2024-05-31
Arriva la Schlein e i dem le svelano le trame del Pd su porto e Morandi
Elly Schlein (Imagoeconomica)
Gli sconfitti del congresso provinciale hanno trovato nelle carte dell’inchiesta su Giovanni Toti le prove degli intrecci affaristici del loro partito. E hanno prodotto un documento d’accusa: «Siamo nelle mani di Vianello, che vuole tradurre la forza politica in forza economica».Si muovono come l’Alleanza ribelle di Guerre stellari. Un team opera giorno e notte per studiare le carte dell’inchiesta che ha travolto Giovanni Toti e il presidente dell’Autorità portuale di Genova e Savona Paolo Emilio Signorini. Ma il loro bersaglio non è il governatore della Liguria autosospeso, bensì i presunti affari del loro partito di riferimento, il Pd. Infatti, a studiare i documenti è un gruppo di dem o ex dem che hanno ricoperto anche ruoli apicali dentro al partito e che all’ultimo congresso hanno perso la battaglia per il controllo della segreteria guidati dai due valpolceverini doc come Federico Romeo e Armando Sanna. Questi reduci si sono uniti in un’alleanza trasversale pezzi dell’associazionismo cattolico, veterani della stagione renziana, di quella arancione, di Rifondazione, di Lotta comunista, dei centri sociali e anche qualche vecchio militante dei 5 stelle. Tutti mondi che solitamente non starebbero insieme, ma che la comune battaglia a un Pd definito «fariseo» ha inaspettatamente saldato. Adesso questi contestatori dello status quo sono convinti che le indagini giudiziarie gli stiano dando ragione e che l’attuale segretario provinciale, Simone D’Angelo, dipendente del presunto corruttore Mauro Vianello, imprenditore d’area, non dovrebbe ricoprire l’incarico che ricopre, visto il coinvolgimento in alcune manovre dello stesso Vianello. Nei giorni scorsi l’Alleanza ribelle ha apprestato un primo diagramma per spiegare ad amici e compagni queste presunte magagne. Uno schema che ha iniziato a girare vorticosamente nelle chat progressiste e che questo giornale ha pubblicato in prima pagina lo scorso 14 maggio.Ma in vista dello sbarco della segretaria Elly Schlein a Genova, desiderosa di incassare il dividendo politico garantito dall’inchiesta, hanno pensato di preparare un documento molto più corposo e dettagliato, intitolato «Il grande piano, il partito del porto» ovvero «il partito di Signorini-Vianello- Partito democratico Genova». Un tabellone che ricorda quello del Mercante in fiera o del Gioco dell’oca che punta a denunciare tutte le mosse dei dem per controllare lo scalo del capoluogo ligure e gli affari al suo interno. Uno schema che oggi, secondo le nostre fonti, dovrebbe essere diffuso al Porto antico dove è attesa la Schlein per un evento in cui saranno presentati i candidati dem alle Europee, ma soprattutto ci saranno i segretari provinciale e regionale del partito, D’Angelo appunto, e Davide Natale. I ribelli, un po’ nerd nell’animo, lavorano da giorni a questo colpo di teatro e si aspettano di sensibilizzare i militanti progressisti rispetto a un’indagine che non riguarda solo il centro-destra, ma che, a loro giudizio, coinvolge parimenti, se non di più, quella parte del partito sempre pronta a scendere a patti con l’avversario politico in cambio di incarichi e appalti.Del resto questo giornale ha già raccontato come Vianello e il suo entourage avrebbero chiesto e ottenuto la poltrona di amministratore delegato per Signorini alla multiutility Iren in cambio di un patto di desistenza, arrivando addirittura a candidare «un coglione» per garantire la conferma a primo cittadino di Marco Bucci. Nel documento viene evidenziata una frase dell’imprenditore considerato colui che «governa il Pd genovese»: «La forza politica che abbiamo devo tradurla in forza economica». Sarebbe questa la filosofia che muoverebbe «la corrente dem» in porto. Vianello viene descritto dai «compagni» delusi come l’uomo a cui ogni candidato locale del pd debba baciare la pantofola prima delle elezioni. Si ricorda anche come sia riuscito a trasformare in azienda privata la coop di cui era presidente, la Santa Barbara (azienda che opera nel settore della prevenzione incendi nello scalo marittimo ligure) e a conquistare, con il sostegno di Signorini, la presidenza dell’Ente bacini. La sua candidatura a membro del comitato di gestione del porto sarebbe naufragata «per via