2019-04-26
La Germania non vuole rovinare i suoi conti «perfetti». Ma così l'Europa rischia la recessione
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Era dai tempi della riunificazione che la Germania non segnava un avanzo del bilancio pubblico di 58 miliardi. Nonostante questo, i tedeschi continuano a non investire e a mettere in cassaforte questo tesoretto. Un record che si va ad aggiungere ai conti perfetti, forse "troppo" perfetti dello Stato tedesco: il loro debito pubblico è calato del 5,9% in tre anni, le entrate sono superiori rispetto alle uscite in tutti i settori e gli alti livelli di occupazione (disoccupazione al 3,3% a fine 2018) hanno garantito persino un forte aumento dei contributi al sistema previdenziale. Nonostante questo, i tedeschi continuano a non investire e a mettere in cassaforte questo tesoretto; e non cambiano idea neppure di fronte a una previsione di crescita del Pil che è stata tagliata dal modesto (per gli standard tedeschi) 1% a un bassissimo 0,5% per il 2019. Insomma, la Germania ha dei conti talmente "perfetti" che quasi ha paura di rovinarli. E per questo rischia di trascinare tutta l'Eurozona, Italia compresa, nel baratro della recessione.Ma andiamo con ordine. Poche settimane fa l'istituto di statistica tedesco ha certificato che il Paese ha raggiunto un surplus senza precedenti: 58 miliardi, appunto, ottenuto insieme a una riduzione molto consistente del già basso debito pubblico che è passato dagli oltre 2.033 miliardi del primo trimestre 2016 ai 1.914 miliardi dell'ultimo trimestre 2018: il 62% del Pil. Nonostante questo (anzi, forse anche per questo) alla fine dello scorso anno la Germania si è trovata sull'orlo della recessione. Dopo il -0,2% del Pil registrato nel periodo luglio-settembre 2018, nell'ultimo trimestre il suo prodotto interno lordo si è fermato a quota zero, evitando per un pelo la recessione tecnica (che avviene quando si registrano due contrazioni consecutive del Pil trimestrale). I dati annuali sono altrettanto preoccupanti: in tutto il 2018 la crescita è stata dell'1,4%, in forte calo rispetto al +2,2 del 2017. E se le previsioni per il 2019 saranno rispettate, solo l'Italia, con il suo +0,2% farà peggio. L'Eurozona dovrebbe, invece, crescere dell'1,5%.Insomma, la locomotiva tedesca si sta fermando davvero. Ma perché rischia di contagiarci? Il motivo è semplice: la produzione industriale italiana e quella tedesca sono strettamente correlate e hanno legami strutturali che si sono rafforzati negli anni della ripresa economica. Se la Germania non spende e non investe (e potrebbe farlo) le imprese italiane hanno difficoltà a vendere i propri prodotti. La soluzione sarebbe intervenire con forti investimenti anche perché i soldi per finanziare misure espansive ci sarebbero, oltre all'ipotesi (finora mai adottata a Berlino) di varare degli investimenti in deficit. Sarebbe un'onta troppo grande per un Paese che ha fatto dell'austerity economica il suo mantra, costringendo anche gli altri Stati dell'Unione a seguirla. Peccato che ora potrebbe essere l'unica soluzione per evitare un'altra grande crisi, di cui la stessa Germania rischia di essere contemporaneamente vittima e carnefice.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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