Corleone 2 per Mediaset». Un rimpianto?«La serie televisiva The Orange is the New Black, che è andata molto bene in tutto il mondo. L’ho mancata di poco! Sono orgogliosa di una pubblicità bellissima che ho fatto per la Disney per lanciare una serie di supereroi, di cui non sapevo nulla! Avrei potuto bleffare, ma sono stata sincera. C’erano venti-trenta candidati, non pensavo di essere scelta. Poi una pubblicità con Gerald Butler per una nota marca di orologi. Grandi soddisfazioni!».
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