dell’eventuale necessità di verifica del cv da parte dell’Autorità nazionale anticorruzione».Tra i suoi dipendenti e consulenti esponenti di spicco del partito: Simone D’Angelo, segretario provinciale del Pd di Genova dal 2021, capogruppo dem in Consiglio comunale dal 2022, responsabile amministrativo e finanziario della Santa Barbara dal 2019; Alessandro Terrile, responsabile nazionale Infrastrutture del Pd dal 2023, ex segretario Pd di Genova (2013-2017), ex capogruppo dem del Consiglio comunale (2021-2022), consulente legale della Santa Barbara, amministratore delegato di Ente bacini dal 29 aprile 2022; Davide Gaggero, ex responsabile Porti per la segreteria provinciale del Pd di Genova (2017-2021), presidente della Santa Barbara e consigliere di amministrazione dell’Ente bacini dal 2022.I ribelli contestano un attacco che il 14 maggio D’Angelo ha riservato a Bucci, questo: «In base ai fatti gravissimi che emergono dall’inchiesta sul sistema Toti, chiediamo al governo di sostituire Marco Bucci dal suo doppio ruolo di commissario per la ricostruzione del post Morandi e per la nuova diga e il tunnel subportuale». Una filippica in cui si denunciava «una costante manomissione del piano regolatore» e si affermava che «sull’altare di una presunta logica del fare si sono manomesse le regole». Ma l’opposizione interna ricorda al segretario, oggi al fianco della Schlein, che proprio lui, che oggi fa le pulci a Bucci, sarebbe stato coinvolto in un contestato progetto di Vianello. Prima di affrontare l’argomento, è necessaria una premessa: il 15 ottobre 2021 Autostrade per l’Italia firma un accordo da 1,5 miliardi di euro di investimenti per Genova, a partire dalla galleria sottomarina, come risarcimento per il crollo del ponte Morandi e questo tesoretto avrebbe scatenato anche l’appetito dei dem. Nel volantino si legge, a proposito di un meeting avvenuto il 28 giugno 2022: «Signorini organizza un incontro presso Ente bacini per aiutare Vianello e Gaggero a costituire un’associazione temporanea di imprese (ati, ndr) con Autostrade per entrare nell’“affare” tunnel subportuale. Vianello convoca all’incontro, per supporto politico al Piano, il segretario Pd di Genova D’Angelo e la segretaria Pd Liguria Valentina Ghio. D’Angelo partecipa all’incontro con i presunti “corruttori” (Vianello), “corrotti” (Signorini) e l’oggetto del desiderio (ati con Aspi). Non è noto se la segretaria Pd Liguria, oggi onorevole Ghio abbia partecipato all’incontro». C’è poi una chiosa che riguarda un altro big del partito: «Non è noto se Terrile, responsabile nazionale Pd Infrastrutture, abbia partecipato. Essendo ad di Ente bacini era sicuramente informato e nella migliore delle ipotesi nell’ufficio accanto». Dunque, per i dissidenti, D’Angelo sarebbe stato «presente all’incontro dove i corruttori cercavano di prendere 20 milioni del denaro del commissario, donato da Aspi come risarcimento per il crollo del Morandi». Ma leggiamo le conversazioni che hanno portato gli autori del volantino a denunciare questo presunto tentativo di appropriarsi dei fondi messi a disposizione della città da Aspi dopo il crollo del ponte. Signorini avrebbe organizzato un primo appuntamento con l’ad di Aspi Roberto Tomasi, Vianello e Gaggero a Roma il 24 giugno 2022.In un’intercettazione successiva avrebbe preparato un incontro a Genova da tenersi presso l’Ente bacini il 28 giugno. Dopo aver preso accordi con Alberto Valerio Selleri, «il suo ingegnere (di Tomasi, ndr) quello che segue il progetto», Signorini chiama Vianello e gli dice: «È un successo su tutta la linea». L’imprenditore vicino al Pd, per i finanzieri, «accogliendo con entusiasmo la notizia, proponeva di farsi raggiungere in un secondo momento dal segretario provinciale e dal segretario regionale di un partito». Quale sia il partito è facile intuirlo. Dice Vianello: «Sì, faccio venire… dopo ci vediamo coi due segretari del partito […] ci troviamo anche con il segretario regionale e provinciale, ora chiamo, li chiamo tutti a raccolta, sicuramente si muove sicuro…».Per le Fiamme gialle «l’intento» di Vianello, «agevolato dall’operato di Signorini», era quello di «costituire un consorzio in previsione dei futuri lavori per la costruzione del tunnel subportuale, nella prospettiva di aggiudicarsi l’appalto per svolgere il servizio di prevenzione