2024-11-27
De Corato: «In nome dell’accoglienza selvaggia la sinistra ha demolito la sicurezza»
Riccardo De Corato (Imagoeconomica)
L’ex vicesindaco di Milano: «Con me c’erano militari in strada e polizia sui bus: i dem hanno smantellato tutto In città ci sono 150.000 irregolari, maranza ovunque. Una situazione da coprifuoco, e non solo nelle periferie».«Per la sinistra, sicurezza è una parolaccia. Hanno smantellato tutto». Riccardo De Corato ha una spiegazione semplice per la rivolta del Corvetto e la deriva di Milano. Il deputato di Fdi e membro della Commissione sulla sicurezza delle periferie conosce bene il problema perché da vicesindaco di Gabriele Albertini e Letizia Moratti fu uno dei protagonisti della stagione «legge e ordine» della metropoli tascabile.In che senso hanno smantellato tutto?«Quello che sta accadendo a Milano era ampiamente prevedibile. Le giunte di Giuseppe Sala sono riuscite nell’impresa di disattivare tutti i dispositivi di sicurezza creati da noi per proteggere la città. Nel 2010 alla Festa della polizia l’allora questore Vincenzo Indolfi, coadiuvato dall’allora capo della Digos e attuale questore Bruno Segale, comunicò che i reati erano diminuiti del 40%. Oggi Milano è più pericolosa di Napoli».Cosa è accaduto in questi 14 anni?«Sono arrivate due cose fuori controllo: la migrazione e la narrazione. Per favorire l’inclusione purchessia, l’accoglienza diffusa, sono stati azzerati ruoli fondamentali. Allora l’operazione Strade sicure, voluta dai ministri Roberto Maroni, Ignazio La Russa e dal sindaco Letizia Moratti, impegnava 450 uomini e fungeva da deterrente non solo in periferia. Allora c’erano 500 vigili di quartiere organizzati dall’assessore alla Sicurezza Paolo Del Debbio. Allora di sera sugli autobus c’era la polizia urbana».Quali compiti aveva?«Cinquanta vigili che in turnazione salivano sui mezzi dopo una certa ora e controllavano i passeggeri: biglietto prego. A chi non l’aveva venivano chiesti i documenti. I clandestini venivano portati al comando per verificare eventuali precedenti penali. Se c’erano, partiva l’iter per il rimpatrio. Ora non c’è più nulla: i militari li ha tolti Giuliano Pisapia, al resto ha pensato Sala».Poi arrivò la stagione delle telecamere.«Noi ne installammo 1400, pagandole con fondi comunali, a disposizione della questura. E costruimmo la Cintura della sicurezza, stanziando 30 milioni per realizzare dieci caserme nelle zone nevralgiche della città. Però Albertini e Moratti non organizzavano marce per gli immigrati come quella del 2017 con il sindaco Sala in prima fila. Li hanno chiamati, invocati, e alla fine sono arrivati». La gestione dell’immigrazione è sempre più difficile. «Altro che allarme Corvetto. Oggi nella Città metropolitana di Milano ci sono 150.000 irregolari, quasi tutti islamici, senza documenti, che fanno capo alle 12 moschee abusive. A proposito, c’è un pm che vuole guardarci dentro e magari chiuderle? Chiedo, perché se io e lei costruiamo qualcosa di abusivo ci arrestano».Eppure lo storytelling racconta la paradisiaca Milano che luccica.«Al di là del marketing del sindaco, mi sfugge il senso. Ormai la gente normale di sera si chiude in casa, dalla Milano da bere siamo passati alla Milano da coprifuoco. E badi bene, non solo al Corvetto, a San Siro o a Quarto Oggiaro. Non solo in periferia o nelle banlieue come dicono i sociologi, ma anche in pieno centro. Corso Vittorio Emanuele, zona Castello, corso Garibaldi sono diventati luoghi di scippi, vandalismi, stupri e baby gang in trasferta».La settimana scorsa ha chiuso uno storico locale in Darsena, il proprietario ha denunciato: «Ormai è terra di nessuno».«C’è un pregresso. Nell’agosto 2021 Sala aveva firmato un protocollo che prevedeva presidi di polizia locale fissi e notturni nelle zone della movida, quindi anche sui Navigli. Mai visti. Alla fine quei luoghi sono diventati terra fertile solo per i maranza stranieri».Per la verità il sindaco Sala ha chiesto a più riprese rinforzi di polizia e carabinieri.«E li ha ottenuti. Grazie al governo Meloni sono arrivati a Milano 566 poliziotti in più e 150 militari. Il problema è sapere dove collocarli, organizzarne il lavoro, cosa sconosciuta a questa giunta. Se hai a disposizione 3500 vigili urbani e li usi tutti per fare cassa con le multe, hai poco da lamentarti».Il sindaco guarda altrove per non sporcare l’immagine da metropoli cool?«No no, lui si è accorto dell’emergenza sicurezza. Non per niente è stato per due anni - e per fortuna solo per due anni - direttore generale con Moratti sindaco. Ma non può fare nulla perché è alla mercé del Pd che lo sostiene in maggioranza; non ha il coraggio di dire una parola contraria alla fallimentare politica sugli immigrati fin qui adottata. In più ha un problema di uomini».Quale sarebbe?«Si è circondato di gente impreparata, che non sa neppure cosa significhi la parola sicurezza. Altra storia, altri valori, altro background politico e professionale. Pisapia era ideologizzato, questo non ha neppure idea di cosa sia la macchina comunale. Di sera nella metro noi avevamo messo i poliziotti in pensione, vedere un signore con la pettorina con scritto “Sicurezza per Milano” era un deterrente. Oggi la security delle stazioni non può fermare nessuno, arabi e africani lo sanno».Allora a cosa serve?«A poco, forse a niente. Qualche tempo fa, assistendo al famoso salto del tornello, ho chiesto alla guardia perché non intervenisse e quella mi ha riposto: “Se lo facessi arresterebbero me”. A Milano conta la narrazione, solo grazie a questa ha vinto il premio di città con la miglior qualità della vita. Ma dove vive chi glielo ha dato? Dice: esclusa la sicurezza. Ma senza sicurezza dei cittadini, che qualità è?».Onorevole De Corato, che orizzonte vede per la sua città?«A tinte fosche. Lo intuisco da un dettaglio: Sala aveva chiamato un grande professionista, Franco Gabrielli, come consulente per la Sicurezza. Lui sa cosa significa, ma è sparito. Avrà preso atto del disastro e si sarà dileguato».
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson
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