2020-09-11
«Dall’Europa 17 miliardi per l’invasione»
L'europarlamentare leghista Marco Zanni fornisce i dati sui finanziamenti complessivi elargiti dai vertici di Bruxelles per sostenere l'immigrazione nel periodo caldo degli sbarchi, tra il 2015 e il 2018. E attacca: «Ci sono ancora troppi punti oscuri sulle Ong».Marco Zanni è l'europarlamentare leghista che, da mesi, martella le istituzioni europee per ottenere informazioni sui soldi elargiti alle Ong. Fondi di cui La Verità sta pubblicando l'elenco completo (oggi trovate la seconda parte) e che ammontano a 3,4 miliardi di euro circa. Ma i denari che l'Ue, nel complesso, ha speso per l'immigrazione sono molti di più. Zanni, quando avete iniziato a chiedere notizie all'Ue sui soldi versati alle Ong? «Abbiamo chiesto delucidazioni per la prima volta nel febbraio 2019, dopo che la Corte dei Conti Ue, in una relazione riferita al 2018, aveva segnalato la mancanza di trasparenza e di informazione di Bruxelles sull'utilizzo dei fondi da parte delle organizzazioni non governative che, tra le altre cose, includeva anche i benefici indiretti, come ad esempio quelli provenienti da organismi dell'Onu. Le prime risposte, non soddisfacenti, sono pervenute dopo circa tre mesi. Abbiamo chiesto nuovamente informazioni e abbiamo dovuto attendere fino a pochi giorni fa per avere una risposta, in ogni caso ancora incompleta, da parte di Bruxelles».Nell'elenco reso pubblico ci sono oltre 3 miliardi di fondi. Però non si spiega a che cosa siano serviti quei soldi. Come mai? «Il problema è proprio questo. Nessuno controlla in che modo vengano spesi i soldi dei cittadini, men che meno la Commissione che si limita a fare controlli a campione sull'impiego dei fondi. Giusto per dare un'idea di quante e quali pecche ci siano dal punto di vista delle verifiche e della trasparenza, per ottenere lo status di Ong per le istituzioni europee che dovrebbero controllare è sufficiente un'autodichiarazione: le sembra normale?».No. Chi dovrebbe fare controlli su quel denaro? «In teoria dovrebbe occuparsene Bruxelles, ma nei fatti ancora stiamo aspettando che quel giorno arrivi. Stando agli annunci, la Commissione dovrebbe elaborare entro il 2021 una metodologia in grado di fornire dettagli sulle rendicontazioni dei fondi diretti destinati all'immigrazione. Ma alle parole a vuoto e alle promesse mancate di questa Europa abbiamo ormai purtroppo fatto l'abitudine».Avete intenzione di chiedere informazioni più approfondite sull'utilizzo dei soldi? «Assolutamente sì. Da sempre chiediamo chiarimenti su come vengono spesi i soldi dei cittadini europei, a cominciare da quelli che finiscono nelle tasche delle Ong. Non è un mistero che alcune di queste organizzazioni dedichino la propria attività al trasporto degli immigrati sui barconi che attraversano il Mediterraneo. Spiace dover constatare che sul tema della sicurezza la Lega sia rimasta una delle poche forze politiche a cercare di ottenere risposte, tanto in Europa quanto in Italia. Del resto non potremmo aspettarci nulla di diverso da un governo che ha già dimostrato di essere più interessato a smantellare e disconoscere l'operato dell'ex ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che a difendere la sicurezza nazionale. Noi però andremo avanti per chiedere più trasparenza e chiarezza». Su che cosa, nello specifico, serve più chiarezza?«Quella della Commissione, a dire il vero, è una lista “incompleta". Nel dettaglio: le informazioni che siamo riusciti a ottenere non tengono conto né delle risorse Ue che vengono impegnate nei finanziamenti ricevuti dalle Ong indirettamente da uno Stato membro in regime di gestione concorrente, né di tutti quei soldi che esse percepiscono in quanto co-beneficiarie delle sovvenzioni disposte da altri enti internazionali o mediante contratti a cascata. Ci sono ancora molti lati oscuri da chiarire».Oltre a quei 3 miliardi dati alle Ong, quali (e quanti) altri soldi ha speso l'Ue per l'immigrazione? È possibile quantificarlo? «Secondo il rapporto della Commissione europea riguardante i finanziamenti per l'immigrazione nel periodo 2015-2018, l'impegno di risorse ammonta a più di 17 miliardi di euro. E poi vengono a chiedere agli italiani di fare sacrifici, predicano l'austerità e ci raccontano la storiella dei soldi che mancano. Inaccettabile. Una cosa merita di essere chiarita: se questa montagna di soldi servisse effettivamente a bloccare l'immigrazione clandestina verso l'Ue, la Lega sarebbe la prima a sostenere i finanziamenti. Le cronache però ci mettono di fronte a una realtà ben diversa, e testimoniano il fallimento su tutta la linea delle politiche messe in atto da Bruxelles». I dati forniti si fermano al 2018. Nei due anni successivi avete idea di quanto denaro sia stato impiegato per l'invasione? «Purtroppo non sono ancora i dati ufficiali, ma non stento credere che saranno sulla stessa lunghezza d'onda, e per il futuro la situazione rischia di essere anche peggiore. Nel prossimo Quadro finanziario pluriennale approvato a luglio dai capi di Stato e da questo governo, che si è dimostrato ancora una volta non all'altezza di fare gli interessi del Paese, al capitolo immigrazione è stata destinata una cifra di ben 22,6 miliardi di euro». C'è poi un altro particolare da aggiungere. Giusto due giorni fa è stato siglato un patto per l'inclusione lavorativa dei rifugiati… «Sembra un paradosso, ma è proprio così. La Commissione ha stabilito, assieme a sindacati, camere di commercio e organizzazioni dei datori di lavoro, il rilancio della cooperazione mirata a rafforzare l'integrazione dei migranti e dei rifugiati nel mercato del lavoro. Nel pieno di una crisi economica e occupazionale senza precedenti, Bruxelles non solo destina fondi a pioggia alle Ong, ma addirittura si preoccupa di cercare un lavoro agli immigrati anziché tutelare i cittadini europei che lo hanno perso. Chi glielo va a spiegare ai milioni di disoccupati italiani e ai tantissimi nostri giovani in cerca di lavoro? A chi in Italia e in Europa continua a predicare in favore dei porti spalancati e a sostenere la ragionevolezza di certe posizioni andrebbe ricordato che in alcuni casi i fatti contano più delle opinioni».