incendi, servizio attualmente svolto per Aspi dall’impresa Gsa». Intercettato, Vianello, specifica con un collega: «C’è quel discorso di Autostrade che me lo sto curando […] perché bene o male adesso il rapporto con loro c’è. lo ho parlato direttamente con chi di dovere...».Quindi racconta che la persona con cui era in contatto, «non conosce i vertici, ma conosce il sottobosco, che magari sono in cagnotta», termine che indica mazzetta, precisando che «i vertici sono persone regolari, che non prendono cagnotte, invece, magari, il sottobosco sì...». Vianello sostiene anche di «essere nella fase preparatoria delle carte per “l’assalto al cielo” e che in quel momento era necessario “lo strumento che ci ha fatto venire grandi fino adesso”». E poi annuncia: «Sai domani esce un decreto che mi rafforza per Santa Barbara».Per gli investigatori «il menzionato “decreto”, atteso da Mauro Vianello» sarebbe l’atto con il quale il sindaco Bucci, nella sua veste di commissario straordinario per la ricostruzione post Morandi, ha aggiornato nell’agosto del 2022 il «Programma straordinario di investimenti urgenti», contenente «l’adeguamento infrastrutturale dei bacini di carenaggio 4 e 5 del Porto di Genova». Nelle carte si legge anche che «per la realizzazione del progetto venivano stanziati trenta milioni di euro, interamente finanziati con risorse dell’Autorità portuale».Lo schema specifica che il 29 luglio 2022 Signorini «fa deliberare il Comitato di gestione dell’Autorità portuale per 30 milioni di finanziamento a Ente Bacini» e che il 18 agosto 2022 «Signorini firma un decreto che aumenta del 13% la tariffa (costo orario dei lavoratori, ndr) di Santa Barbara».Il volantino specifica pure che «il decreto viene revisionato al telefono da Vianello telefonicamente con Signorini». Gli investigatori captano Vianello mentre specifica: «Io adesso ne approfitto che Autostrade sta facendo un po’ di buchi nel porto... ieri ho fatto una riunione con Selleri che è il capo diciamo, il braccio operativo di Tomasi, però, è inutile che adesso vada a scavare che non c’è lo strumento... prima ci vuole lo strumento... e lo strumento bisogna oliarlo e cominciare, decidere, però, per partire bisogna mettersi lì, ragionare... fare un piano d’investimenti, un piano strutturato…».Infine il manager descrive il presunto accordo preso con i vertici di Aspi: «Io sono rimasto d’accordo con Autostrade che facciamo un consorzio… noi e loro… se cosi fosse sarebbe una grande cosa... perché il consorzio è un qualcosa che ci siamo dentro con loro… noi facciamo il braccio operativo e loro fanno il braccio gestionale».Alla fine il piano tramonta. Il motivo lo spiega lo stesso Vianello al solito collega: «Stiamo facendo delle cose, dal punto di vista politico, meravigliose e andiamo avanti su tutta la linea. Credo che non ti sfuggirà la forza politica che in questo momento abbiamo ... che devo tradurla in forza economica. Ce l’abbiamo già, però, ci mancano gli strumenti […] organizzativi, perché non abbiamo le aziende che ci consentono... perché io ho fatto una chiacchierata con Autostrade, ho tirato il freno a mano perché... come cazzo facciamo? […]» perché «se io devo fare venti milioni di fatturato, mi ci vuole come minimo un piano finanziario che mi consenta di poterli fare…».C’è anche un altro tema evidenziato nel manifestino, il fatto che Signorini, a un certo punto, registri «un disallineamento» con Toti e Bucci. Ma non con il fedelissimo Vianello, burattinaio ligure del partito della Schlein.Il puparo dem a proposito di una nomina che non è di suo gradimento, dice: «’sto Giovanni che, tutte le volte che c’è un qualcosa in casa tua, ti chiede e lui non ti dà mai un cazzo… ma niente niente, neanche per scherzo, neanche le doppie delle figurine. Diventa brutta eh?». E Signorini replica: «Nel momento in cui siamo ora, può avere anche senso sancire un disallineamento». Vianello traduce il concetto che vorrebbe esprimere con i nemici-amici: «Andiamo d’accordo su tutto, ma io devo tutelare casa mia».Alla fine Vianello non è stato supportato da Toti per l’auspicata nomina a presidente della società Stazioni marittime. Ma, in compenso, ha ottenuto una consulenza da 200.000 euro dal protégé Signorini, appena questi è stato nominato amministratore delegato di Iren.
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