2020-08-18
Serve una cura contro il governo
Giuseppe Conte (Antonio Masiello POOL :Augusto Casasoli: POOL via Getty Images )
A un mese dal via, professori e famiglie nell'incertezza assoluta: presidi in allarme su regole, banchi e responsabilità penali. La retromarcia sulle discoteche farà danni a chi aveva riaperto. Si aggraverà la ferita all'occupazione prevista a settembre. I controlli su chi rientra? Disposti a parole: tocca alle Regioni arrangiarsi. Ma l'esecutivo ha un'idea chiara: tirare a campare.Non so come vi sia andata l'estate, ma so come rischia di andarvi l'autunno: nel caos. Già, la cosiddetta ripartenza dopo le vacanze butta male, perché si apre nella massima incertezza, senza che vi siano regole chiare e, soprattutto, senza che esista uno straccio di piano per far fronte all'emergenza. Che sia tratti di misure economiche per sostenere le aziende e il lavoro o che le decisioni riguardino i provvedimenti a tutela della salute per evitare che i contagi si diffondano, nessuno sa con certezza che cosa fare e, quel che è peggio, a chi tocchi la responsabilità delle scelte. Premetto: io non sono affetto da un inguaribile pessimismo. Anzi, in genere tendo a vedere il bicchiere mezzo pieno, consolandomi che sarebbe potuta andare peggio. Tuttavia, in queste settimane assisto con sconcerto alla confusione al governo. Dalla scuola all'economia, dalle discoteche ai rientri alle frontiere: tutto appare improvvisato, al punto da indurre a ritenere che se questi sono i presupposti sia difficile evitare il peggio. Esagero? Me lo auguro, ma purtroppo non credo di avere la tendenza a drammatizzare.Del resto, basta mettere in ordine i fatti. Prendete per esempio il caso delle discoteche, che in questi giorni sta tenendo banco, con retromarce e polemiche. Ci voleva molto a immaginare che aprendole sarebbero diventate delle incubatrici del virus? Solo un fesso - e purtroppo in politica da anni si registra un alto numero di fessi - poteva credere che nei locali da ballo sarebbe stato possibile mantenere le distanze di sicurezza. Come si fa a immaginare che mentre si dimenano, giovani e meno giovani avrebbero rispettato i due metri di distanza raccomandati? Davvero c'era qualcuno al governo che credeva possibile che i ragazzi ballassero con la mascherina? Perfino uno che vive di musica come Linus ieri si chiedeva se la decisione di aprire fosse stata presa da un ubriaco. Magari non è stato un ubriaco ad autorizzare la riapertura, ma di sicuro qualche sballato al governo c'è. Sta di fatto che, dopo aver illuso i gestori dei locali di poter ricominciare l'attività, ora con la serrata li si è messi di fronte al rischio di chiudere per sempre, perché per loro, non essendo previsti in finanziaria, non ci saranno aiuti di alcun tipo.Ma il caos che regna in discoteca è secondo solo a quello che si registra nelle aule scolastiche. Se in pista da ieri si sono spente le luci e si è deciso il rinvio di ogni attività a data da destinarsi, nelle scuole è anche peggio, perché ufficialmente le lezioni dovrebbero cominciare a metà settembre, cioè una settimana prima di essere sospese in vista delle elezioni regionali, ma nessuno sa come. Il ministro più improbabile che si sia mai visto, cioè Lucia Azzolina, fa annunci a casaccio e il presidente del Consiglio dà la sua parola che tutto andrà alla perfezione. Peccato che i banchi speciali che dovrebbero garantire il distanziamento degli alunni non ci siano ancora e molto probabilmente non ci saranno, perché il bando di gara è stato presentato in ritardo e l'assegnazione procede di conseguenza. Per ovviare alla cosa, gli scienziati che assistono l'Azzolina ora dicono che la sicurezza potrà essere garantita anche con le mascherine, senza cioè che tra uno studente e l'altro ci sia una distanza di oltre un metro. Una precisazione che suscita una domanda spontanea: ma se basta la pezzuola su naso e bocca, perché spendere tutti quei soldi per dei banchi che arriveranno, se va bene, a metà anno scolastico? Che la faccenda non sia chiara lo dimostra anche il fatto che i presidi, dopo aver registrato con un certo sbigottimento le molte giravolte ministeriali, ora chiedono di essere esentati dai rischi, ovvero pretendono l'immunità penale e civile in caso di contagio. Un modo per segnalare che nemmeno loro si sentono al sicuro.Di quello che sta avvenendo nelle aziende, con il blocco dei licenziamenti e il razionamento della cassa integrazione e degli ammortizzatori, c'è poco da dire. In autunno gli esperti si attendono un'ecatombe di imprese, che nonostante il divieto a metter mano alle ristrutturazioni, potrebbero decidere di portare i libri in tribunale, dichiarando fallimento. C'è addirittura chi prevede, nel giro di pochi mesi, un boom della disoccupazione, con un milione di persone in cerca di lavoro. Ma a fronte di questi scenari catastrofici non risulta che ce ne sia uno del governo che possa mitigarne gli effetti.Da ultimo, segnalo ciò che sta avvenendo negli aeroporti e alle frontiere. La decisione di sottoporre a tamponi chiunque arrivi da Paesi considerati a rischio poteva essere ampiamente prevista, ma nessuno ci ha pensato fino all'altroieri, provvedendo a ordinare il materiale necessario e, soprattutto, a reperire il personale da schierare alle dogane. Risultato, in aeroporti come Malpensa, dove transita il maggior numero dei turisti, le disposizioni del governo non sono applicate, perché nessuno si è degnato di prevederle e di comunicarle. Insomma, il rientro dalle vacanze non si annuncia né semplice né sicuro, ma anzi mostra che se la fase uno è stata complicata, la fase due lo sarà di più. E questi qui, con i loro inciuci, puntano a durare fino al 2023. Che Dio ce la mandi buona.
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