2025-02-13
Tra i dem partono le prime gomitate per la corsa a sindaco di Milano
Pierfrancesco Maran e Pierfrancesco Majorino (Ansa)
Majorino ha l’appoggio della Schlein, ma nel partito non tutti lo vedono di buon occhio. Maran, da Strasburgo, tappezza la città coi suoi cartelloni. E c’è chi spinge per Mario Calabresi. Sempre che Sala non voglia il tris...I cartelloni sono ovunque, la città è tappezzata, con la faccia di Pierfrancesco Maran e la scritta «La tua Milano, la tua Europa». Da qualche settimana sono comparsi per le strade di Milano cartelloni elettorali dell’eurodeputato del Pd, ex assessore della giunta di Giuliano Pisapia e di Beppe Sala. No, le elezioni sono ancora lontane. Soprattutto a Milano, dove si voterà nel 2027. Ma le immagini dell’europarlamentare dem indicano come in realtà la campagna elettorale interna al centrosinistra sia già incominciata. Per Maran, infatti, volato in Europa lo scorso anno forte di 45.000 preferenze, c’è il rischio di scomparire «mediaticamente» nel capoluogo lombardo dove invece conta diversi sostenitori, soprattutto tra le forze che sostennero Pisapia a sindaco nel 2011. Bruxelles e Strasburgo sono lontane migliaia di chilometri, quindi la campagna di comunicazione delle ultime settimane (sponsorizzata e quindi pagata dallo stesso eurogruppo parlamentare) serve anche a ricordare che Maran c’è e punta su Milano. Dall’altro lato la rivalità interna ai dem si sta rivelando più accesa che mai. Oltre al sindaco Sala, che non ha ancora sciolto la riserva su una sua possibile candidatura e continua ad accarezzare l'idea di un terzo mandato (anche se c’è chi lo dà come fuori dai giochi dati i sondaggi non troppo lusinghieri), sta iniziando a formarsi una lunga fila di pretendenti per partecipare alle primarie che dovranno scegliere il prossimo candidato sindaco per il centrosinistra. Per di più ci si avvicina alla campagna elettorale in una situazione di forte incertezza per Milano, con immobiliaristi e costruttori ancora in attesa del Salva Milano. E soprattutto con l’operazione Mps Mediobanca che continua a tenere banco nei salotti del centro. Due vicende, queste ultime, che avranno di certo un impatto nel lungo periodo sulla città e su chi deciderà di governarla dopo Sala. Il tessuto economico sociale è più che mai in frantumi, in attesa di capire come si posizioneranno i gruppi di potere che si muovono in città, ma anche cosa decideranno di fare i comitati e le realtà sociali che negli ultimi 15 anni hanno deciso di dare fiducia al Partito democratico. Mentre il centrodestra riflette, nel centrosinistra l’incastro inizia a farsi difficile. Anche perché riguarda da vicino l’attuale segretario dem Elly Schlein, che vorrà avere comunque l’ultima parola sulle possibili primarie e poi sul nome da lanciare nella sfida. Ma prima bisogna farsi una domanda: sarà ancora Schlein il segretario il prossimo anno? Sono in tanti, tra i dem e soprattutto a Milano, a volere la testa dell’attuale numero uno del Pd. Del resto, dalle parti di palazzo Marino sono convinti che il referente del segretario in città sia Pierfrancesco Majorino, ex candidato in regione Lombardia, sconfitto da Attilio Fontana. Majorino è consigliere regionale e si fa sentire spesso. Ma della sua candidatura sono in tanti a dubitare. In ogni caso lui continua a muoversi. E dietro le quinte sta organizzando diverse riunioni carbonare per capire come muoversi in vista della tornata elettorale che si svolgerà tra due anni. Ma nel Pd non c’è solo lui a piazzare le prime pietre per arrivare a palazzo Marino. Anche Anna Scavuzzo, vicesindaco, ormai a palazzo Marino in pianta stabile dal 2011, potrebbe essere in corsa. Già l’anno scorso alcuni quotidiani avevano ironizzato sul suo ruolo di «sindaca d’agosto», mentre faceva le veci di Sala in vacanza. Ma soprattutto, oltre a lei, ci dovrebbe essere anche Lia Quartapelle, deputata dem per eccellenza, moglie dell’ex ministro dell’Interno socialista Claudio Martelli: nelle primarie per i parlamentari del 2012 lanciate a Pier Luigi Bersani fu tra le più votate con più di 4.000 preferenze. Quartapelle e Scavuzzo sono entrambe milanesi, di Porta Venezia e Lambrate. Tra questa nidiata di democratici, però, si aggirano anche un paio di outsider che potrebbero sparigliare le carte. Il primo è il giornalista Mario Calabresi, che fu lanciato nell’ottobre scorso da Beppe Sala come possibile candidato, ma che aveva risposto con una certa cautela all’idea del primo cittadino. Di sicuro nel Pd il nome di Calabresi continua a circolare. Anche perché non si spiegherebbe come mai in un sondaggio di Youtrend di fine anno, sia emerso che tra i candidati preferiti nel centrosinistra ci sarebbero proprio lui e lo stesso Majorino. Calabresi aveva anche partecipato, da giovanissimo nel 1992, alla campagna elettorale di Nando Dalla Chiesa. È molto stimato tra le fila dei dem. E potrebbe convincere gran parte della società civile milanese. Un altro nome che risuona è quello di Franco Gabrielli, ex numero uno del Sisde e della polizia, ma soprattutto dal 2023 delegato alla sicurezza e coesione sociale del comune di Milano, da poco dimissionario. Il suo nome va per la maggiore, tanto che ieri, durante un convegno sulla sicurezza in Lombardia (oltre a spiegare di aver lasciato l’incarico perché il tempo era esaurito e non per attriti con Sala) ha ribadito di non volerne sapere. Anche perché secondo Gabrielli, «nel nostro Paese non c’è cosa più insidiosa delle campagne elettorali, anzitempo, in cui si prendono i possibili candidati e li si tritura. Io non lo voglio fare, non voglio fare il candidato, non voglio fare il sindaco, non sono questi i miei orizzonti e sono anche ontologicamente convinto che una città debba esprimere il primo cittadino nell’ambito della sua comunità». Come si suol dire, una smentita è sempre una notizia data due volte.
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